La dipendenza da internet : Impariamo a conoscerla per affrontarla!

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di Veronica Benincasa

Che cos’è la dipendenza?

Dipendenza non significa sempre patologia. La dipendenza può essere anche sana. Pensiamo, ad esempio, alla naturale relazione genitore/figlio, questa sarà necessaria al bambino per acquisire delle abilità e delle competenze che lo porteranno ad avere maggior fiducia nei propri mezzi. La dipendenza non è più sana quando un normale comportamento si trasforma in una ricerca incontrollata di piacere, assumendo così i connotati di condizione patologica. Quando, in altre parole, la naturale soddisfazione di un bisogno è sostituita totalmente da un comportamento disfunzionale innescato dal desiderio e dalla brama. In un concetto ampiamente diffuso intendiamo la dipendenza come dipendenza da sostanze, quindi da stupefacenti (cocaina, eroina, marijuana ecc.), alcool, caffeina e tabacco. Esistono, però, altre forme di dipendenza cosiddette “senza sostanza” o in altri termini dipendenze comportamentali. Prima di spiegare cosa si intende per dipendenza comportamentale, è necessario descrivere cosa è la compulsione. Il comportamento compulsivo è un impulso a svolgere determinate azioni ripetute nel tempo, con l’intento di sperimentare gratificazione o di alleviare delle sensazioni negative. Le dipendenze comportamentali sono, quindi, dei comportamenti compulsivi messi in atto alla ricerca di una “ricompensa”, nonostante il soggetto sia consapevole che tali azioni possano essere causa di successive conseguenze negative.

Ma quali sono queste conseguenze negative?

Innanzitutto, il soggetto che attua tali comportamenti, a lungo andare, non proverà più piacere. La gratificazione sarà presente solo nelle fasi iniziali della dipendenza per poi essere sostituita da una compulsione incontrollabile. Inoltre, tali comportamenti patologici porteranno il dipendente a un’instabilità emotiva con la sperimentazione di ansia, rabbia e depressione. l disagio psicologico sarà avvertito soprattutto nei momenti di astinenza quando il soggetto ridurrà o interromperà il comportamento. Per ultimo, ma non in ordine di importanza, la dipendenza comportamentale genera conflitto, quindi un’inclinazione o una rottura delle relazioni con i genitori, il partner, gli amici e la professione.

Ma quali sono le dipendenze comportamentali?

Tra queste forme di dipendenza rientrano lo shopping compulsivo, la dipendenza affettiva, la dipendenza sessuale, il gioco d’azzardo patologico, la dipendenza dal lavoro e la dipendenza da Internet.

La dipendenza da internet:

è una dipendenza comportamentale costituita da azioni compulsive e disfunzionali inerenti l’utilizzo di computer, smartphone, tablet e ogni apparato strettamente collegato al vasto mondo di Internet. Il primo a classificare questa forma di dipendenza fu Ivan Goldberg nel 1996, definendola Internet Addiction Disorder (IAD). Lo psichiatra con l’acronimo IAD indicava un comportamento maladattivo nell’utilizzo di Internet, correlato a una compromissione o a un disagio clinicamente significativo in diversi aspetti di vita del dipendente da Internet. Tale dipendenza è costituita, secondo lo studioso, da un effetto di tolleranza. In questo caso per tolleranza si intende un bisogno incontrollato di utilizzare Internet per periodi di tempo sempre più lunghi al fine di ottenere una gratificazione. La dipendenza da Internet, così come le altre dipendenze, porta i soggetti a una particolare sindrome di astinenza, che si sperimenta nel momento in cui si riduce o si elimina l’utilizzo di Internet.

Le conseguenze dell’astinenza possono essere devastanti per il dipendente. Oltre a un’estesa agitazione psicomotoria, il dipendente da Internet può provare sentimenti negativi quali ansia, frustrazione e depressione. Inoltre sono presenti continui pensieri ossessivi e intrusivi, contornati da persistenti fantasie e sogni a occhi aperti. Questi aspetti causano nel soggetto un’inclinazione nelle sue relazioni sociali e professionali. La dipendenza da Internet assume dei connotati altamente patologici quando l’utilizzo di Internet continua anche quando il soggetto è consapevole del suo comportamento e delle conseguenze negative fisiche, sociali e psicologiche, derivanti da esso.

Oggi con uno smartphone, un computer o un tablet è possibile collegarsi in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Il controllo è dato dalla sensazione che il soggetto sperimenta quando utilizza Internet. Vi è un’illusione di poter controllare gli altri, le proprie emozioni e i propri comportamenti.

Spesso il dipendente usa delle frasi del tipo “quando sono collegato mi sento invincibile”, “quando sono su Internet mi sento onnipotente”. Infine l’eccitazione è data dagli effetti dell’utilizzo di Internet. Le numerose immagini, i suoni, i video porteranno i soggetti a sentirsi eccitati nel momento in cui navigheranno. Accessibilità, controllo ed eccitazione aumentano le probabilità che il soggetto ripeta nel tempo quell’azione, entrando così in un circolo vizioso che trasformerà il comportamento da normale in patologico.

La dipendenza da Internet riguarda indifferentemente bambini, adolescenti e adulti. Tale psicopatologia ha diverse comorbilità con altri disturbi e tratti di personalità. Per comorbilità si intende la coesistenza di un disturbo, nel nostro caso la dipendenza da Internet, con altre patologie.

Nei soggetti che presentano una compulsione incontrollata nell’utilizzo di Internet spesso sono presenti: depressione, ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, fobia sociale, ADHD, altre forme di dipendenza (da sostanze, shopping compulsivo, gioco d’azzardo patologico, dipendenza sessuale), disturbi di personalità.

Esistono cinque forme di dipendenza da Internet (Young, 2004):

  • Cybersexual Addiction;  La dipendenza cyber-sessuale, che riguarda tutti quei soggetti che utilizzano compulsivamente Internet per entrare nei siti pornografici, per scaricare filmati a contenuto sessuale e per coloro che frequentano chat erotiche.
  • Net compulsions; Comprende i comportamenti compulsivi della rete virtuale, come lo shopping compulsivo online e il gioco d’azzardo patologico (gambling) online.
  • Information overload; Riguarda quei soggetti che in modo incontrollato ricercano materiale online e navigano continuamente e compulsivamente in Internet (web surfing).
  • Cyber-relational Addiction; Riguarda quei soggetti che hanno delle relazioni all’interno della rete utilizzando chat e social network.
  • Gaming; La dipendenza da gioco offline e/online, che comunque comprenda l’utilizzo di personal computer, tablet e smartphone.

Tra queste la forma meno nota è l’information overload, sono invece più frequenti le altre tipologie annoverate.

Trattamento della dipendenza da internet

Gli approcci psicoterapeutici utilizzati per il trattamento delle dipendenze da Internet sono simili a quelli usati per le altre dipendenze da sostanze e dipendenze comportamentali. La differenza sostanziale riguarda l’intervento sull’astinenza del soggetto. In questo caso, infatti, il dipendente non dovrà evitare ogni comportamento relativo all’uso di Internet, in quanto questo è in ogni ambiente e fa parte della vita di tutti noi. L’obiettivo sarà quello di contenere le ore di connessione e di ristrutturare le idee pervasive e i comportamenti disfunzionali del dipendente da Internet. Lo scopo finale sarà quello di riavvicinare gradualmente il soggetto a una rete sociale, che probabilmente aveva evitato per molto tempo. Tra gli approcci psicoterapeutici più efficaci indichiamo la psicoterapia cognitivo-comportamentale e i gruppi di supporto.

Nel modello cognitivo-comportamentale per le dipendenze da Internet (Davis, 2001) si ipotizza che il ritiro sociale e alcuni disturbi dell’umore, siano la causa di comportamenti relativi all’utilizzo patologico di Internet. In altre parole, l’isolamento sociale e la depressione predispongono il soggetto ad attuare comportamenti disfunzionali nell’utilizzo della rete che, a catena, generano ulteriori conseguenze negative.

Il soggetto svilupperebbe così senso di preoccupazione contornato da pensieri intrusivi e ossessivi come “non riesco a smettere di pensare ad Internet” o “devo collegarmi altrimenti sto male” che lo porterebbero a medio-lungo termine a compromettere gran parte delle proprie relazioni interpersonali.

La letteratura internazionale indica la Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) come uno degli approcci più efficaci per il trattamento della dipendenza da Internet. Il protocollo TCC dei “12 passi” ideato da Kimberly Young (2011) è particolarmente indicato per questa dipendenza, in quanto è progettato ad hoc per ogni singolo paziente con l’obiettivo di modificare il comportamento disfunzionale correlato all’utilizzo di Internet. Nella fase iniziale del protocollo dei “12 passi” sarà necessario aumentare la consapevolezza del soggetto relativa al suo comportamento-problema. Con l’aiuto dello psicoterapeuta sarà fondamentale comprendere quali attività sono state abbandonate a causa dell’uso patologico di Internet.

La Young propone, nel suo protocollo, dei segnali utili ai familiari per riconoscere la dipendenza da Internet del proprio caro:

  • Alterazione del ciclo sonno-veglia e alterazione del comportamento alimentare; I soggetti che utilizzano in modo incontrollato Internet, solitamente alterano le proprie abitudini del sonno e dell’alimentazione. I dipendenti da Internet rimangono svegli sempre più a lungo, mangiando spesso davanti allo schermo virtuale o saltando i pasti.
  • Ricerca di privacy e intimità; Solitamente i dipendenti da Internet considerano la rete come il loro “posto sicuro” e tendono a escludere gli altri. Ad esempio, i giocatori d’azzardo online vorranno privacy per nascondere quanto stanno spendendo. I dipendenti da cyber-sex ricercheranno intimità per nascondere un’eventuale relazione online.
  • Cambiamento dell’umore; Molto spesso chi utilizza eccessivamente Internet sperimenta un’alterazione del proprio umore con vere e proprie oscillazioni emotive dipendente essenzialmente dalle conseguenze positive o negative delle attività virtuali.
  • Perdita di interesse; Frequentemente i dipendenti da Internet limitano o eliminano qualsiasi altra attività offline. Perdita di interesse nel sesso con il partner, perdita di interesse di hobbies precedentemente costanti, diminuzione del tempo dedicato alla professione, allo sport ecc. Questi soggetti solitamente alzano un muro tra loro e i propri familiari, utilizzando frasi del tipo “smetto quando voglio”, “non ho nessun problema”, “lasciami stare, non sto facendo male a nessuno”. A volte i dipendenti da Internet tendono a sottovalutare i propri comportamenti, minimizzando sulla quantità di tempo trascorso in Internet e sulle spese effettuate nei diversi siti. In altri casi, i dipendenti dal web tendono a giustificarsi o a dare la colpa agli altri utilizzando frasi del tipo “sono troppo stressato”, “è solo colpa tua”, “mi sto solo divertendo un po’”.

Anche i gruppi di supporto , si rivelano funzionali per aiutare il dipendente da Internet a migliorare le relazioni sociali, allontanando così il rischio di ricaduta

Per contatti la mia Pagina Facebook:  Studio di psicologia dott.ssa Veronica Benincasa

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