Dal 1993 è la fucina dei campioni del mondo. Se sei un pilota automobilistico professionista, devi essere per forza passato per il circuito internazionale di Napoli. Tra l’asfalto e i kart che scaldano l’animo degli appassionati si sono fatti le ossa alcuni tra i più grandi campioni del panorama mondiale. Un percorso non casuale da quando l’idea e la passione di Giuseppe Sorrentino si è concretizzata dando vita al motor park sarnese, un’eccellenza tutta italiana. Claudio Ciccone, che cura la comunicazione del circuito, ha parlato dei programmi presenti e futuri, facendo una panoramica storica su quello che il circuito era e ha rappresentato per le quattro ruote.
Cosa vi ha portati a progettare un circuito a Sarno?
«Tutto è nato dall’idea e dalla passione per il motorsport e le gare da parte dell’imprenditore Giuseppe Sorrentino. Nei primi anni ’90 fu realizzato il primo abbozzo di pista, rappresentato da un tracciato lungo 450 metri. Da allora, è stata posta la prima pietra per la realizzazione di quello che ad oggi è un vero e proprio riferimento per amatori e professionisti».
Da una linea d’asfalto lunga 450 metri ad un motor park di caratura internazionale: com’è possibile?
«Con vari investimenti privati che includevano l’allungamento della pista e altre strutture adibite al poter svolgere le gare. Negli anni abbiamo puntato all’allungamento della pista fino ad arrivare agli attuali 1547 metri, che rendono il circuito sede di campionati europei e mondiali. Ad oggi sono presenti anche un albergo e diverse facilities, le tribune, che rendono il circuito moderno ed affascinante. Ci sono dei camion, come quelli che si vedono in tv, con wifi e corrente. Posso dire che il tracciato è diventato soltanto una delle componenti».
Questo, con il tempo, ha fatto sì che sul circuito mettessero gli occhi pezzi da novanta del mondo automobilistico…
«Nei primi anni 2000 grazie alle sue specifiche tecniche e alle strutture annesse ai fini dell’attività, viene scelto da Jean Todt, attuale presidente Fia, per far praticare delle prove su kart a Michael Schumacher, già campione del mondo in F1. Questo poi ha fatto sì che ad oggi godiamo della fiducia di partner globali».
Il kart rappresenta l’attività principale della pista?
«È il core business del motor park. Rappresenta l’attività propedeutica a tutte le forme di automobilismo sportivo. Il 98% di coloro che svolgono gare automobilistiche si sono allenati prima con i kart. A Sarno, sotto l’egida Fia, sono stati ospitati sia campionati mondiali che europei di kart. Riuscendo a riscuotere la fiducia dei maggiori promotori, come appunto la Fia, quasi tutti i piloti che attualmente corrono in F1 sono cresciuti a Sarno. Verstappen si è fatto le ossa, ha corso nel nostro circuito da quando aveva 10 anni. Posso garantire che se ha raggiunto un determinato livello è tutto frutto di lavoro e sacrificio. Ma anche Leclerc, Giovinazzi, Massa, Hamilton, Rosberg, Hulkemberg, Raikkonen sono passati di qui, la lista è davvero lunga. Nel 2014 a Sarno vi fu inoltre l’ultima partecipazione di Schumacher ad una gara, anche se il campione, inizialmente iscritto, vi corse soltanto le prove libere».
Come si può migliorare un progetto già vincente?
«Non si parla di migliorare: quando arrivi a certi livelli devi mantenere elevati gli standard di qualità e sicurezza. Posso affermare che il circuito internazionale di Napoli è benchmark a livello mondiale perché offriamo il meglio per esprimersi».