«Elezioni? Non è il momento. Si pensi ad un’alleanza»

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di Erika Noschese

Tornare al voto, in questo momento, rappresenterebbe un grave danno per il Paese: a parlare così il deputato salernitano di Liberi e Uguali, Federico Conte in merito alla crisi di governo che rischia di far tornare al voto gli italiani.

Onorevole, grave danno per il Paese perché, secondo lei?

«Si esporrebbe all’instabilità più piena e rischiamo di non approvare una legge di stabilità, andando in esercizio provvisorio, o peggio non essendoci i tempi per fare le elezioni, favorire la nomina di un governo tecnico che farebbe una legge di stabilità lacrime e sangue. La forzatura, giocando l’all-in, è nata credendo di sottrarre il Paese a una legge di stabilità che non poteva mantenere le promesse fatte ma soprattutto perché – e questa è la mia tesi – credo che abbia da temere sull’inchiesta milanese sui fondi russi, anticipando in qualche modo questo sviluppo giudiziario per poterlo politicizzare e difendersi, come fece Silvio Berlusconi. Tutto questo rende molto poco nobili le sue intenzioni: la sua esperienza di governo è stata molto deficitaria, a parte lo spot sui migranti che poco ha a che fare con la posizione socio-economica del Paese. La risposta a questa forzatura di volersi riprendere il Paese con il suo “datemi pieni poteri” fa pensare ad un’investitura del tipo “datemi il potere di fare ciò che voglio”: rispetto a questo ci vuole un’azione di responsabilità politica: non possiamo rassegnarci alle elezioni ad ottobre, né all’esercizio provvisorio né ad una legge di stabilità lacrime e sangue fatte da un governo tecnico. Per evitare tutto questo bisogna varare un governo di programma e credo ci sia uno spazio importante di alleanza, in tal senso nella sinistra intera Pd LeU e 5 Stelle ma anche con altre forze moderate, come +Europa, i Verdi e le altre minoranze».

Quale scenario immagina, ora?

«L’unica risposta possibile è quella politica e significa fare un governo di programma per fare una legge di stabilità giusta che non sacrifichi il Paese e non determini l’aumento dell’Iva; una riforma costituzionale equilibrata che non sia solo il taglio dei parlamentari; una legge elettorale che dia ai cittadini la possibilità di scegliere perché dal Porcellum in poi questi diritti sono stati tolti». 

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