Nostalgia della città senza auto

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di Pippo Della Corte

Settembre, con la relativa riapertura di scuole, aziende ed uffici, per chi ha trascorso il mese d’agosto in città godendo di spazi vuoti, strade più o meno libere, rumori ridimensionati, rappresenta un piccolo trauma figlio della post modernità. E’ già forte, pertanto, la nostalgia della città senza auto capace di riconsegnare momenti di spicciola serenità quotidiana relegati, però, in un frangente temporale assai ridotto.

La diminuzione del traffico tipico del periodo agostano dona agli occhi dell’osservatore scorci e paesaggi dimenticati, particolari da notare con la dovuta attenzione e lentezza. Il volto della città senza auto è paragonabile a quello di un attore senza trucco: se ne possono ricavare sensazioni nuove, prive di elementi condizionanti. La città senza auto idealmente sognata è realtà in appena undici località al mondo, tra cui in Europa: Venezia, Gent, Giethoorn, Hydra, Dubrovnik e Isola di Sark. Lo diventerà presto anche Oslo.

Questo numero così ridotto racconta della concreta, enorme difficoltà di percorrere una strada virtuosa sebbene in salita ed irta di ostacoli. Nel nostro contesto, poi, è ancor più difficile immaginare di privare i cittadini dell’automobile unico reale mezzo di locomozione. Se ne contano ormai almeno due per famiglia: un numero totale che, a partire dagli anni Ottanta, è cresciuto a dismisura complici i mutati stili di vita, la scarsa risposta degli Enti preposti nell’offrire trasporti pubblici adeguati e un consumismo spinto sino ad eccessi oramai difficilmente sopportabili. Il traffico è un problema vero, avvertito in particolare da coloro che quotidianamente si spostano per motivi di lavoro e di studio.

E’ causa di stress, perdita di tempo e aumento di costi. Ma è un problema anche di natura ecologica visto che la prima causa di inquinamento delle aree urbane è legata proprio all’emissione dei gas di scarico veicolare. Per ottenere una città carfree occorrerà agire su più fronti: necessario rafforzamento ed efficientamento dei servizi di trasporto pubblico (tram, autobus, metropolitana), utilizzo di veicoli alternativi alle automobili alimentate ad idrocarburi (bici e veicoli elettrici), infine realizzazione di ampie aree di sosta lungo il perimetro urbano.

A spingere verso queste scelte una visione futura di grande respiro ed ispirata ad un ambientalismo ragionevole e praticabile oltre ad ingenti investimenti economici. Senza le necessarie risorse i progetti sono destinati a restare lettera morta in ossequio ad una retorica militante priva di valore sostanziale. La politica è ancora in tempo e diversi Paesi europei in questo insegnano molto, basterebbe volgere lo sguardo oltre i propri confini avendo l’umiltà ed il buon senso di mutuare nodelli vincenti ed affermati.

Non sempre copiare è sinonimo di “ciucciaggine”, a volte può anche aiutare a crescere. Nè può bastare continuare a tinteggiare di blu le strade ostentando la presunta creazione di nuovi parcheggi, oppure prevedere stalli a disco orario: pannicelli caldi che non vanno al cuore della questione ma che sottolineano la necessità di agire trovando soluzioni vere, capaci di incidere sulla qualità della vita dei cittadini.

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