Lidi senza cabine ma con spogliatori Siriparte (forse) nel mese di giugno

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di Erika Noschese

«Senza direttive chiare e precise da governo centrale e Regione non possiamo iniziare». E’ il grido disperato dei gestori dei lidi di Salerno che, nonostante l’ok alla realizzazione delle strutture balneari sembrano essere ancora particolarmente restii tanto da non aver ancora iniziato. Il motivo è presto detto: ad oggi, non ci sono indicazioni chiare e linee guida da seguire, nel rispetto di tutte le norme anticontagio. Così, se da un lato i lavori per la sistemazione di bar, ristoranti e pizzerie vanno avanti sono ancora fermi i lavori per quanto riguarda i lidi. La problematica maggiore riguarda le strutture più piccole che – proprio in base alle direttive del governo nazionale – potrebbero decidere se riaprire o meno. «Non abbiamo ancora iniziato niente perché non ci hanno dato ancora l’ok per poterci muovere. Noi stiamo aspettando che il Comune ci dica che possiamo iniziare perché farlo senza le direttive giuste è inutile, non si può montare e poi smontare perché non ci sono direttive particolari e purtroppo stiamo aspettando, siamo in una situazione abbastanza precaria perché è una fase particolare: se non montiamo lo stabilimento, il piazzale e tutto, non abbiamo neanche la possibilità neanche di aprire il bar e la pizzeria», ha dichiarato Lorenzo Moscariello, titolare del Lido Lido di via Leucosia spiegando che la sua categoria è doppiamente penalizzata. « Dal governo centrale c’è bisogno dell’ok con delle linee guida che ci dicano cosa fare, come e quando ma fino ad ora non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione che ci possa dire esplicitamente, ad esempio, a quanta distanza vanno messi gli ombrelloni perché noi dobbiamo regolarci anche sulla distanza e come impostare il tutto – ha poi aggiunto Moscariello – Non si monteranno le cabine come gli anni passati ma semplicemente degli spogliatoi; noi ci siamo preparati a livello di sanificazione, con le attrezzature giuste e stiamo aspettando il via per poter cominciare». Ingenti le perdite subite fino ad oggi perché, come spiega il titolare del Lido Lido – « abbiamo perso tutto, compreso le feste private o gli introiti del bar e noi abbiamo le persone che hanno bisogno di lavorare perché il nostro è un lavoro stagionale: dobbiamo lavorare in un modo particolare, facendo sacrifici particolari per poter far sì che si possa star bene durante l’inverno». Una categoria già seriamente in difficoltà anche a causa di una serie di provvedimenti più volte annunciati dal Comune di Salerno senza mai concretizzarsi: «Già eravamo penalizzati perché la spiaggia non è stata fatta ma purtroppo non ci voleva il Coronavirus: già eravamo precari in tante cose – ha poi aggiunto – Non ci sentiamo affatto tutelati dallo Stato, noi piccoli imprenditori vivevamo quotidianamente e ci sono piccoli negozi che sono penalizzati; il piccolo imprenditore è sempre quello che prende le mazzate, a dispetto delle grosse fabbriche e abbiamo sentito annunci di soldi stanziati ma non arriva niente a nessuno. Lo Stato garantiva questi prestiti ma le banche non li accettano proprio, a meno che non si tratti di grandi imprenditori, già ricchi e con possedimenti loro. In tutte le disgrazie c’è sempre chi prende le batoste e chi, invece, risolve i propri problemi e così è stato sempre ma noi dobbiamo uscire da questa situazione, dobbiamo tutelare i nostri ragazzi, i nostri piccoli e noi come stabilimento balneare non ci siamo permessi di muovere niente: potevamo iniziare alla buona ma se poi l’indirizzo non è giusto? Con tutti gli impegni e le cose da fare per tutelare le persone perché dobbiamo avere chi, magari, all’ingresso misura la febbre, la sanificazione dei bagni, delle docce, lettini e sedie a sdraio più volte al giorno perché noi dobbiamo tutelare i nostri clienti». A Salerno, gli anni passati, già dal 15 giugno si inaugurava la stagione estiva con l’apertura degli stabilimenti balneari; ad oggi, non è ancora detta l’ultima parola ma non c’è tempo fa perdere. «Abbiamo ancora una grossa chance per poterci organizzare in una certa maniera ma bisogna muoversi; il presidente della Regione e il governo devono capire che non c’è tempo da perdere e dobbiamo far girare l’economia nella nostra regione», ha aggiunto infine Lorenzo Moscariello. Della stessa opinione anche Arturo Giglio, numero uno dell’Isla Bonita che ha spiegato come dal 4 maggio, inviando la pec al prefetto, si può comunicare la manutenzione, quindi l’avvio dei lavori per il montaggio dei lidi ma «ad oggi non abbiamo direttive, linee guida da parte della Regione o del governo centrale per quello che riguarda il distanziamento e le procedure per poter riaprire», ha dichiarato Giglio, sottolineando che la data della riapertura è ancora incerta: «Non sappiamo se possiamo aprire il 18 maggio, il 1 giugno o il 18 giugno ma questo è un passaggio fondamentale per avviare i lavori perché per poter sistemare e squadrare una spiaggia a distanza abbiamo bisogno delle misure, dei dati concreti altrimenti nessuno parte a montare una spiaggia, lettino e ombrelloni, senza sapere le distanze anche perché ci sono tanti lidi che hanno spiagge un po’ più piccole e a quel punto devono fare i conti per capire se conviene o meno aprire». Come anticipato, il problema maggiore riguarda chi ha a disposizione una spiaggia dalle dimensioni reali perché, come spiega il titolare dell’Isla Bonita, «chi è fortunato come noi che ha una spiaggia grande ha un’esigenza diversa, si riesce a sistemare gli ombrelloni con le dovute distanze mentre altri possono avere delle difficoltà e bisognerebbe cercare di capire le esigenze dei lidi più piccoli. Ad ogni modo, il governo è in forte ritardo. Siamo ancora in tempo per salvare la stagione balneare? No, non credo». Gli anni passati, il mese di maggio era sinonimo di “estate” con la spiaggia montata e i bar e ristoranti già aperti. «Siamo partiti nei giorni scorsi per il montaggio del bar e per un mese almeno siamo concentrati a fare il montaggio ma nello stesso momento dobbiamo cercare di fare abbonamenti ma mezza estate è compromessa – ha dichiarato Arturo Giglio – L’anno scorso è stata un’estate abbastanza lunga e quest’anno siamo in forte ritardo. Non ci sentiamo affatto tutelati dalle istituzioni, anzi». Un settore che non sembra vedere margini di miglioramento nonostante incida molto sul Pil nazionale. «Io spero che il 18 maggio sia la data giusta per sbloccare e riaprire ma se andiamo oltre si peggiora già una situazione abbastanza compromessa», ha poi dichiarato il titolare dell’Isla Bonita. Medesime difficoltà anche per il ristorante Kursaal di via Generale Salvador Allende: «Noi abbiamo la riapertura il primo giugno e la ripresa non sembra positiva. La situazione è abbastanza drammatica, noi non abbiamo ancora aperto e non sappiamo cosa ci aspetta ma, almeno per la situazione bar, prevedo il buio più totale e questo vale anche per i ristoranti – ha dichiarato la titolare – Ci sentiamo totalmente abbandonati dalle istituzioni perché noi non abbiamo né tutele né garanzie: quando apriremo lo faremo con la metà della capienza ma con le stesse identiche spese e non parlo di un’attività piccola: noi abbiamo dipendenti, grandi spese e dal momento in cui riapriamo, tutto torna alla normalità ma con la metà della capienza». Anche in questo caso, la perdita subìta è notevole perché, dice amareggiata, «noi cominciamo a lavorare da marzo e il lavoro grande lo abbiamo già perso con comunioni, banchetti e tutto ciò che ne consegue».

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