Spazio Teatro, Carmelo Pace: «La mia vita al servizio del teatro amatoriale»

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di Luana Izzo*

Oggi ospitiamo l’avvocato Carmelo Pace, attore di Termini Imerese impegnato istituzionalmente in FITA, la Federazione Italiana Teatro Amatori, da vari decenni e dal 2008 Presidente Nazionale.
Cosa vuol dire per lei coltivare un hobby come la recitazione e ritrovarsi poi a rivestire la carica presidenziale FITA, associazione che conta circa 25000 iscritti in tutta Italia?
«Da quando ricopro questo ruolo nella Fita ho dovuto e voluto fortemente dedicarmi anima e corpo alla nostra Federazione che negli anni ha raggiunto grandi traguardi non solo per il numero degli iscritti, ma anche per la quantità e qualità delle iniziative che promuove a livello nazionale e sul territorio. Non dimentichiamo che siamo strutturati in tutta Italia con comitati regionali e provinciali, ognuno dei quali, oltre ad essere riferimento delle singole associazioni, organizza rassegne e festivals teatrali».
La FITA è l’Ente teatrale più longevo e numeroso d’Italia. Da cosa dipende il suo successo e perché le compagnie secondo lei scelgono FITA?
«L’essere sul campo dal 1947 è già un motivo di forte radicamento nel panorama del Teatro amatoriale. Negli anni è sempre più cresciuta tra le compagnie teatrali l’esigenza di far parte di una rete e di avere un riferimento organizzato, non solo per essere meglio rappresentate presso enti pubblici e privati, ma anche per avere una qualificata assistenza-consulenza nella gestione, un costante aggiornamento artistico per i numerosi corsi che organizziamo e maggiori occasioni per scambi teatrali anche internazionali. Le compagnie teatrali vedono ormai la Fita come la loro casa naturale. La Federazione ha inoltre collaborazioni con il Ministero dello Spettacolo e con il Ministero delle Politiche Sociali, con il MIUR, con diverse Università nei territori, Regioni e Comuni».
La pandemia in corso ha stoppato il teatro in questo periodo, quali erano le prospettive della Fita per quest’anno?
«Ci tengo subito a precisare che le prospettive non sono mutate, sono solamente sospese. Certo erano già in corso manifestazioni ed eventi nazionali e sul territorio e a tutto ciò si aggiunga che ad Aprile avrebbe dovuto svolgersi il nostro congresso nazionale per il rinnovo delle cariche. Ci auguriamo di poter riprendere presto il nostro cammino».
Quali sono dunque le prospettive post covid 19?
«Intanto ci siamo preoccupati del “durante”: attraverso il web abbiamo promosso diverse iniziative per mantenere attive le nostre compagnie ed il rapporto con il pubblico. “Restiamo a casa in compagnia..del Teatro” ha permesso di far visionare tanti spettacoli in video messi in scena dalle nostre compagnie e poi due progetti dedicati ai ragazzi: “La Fita racconta” e “Radio Pinocchio”, con le quali abbiamo voluto dare anche uno strumento agli insegnanti che tanto hanno faticato per far funzionare la didattica a distanza. Il dopo Covid sarà la rifondazione dello spettacolo dal vivo: non si sa come e quando riprenderà il teatro ma noi siamo certi di poter dare un forte contributo partendo dai territori, dal nostro pubblico che abbiamo fidelizzato in tutti questi anni, confidando sulla grande passione e forza di volontà che da sempre ha contraddistinto il teatro amatoriale e le compagnie Fita in particolare».
*officina teatrale “Primomito”

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