Masuccio Salernitano, lo scrittore che ispirò Romeo e Giulietta

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di Michele Di Popolo

Tommaso Guardati è un nome che a molti salernitani non dirà nulla, perché è dai più conosciuto come Masuccio Salernitano. Con questo nome gli sono stati dedicati anche una suggestiva stada salernitana e il porto turistico. Di famiglia probabilmente originaria di Sorrento, Masuccio nacque nel Seggio del Campo, in pieno centro storico salernitano.

Lo scrittore s’indirizzò, inizialmente, verso studi ecclesiastici, che poi abbandonò per dedicarsi, successivamente, alla carriera di Funzionario dello Stato. Da Salerno si trasferì, dunque, a Napoli presso la Corte di Alfonso D’Aragona e iniziò a frequentare l’ambiente umanista partenopeo, dove conobbe anche illustri scrittori come Giovanni Pontano o Luigi Pulci. Rientrò a Salerno intorno al 1463 ricoprendo l”incarico di segretario del Principe Roberto Sanseverino.

La fama del Masuccio è legata alla sua celebre opera il Novellino. Un’opera in prosa composta di 50 novelle divise in 5 parti. L’importanza di tale opera sta nell’uso del linguaggio, che si distacca dalla tipica prosa toscana, per l’utilizzo di latinismi e dialetti napoletani. Per il suo carattere apertamente anticlericale e per la narrazione di episodi a sfondo sessuale, ritenuti osceni per l’epoca, il testo figura nell’Indice dei libri proibiti promulgato dalla Santa Congregazione dell’Inquisizione romana.

Secondo lo storico salernitano Matteo Fiore, tesi ripresa dal professore Avallone, Masuccio sarebbe sepolto a Salerno nell’antica Chiesa di Santa Maria de Alimundo, in una nicchia al centro del pavimento e priva di iscrizioni. Secondo altre ipotesi, invece, sarebbe stato sepolto in terra sconsacrata fuori le mura della Città di Salerno, poiché a causa delle sue opere, ritenute troppo audaci, pare fosse deceduto senza poter ricevere i sacramenti religiosi, e forse solo successivamente il corpo fu traslato in qualche chiesa della Città di Salerno.

La Novella di Mariotto e Ganozza. Una delle novelle di Masuccio Salernitano, la storia di Mariotto e Ganozza, ispirò indirettamente la famosa opera del drammaturgo inglese, William Shakespeare, Romeo e Giulietta. La novella racconta la storia di Mariotto e Ganozza, nobili amanti della città di Siena, i quali decidono di sposarsi. Poco dopo Mariotto uccide un concittadino, macchiandosi di omicidio, proprio come Romeo Montecchi, ed è costretto ad abbandonare la città. Ganozza allora mette in scena la sua morte, si traveste da prete e si dirige ad Alessandria d’Egitto, dove si era rifugiato il suo amato. Nel frattempo però, Mariotto torna in città perché a conoscenza della morte dell’amata e si lascia giustiziare. A sua volta anche Ganozza ritorna a Siena e una volta a conoscenza della morte di Mariotto, si rinchiude in un convento dove morirà poco dopo di dolore. Il finale, purtroppo, è lo stesso sia per Romeo e Giulietta che per Mariotto e Ganozza: entrambi i giovani muoiono per l’amore per l’altro.

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