Porta Nova e il grattacielo

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di Michele Di Popolo

L’attuale Porta Nova, varco monumentale a sud-est della Salerno antica, è posta in asse con via Masuccio Salernitano, anticamente denominata via Carraria, ed è il frutto di una ricostruzione e di un riposizionamento avvenuti alla metà del ‘700. Incaricato dell’esecuzione della Porta fu il maestro marmoraro Francesco Ragozzino, che aveva già eseguito a Salerno lavori nella Cattedrale e nella Chiesa dell’Annunziata. La Statua di San Matteo che doveva adornare la Porta venne invece eseguita dal famoso scultore barocco Francesco Pagano e sotto di essa fu posta l’iscrizione “POSUERUNT ME CUSTODEM”.

Pagano era molto vicino all’arte dell’altrettanto famoso Matteo Bottiglieri, scultore di Castiglione del Genovesi vicino Salerno, e i due infatti lavorarono insieme in diverse occasioni. Ma è Francesco Pagano che viene documentato dallo Staibano, storico ottocentesco, nella sua opera “La Salerno epigrafica”, come autore del monumentale San Matteo collocato sulla Porta Nova, rinnovata dal Ragozzino nel 1754, data ricordata in particolare dall’epigrafe sottostante che recita ANNO MDCCLIV. I

n realtà però, come chiarisce lo Staibano, la statua fu sistemata due anni dopo, nel 1756. La Porta Nova da quel momento diventa uno dei Simboli della Città di Salerno, questa è l’unica Porta monumentale di Salerno che abbia mantenuto il suo carattere di monumentalità tutte rispetto alle altre che, o furono inglobate nella crescita edilizia urbana che ne ha mortificato l’originaria monumentalità o hanno subito di regola la triste sorte della demolizione.

Il grattacielo. La torre di piazza Flavio Gioia si impone nella sua attuale mole dagli anni ’50 del 1900, ma la struttura originaria risale alla seconda metà dell’800, quando la sua già notevole sagoma in pietra rossa si evidenziava tra gli altri edifici della cortina edilizia dell’allora via Marina. L’edificio, destinato ad albergo, affacciava sul mare e sulla strada che collegava la città a Napoli. Fino al 1934 l’edificio rimase nella configurazione originaria, ancora riconoscibile nei quattro livelli inferiori. Dopo la ricostruzione del secondo dopoguerra, l’edificio subì due ampliamenti con l’accorpamento dell’edificio a nord, e la sopraelevazione avvenuta nel 1950. L’albergo, sotto il nome di Grand Hotel Diana, è stato a lungo il luogo di soggiorno preferito dei turisti e, per la sua altezza, era conosciuto come “il Grattacielo”.

Nel 1979 il Comune di Salerno deliberò il cambio di destinazione d’uso da alberghiero ad uffici, negozi ed abitazioni civili. Celebre è una foto realizzata al bar dell’albergo e ritraente l’attore napoletano Totò insieme al proprietario dell’Albergo, il sig. Grasso, ed al barman Elviro, salernitano di origini turche da cui si dice trasse ispirazione Totò per interpretare il suo personaggio nel film del 1953 “Un Turco Napoletano”.

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