«Vi racconto la nostra Samarcanda»

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di Luana Izzo*

La nostra rubrica ospita con grande piacere Francesco D’Andrea, punto di riferimento per il teatro salernitano, presidente onorario regionale Fita nonché presidente e fondatore della Compagnia Samarcanda Teatro.

Quando e come nasce Samarcanda teatro? E da chi è composta?

«Samarcanda Teatro nasce a Battipaglia nel 1995, praticamente un quarto di secolo fa; il prossimo anno festeggerà i 25 anni di attività. Fin dalla sua costituzione ci siamo riproposti di svegliare il nostro territorio da un diffuso torpore culturale: un obiettivo ambizioso per il quale sia io, nella responsabilità che ho di essere fondatore e presidente, sia Enzo Fauci, attuale regista ed attore della compagnia, stiamo ancora lavorando instancabilmente e sempre con la massima determinazione. La nostra azione è rivolta a tutti coloro che hanno il desiderio di curare e coltivare un particolare interesse verso l’arte teatrale, soprattutto però vogliamo rivolgerci ai giovani e ai giovanissimi, ai quali offrire una modalità sana di crescita sia personale che culturale. L’associazione è composta da circa 50 soci, tra adulti, giovani e giovanissimi. Abbiamo di fatto creato quattro gruppi teatrali che, annualmente, preparano spettacoli sia in lingua italiana che in napoletano, solitamente brillanti o comici, ma non solo, e spesso con tematiche di impegno sociale. Tra questi gruppi uno è composto esclusivamente da giovani sotto i 21 anni».

Come mai avete scelto questo nome?

«Samarcanda Teatro prende il nome dalla storica e famosa città orientale di Samarcanda, appunto, che era principalmente un centro nevralgico commerciale ma proprio per le sue numerose frequentazioni divenne anche simbolo di arte, di cultura, spirito di autonomia e crocevia di umanità».

Quali sono le attività che l’associazione svolge?

«Oltre alla preparazione degli spettacoli messi in scena dai suoi gruppi, l’associazione organizza annualmente 4 rassegne teatrali in città: il “Premio Gianni Agnifili”, giunto alla sua XV edizione, e le tre edizioni stagionali (autunno, inverno e primavera) di “Tutti a Teatro”. Collabora poi all’organizzazione della rassegna estiva all’aperto “Battipaglia in Palcoscenico”. Molto attiva è anche l’attività di laboratorio: con il “marchio” di SamarcandaLab ogni anno organizziamo un corso teatrale di base per adulti ed uno rivolto ad una fascia di età compresa tra gli 8 e i 15 anni, con preparazione di un saggio-spettacolo di fine anno. L’attività dei laboratori è molto cara a Samarcanda: si può anzi dire che l’associazione nasce proprio con il desiderio di strutturare un percorso formativo intorno al teatro».

Il primo spettacolo: qual è stato e qual è stata la sensazione dopo la prima?

«Per quello che dicevo circa la domanda precedente, più che “primo spettacolo” è più opportuno usare il plurale, perché i primissimi spettacoli di Samarcanda Teatro sono stati appunto frutto di laboratori teatrali che a suo tempo furono curati dal professor Gennaro Colangelo: ricordo “La casa di Bernalda Alba” di Federico Garcia Lorca, “Naja” di Angelo Longoni (che tratta il delicato tema della leva militare, a quell’epoca obbligatoria) e “Casa di bambola” di Ibsen. Le sensazioni emotive allora provate furono molto forti, e particolarmente soddisfacente fu l’impatto con il pubblico».

Il network con le altre compagnie amatoriali locali è importante?

«Importante e molto forte, molto buono. A tal punto lo riteniamo indispensabile che con alcune compagnie in particolare abbiamo fondato un consorzio dal nome “Teatro Insieme”, attraverso il quale attuiamo una formula che noi chiamiamo “interscambio”: con questa modalità le compagnie vengono reciprocamente invitate nelle rassegne organizzate dalle compagnie del consorzio ed è a cura dell’organizzazione l’allestimento scenico e tecnico degli spettacoli. In tale maniera ogni compagnia ottiene almeno due vantaggi evidenti: economizza i costi, spesso notevoli, di trasferimento delle attrezzature ed aumenta notevolmente il numero delle rappresentazioni dei propri lavori, regalando così ai propri associati maggiori possibilità di recitare. A questo si aggiunge un altro indiretto vantaggio che è rappresentato da un’automatica crescita delle capacità recitative dei propri associati, ottenuto da un sempre più costante confronto».

Lo spettacolo che ha segnato una svolta per la compagnia o che è rimasto nel cuore degli attori?

«Ogni spettacolo realizzato, in un contesto amatoriale, resta nel cuore degli attori, del regista, mio come presidente, per la passione e le grandi difficoltà da superare per metterli in scena al cospetto ed al giudizio del pubblico. Personalmente, tuttavia, sono 4 gli spettacoli che mi sono rimasti nel cuore: nel primo periodo ricordo “Uomo e galantuomo” di Eduardo De Filippo, con Ivano Schiavi alla regia e come attore protagonista. Voglio sottolineare che Ivano oggi è un ottimo e stimato professionista e fa parte della compagnia teatrale di Massimo Ranieri. Successivamente ricordo “Se devi dire una bugia dilla grossa”, opera famosissima di Cooney, con la regia di Alfonso Rubini. Nel terzo periodo della storia di Samarcanda ricordo il musical “Quasimodo”, uno spettacolo ideato e diretto da Enzo Fauci. Infine “L’anatra all’arancia”, sempre diretto da Enzo Fauci che ne è stato anche il protagonista».

Avete vinto molti premi, quello più significativo per voi?

«Ne abbiamo vinti tanti, non nascondo la mia soddisfazione per questo. Un premio è un momento di verifica che ci fa capire se stiamo facendo bene, se stiamo crescendo, se abbiamo emozionato nella giusta maniera… Per questo tutti i premi ricevuti hanno per me uguale valore e identico significato».

Un aneddoto legato al vostro lavoro insieme? O a qualche spettacolo?

«In quasi 25 anni potrebbe essere scritto un volume intero di aneddoti, faccio fatica a ricordarne uno… Il nostro motto associativo è “divertire divertendo”: anche nelle difficoltà, negli inevitabili momenti di imbarazzo o di paradosso, lo spirito è stato sempre quello di affrontare tutto con serenità. Molto spesso ci siamo riusciti e per questo siamo contenti, soddisfatti».

Per il futuro, cosa bolle in pentola?

«Sta per partire, il prossimo 31 marzo, la stagione primaverile 2019 della rassegna “Tutti a Teatro” con un cartellone molto ben costruito ed attraente; poi stiamo per iniziare la preparazione di 4 nuovi spettacoli pronti per l’estate e per il prossimo autunno, e tra questi uno molto atteso, il nuovo musical ma non posso svelarne il titolo… Un augurio che faccio a tutti noi è quello di continuare sempre con umiltà il nostro cammino e che sia sempre ricco di emozioni e soddisfazioni».

*Officina teatrale Primomito

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