Le torri e il gioco dei colombi

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di Aniello Ragone

Conspicis hic turres, priscae monumenta quietis ovvero Tu vedi qui delle torri, testimonianza di pace antica. Così scrive Marco Galdi, umanista e latinista cavese, nel suo Venatio Cavensis.

Si tratta delle bianche torri che spiccano (oggi di meno) nella folta vegetazione cavese e che tanto fascino hanno suscitato negli animi dei viaggiatori e villeggianti dei secoli passati. Torri, o meglio polieri o pulieri, simbolo di una tradizione ormai scomparsa ma che rimane una pietra miliare nella storia cavese. Proprio dalla cima di quelle costruzioni, il partitaro (il fromboliere addetto alla caccia) scagliava la bianca pietra che indirizzava lo stormo, di colombacci e colombelle, sotto le gigantesche reti innalzate nei valichi e ben coperte da una vegetazione ad hoc predisposta. I primi ritrovamenti bibliografici, che rimandano alla millenaria caccia, si rinvengono nel Codex Diplomaticus Cavensis. In esso si evidenza, per la prima volta, il termine placaria (l’anno è l’880 d.C. in località Agella presso Nocera) cioè il suolo che serviva per “parare le reti”.

La caccia poco alla volta variò connotazione divenendo un vero e proprio gioco. Ed è proprio con questo termine che viene evidenziato nei documenti dell’Archivio comunale di Cava de’ Tirreni e dell’Archivio di Stato di Salerno. Lupo, Terriento, Antica, Gaudio, Archo, Campitiello, Valle, Citola, Serra, Thoro, Borrello, Calcarola non sono che alcuni degli antichi nomi dei giochi nell’attuale territorio cavese. A questi si aggiungevano anche quelli nel tenimento vietrese (allora cavese fino al 15 settembre 1806) detti Laurelli e Staffilo.

Purtroppo di questa antica testimonianza non ci resta che il ricordo sempre meno lucido; ricordo che tende a dissolversi proprio come alcune di queste costruzioni continuamente dilaniate e percosse dall’incuria del tempo, dalla finta cecità dei privati e delle varie amministrazioni. A tener vivo il ricordo non resta che la professoressa Lucia Avigliano la quale, da più di due decenni (quest’anno saranno 24 gli anniversari), organizza un Itinerario delle torri.

Durante questo appuntamento è possibile ammirare otto delle trenta e più fionde (alcune delle quali risalenti al XVI secolo) che servivano ai giochi, apprendere organizzazione e azioni inerenti la caccia, conoscere meglio la storia di questa tradizione. Il prossimo appuntamento si terrà il giorno 7 ottobre con partenza da Pineta la Serra alle 9.30.

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