La favola e la magia dell’acquedotto cancellate dall’incuria: SALVIAMO IL PONTE DEI DIAVOLI

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LA BATTAGLIA DI ORA DI CRONACHE

di Brigida Vicinanza

Dal tramonto all’alba, in una sola notte, con l’aiuto dei demoni, il mago salernitano Pietro Barliario, compì la sua magia: nacque il Ponte dei diavoli (Pont re riavl). E attenzione a passarci sotto tra l’imbrunire e l’alba, potrebbe rappresentare un pericolo per i viandanti, per i commercianti di stoffe, per i cavalieri, per i contadini, che si ritroverebbero di fronte agli spiriti maligni. Oppure, se si sta con gli occhi ben aperti e si torna indietro nel tempo ancor di più, proprio lì sotto, sotto gli archi, nascosti dall’erba e dal fitto verde delle foglie ci sono 4 grandi luminari: i fondatori della Scuola Medica Salernitana che tra una “pozione” e l’altra provano a discutere e confabulare su erbe officinali e rimedi naturali per combattere la tosse, facendo nascere la medicina “salvamondo”. Era una notte tempestosa e l’arabo Adela, il greco Ponto, l’ebreo Elino e il latino Salerno diedero vita all’orgoglio salernitano per eccellenza. E si sa, con gli anni quell’arco diventò acquedotto: linfa vitale di una terra mite, a tratti calda. L’acquedotto medievale però adesso non è più, sepolto dall’incuria e abbandonato a se stesso, come un “vecchio” senza più forze. Dalla magia di una leggenda, dal fascino della storia e della cultura, alle superstizioni, a tempi di proteste e battaglie: tante volte i cittadini hanno segnalato le condizioni del luogo, che oramai cade a pezzi e che non viene più curato. Di lui, rimane la storia, una favola lontana, un racconto di cavalieri e ancor prima di maghi. Perché Salerno è rima d’eterno. E se quell’eterno viene spezzato da un presente non proprio roseo, cosa ne sarà della storia? Non è stato solo leggenda, è stato funzionale quando – provvedendo alle provviste di acqua del monastero di San Benedetto – veniva guardato dall’alto verso il basso dal principe dei castelli: Arechi. Adesso – però – è ora di scendere in campo da cittadini e amanti della nostra città. Uno dei tesori di Salerno, rischia grosso e nonostante gli appelli agli enti preposti, la fitta vegetazione (e non solo) la fanno da padrone, lasciando gli abitanti di via Arce e delle zone limitrofe come voci inascoltate. Ma L’Ora di Cronache e i tantissimi esponenti della vita pubblica e non della città, scendono in campo con noi per salvaguardare una grande fetta di storia, di luci e magia, restituendo dignità ad un “vecchietto” saggio del centro storico.

Andrea De Simone

“Pieno sostegno alla battaglia di l’Ora. Il monumento simbolo della nostra città richiede interventi urgenti – ha dichiarato l’ex senatore Andrea De Simone, esponente attento alle battaglie salernitane e della sua provincia – È utile ricordare a chi ha responsabilità che proprio in quel luogo, durante una tempesta trovarono riparo Adela, Ponto, Elino e Salerno, i fondatori della Scuola medica salernitana. Sotto l’acquedotto il loro primo incontro. Poco si è fatto per quest’ultimo, poco si è fatto per la Scuola medica. Serve una inversione. Il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale merita più dell’effimero”.

Dante Santoro

Una voce giovane, tra i giovani. Dante Santoro consigliere comunale e provinciale di Salerno, fa sua la battaglia per restituire decoro al Ponte dei Diavoli: “A Salerno manca la politica della valorizzazione – ha dichiarato – in trent’anni hanno fatto degradare un Centro Storico che poteva essere fonte di ricchezza, hanno isolato il Castello Arechi, devastato il Forte la Carnale e adesso l’Arco dei Diavoli rischia di cadere a pezzi. È inaccettabile tutto ciò, attiviamo il nostro fiato sul collo per salvare uno degli acquedotti medievali più belli d’Italia e restituire dignità a questi luoghi di storia e potenziale ricchezza per la città”.

Antonio Roscia

“Non solo condivido l’iniziativa de L’Ora di Cronache nella difesa dell’acquedotto medievale, i cosiddetti Archi dei Diavoli, ma la faccio una mia battaglia. Il valore storico e architettonico dell’opera è immenso ed invece è abbandonato a se stesso senza alcuna cura o valorizzazione”. Queste le parole del dirigente di Fratelli D’Italia Antonio Roscia, che scende in campo non solo per l’acquedotto medievale, ma per quei luoghi storici salernitani a cui non si è dato il giusto valore. “Una città come Salerno, una città con una storia più che millenaria – ha continuato Roscia – deve assolutamente riprendere coscienza di quello che c’è di bello nelle sue radici. D’altronde è abbandonata la reggia di Arechi, la Chiesa di San Filippo Neri, il Monastero di S.Leo extra muros, le strade del plaium montis come pure le stupende mura longobarde che dal Castello di Arechi arrivano fin giù ed ancora il complesso degli Edifici Mondo con l’abbandonato ex carcere di S.Antonio o Castel Terracena. Insomma Salerno ha un cuore longobardo e normanno che deve essere assolutamente difeso e rimesso in piedi: una città turistica vera allora sì che potrebbe nascere e, nello stesso tempo, Salerno tornerebbe a mostrare ai suoi figli di quale incanto è stata testimone nel Medioevo”.

Michele Cammarano

Michele Cammarano, consigliere regionale del Movimento 5 stelle, punta il dito contro una politica poco attenta alla storia e alla riqualificazione urbanistica e alla valorizzazione dei luoghi salernitani: “Per giustificare i fiumi di denaro pubblico destinati alle ‘sue’ luci, De Luca ha sempre ribadito che Salerno non ha un patrimonio storico e culturale adeguato per attirare turisti. Il Ponte dei diavoli e il suo stato di conservazione rappresentano il retaggio di questa politica del consenso miope e superficiale i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti”.

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