Via la maschera!

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di Luana Izzo*

La maschera è un elemento fondamentale nel teatro, è un simbolo forte, è il suo simbolo principe, tanto che le attività teatrali vengono indicate proprio con due maschere quella sorridente, per la commedia, e quella triste, per la tragedia. Ma quale ruolo ha avuto la maschera nel teatro? Anticamente la maschera era utilizzata dagli attori in scena, ogni maschera identificava ruoli ben precisi con caratteristiche ben definite.

Con la riforma goldoniana del Settecento, il teatro cambia drasticamente: meno spazio all’improvvisazione e più al copione e soprattutto, gradualmente, via le maschere. L’attore doveva imparare a condividere le emozioni a farle trapelare attraverso la gestualità, l’espressività del viso. Un compito non semplice: non è facile vivere emozioni e trasmetterle al pubblico.

Durante il laboratorio teatrale si effettuano diversi tipi di esercizi per gestire consapevolmente le emozioni, cosa che spesso aiuta anche nella vita sociale: a volte indossiamo una maschera invisibile nella vita quotidiana soprattutto per fare fronte alle paure, le ansie, al confronto con gli altri. Pensiamo a chi è troppo timido e non riesce a parlare, chi indossa una corazza perché non vuole fare vedere le sue debolezze, chi invece non è per nulla forte e crolla alla prima difficoltà. Il riso, il pianto, la gioia, la tristezza e tutti gli altri colori delle emozioni vengono sperimentate durante il laboratorio teatrale e si impara a viverle sia intimamente sia a condividerle col gruppo che diventa una muraglia difensiva che aiuta a vincere le paure, le ansie. Gestire le emozioni non significa comandarle ma viverle con consapevolezza e senza timore.

*Officina teatrale Primomito

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