La “positività” ai tempi del Covid-19

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di Daniela Pastore

Negli ultimi mesi siamo stati abituati ad associare il termine “positivo” alla positività al Coronavirus e all’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, attribuendo quindi a questa parola un significato negativo, lontano dalla sua originale definizione. Questa situazione ha influenzato tutti, grandi e piccoli! Paure, ansie, eccessiva ricerca della notizia sono diventati per molti, anzi troppi, pane quotidiano. La pandemia ha stravolto la nostra quotidianità e l’unica arma che abbiamo, oltre a quella della ricerca scientifica, sembra essere “pensare positivo”. Ognuno di noi ha dentro di sé tutte le capacità necessarie per superare qualsiasi situazione della propria vita, non tutti però ne sono consapevoli. Il pensiero positivo è un compagno che ci guida costantemente e ci fornisce un rinforzo quotidiano, facendoci pensare: “ce la posso fare”. A tal proposito, mi viene in mente una fiaba presente nel libro L’ABC delle mie emozioni (Mario Di Pietro, edizione Erickson, 2008) che può aiutarci a comprendere come poter gestire le ansie e le paure di questo periodo. La storia si intitola “I tre castori e il muro di neve”. I protagonisti sono appunto tre castori che in una mattina molto fredda si trovano a dover affrontare una situazione imprevista e surreale. Mentre si incamminano sicuri, come fanno sempre ogni mattina, verso il rifugio delle proprie provviste si trovano di fronte ad un ostacolo imponente, il muro di neve. Come affronteranno la situazione i tre castori? Nella storia i castori assumono tre atteggiamenti differenti di fronte all’imprevisto. Un castoro si arrabbia e inizia a dare testate lamentandosi con l’universo mondo per la situazione nella quale si è ritrovato. Un altro castoro si ritira in sè stesso, inizia a piangere e a deprimersi, ripetendosi quanto sia ingiusta la vita e quanto le disgrazie capitino sempre e solo a lui…C’è poi l’ultimo castoro che decide di adottare un atteggiamento diverso: “scelse di accettare il muro piuttosto che pretendere che non fosse là […]” Quest’ultimo sceglie di pensare positivo. Questa breve storia, pensata per i bambini è adatta anche per i più grandi che in preda alle paure spesso regrediscono, diventando più bambini dei bambini. A volte presi dalla nostra quotidianità, dalle responsabilità da adulti e dalle preoccupazioni che l’essere grandi comportano, ci dimentichiamo dei pensieri semplici e ci facciamo travolgere dalle emozioni forti come i primi due castori. Ecco che la rabbia e la tristezza prendono il sopravvento e la vista si appanna. Perdiamo di lucidità e perdiamo di vista l’essenziale, ossia far fronte a ciò che la vita ci riserva. In questo periodo dove le nostre abitudini e le nostre certezze sono state fatte vacillare da una pandemia, da un muro di neve, che ci ha portato a fare i conti con il senso del limite e con la perdita delle libertà che credevamo ormai essere consolidata, bisogna necessariamente scegliere di essere “il terzo castoro”. Possiamo dare la colpa al sistema e prendercela con chi ci governa, possiamo piangerci addosso e dirci quanto siamo stati sfortunati a capitare in una situazione del genere, oppure possiamo reagire e reinventarci, cercando di intravedere le possibilità che questa situazione ci offre. Jon Kabat-Zinn, biologo e scrittore statunitense, padre della Mindfulness, disciplina che ha il proposito di aiutare le persone a fronteggiare stress, ansia, sofferenza, malattia e a migliorare le proprie condizioni psico-fisiche ci ricorda che “Non puoi fermare le onde, ma puoi imparare a padroneggiare il surf” . Buon surfing a tutti.

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