Lo sport si insegna… ed insegna

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di Vittorio Cicalese

Sembra un argomento di second’ordine per la politica di Salerno città, anche se tale non è nella pratica poiché grande è lo sforzo attuato sin dalle prime battute della nuova amministrazione comunale a guida del sindaco Vincenzo Napoli ed in particolare dall’assessore allo sport Angelo Caramanno, eppure la situazione relativa all’impiantistica sportiva non può far altro che visualizzare da lontano – con tanto di gigantoscopio – un puntino con su scritta la parola “Fine”.

A farla da padrone, in particolare, sono i cosiddetti “sport minori” che non hanno la possibilità di godere di spazi propri per l’esecuzione pratica delle proprie attività: eccezion fatta per il baseball, che ha addirittura la possibilità di godere di 50 metri quadri di spazio per le proprie attività – con la bella intitolazione del campo “Maurizio Calenda”, ex giocatore dei Thunders – seppur limitate alle attività di propaganda e di allenamento fino alla categoria under 12 poiché (per ovvie ragioni), non è possibile disputare le partite ufficiali di una squadra seniores o delle successive categorie juniores su un fazzoletto così ridotto di terra battuta – e per le società di basket e pallavolo che hanno l’onere e l’onore di suddividersi orari e spazi all’interno della palestra “Senatore” dell’unica struttura comunale polivalente presente in città, lo stadio “Vestuti”.

Mentre per le gare ufficiali del volley il campo ufficiale resta, per alcune società, quello della palestra “Senatore” di cui sopra, tante altre si realizzano nelle varie palestre degli istituti superiori che hanno la possibilità di ospitare, entro i limiti della decenza, le proprie attività: è il caso, nello specifico, della palestra del liceo scientifico “Severi” – recentemente tradottosi anche in liceo sportivo proprio grazie alla propria struttura che consente la realizzazione di un percorso lievemente più adeguato rispetto alla norma in questo ambito, tanto da essere stato individuato come l’unico istituto in tutta la città di Salerno per la realizzazione di tale indirizzo – che ospita una buona parte delle gare ufficiali di squadre semi-professionistiche di volley. 

Altro pezzo importante del mosaico che compone le possibilità di realizzazione della pratica del volley in città è la palestra della scuola secondaria di primo grado (scuola media, ndr) “Monterisi” (a “gestione comunale”, dunque) che ospita il C.s. Pastena che pratica anche il basket. Altro caso interessante è proprio quello del basket, infatti, che pur avendo il PalaSilvestri (a Matierno) per le gare ufficiali, ha comunque pochissimo spazio d’azione nelle altre parti della città di Salerno: ci si suddivide, nella pratica, tra le palestre dell’Istituto “Genovesi-Da Vinci”, del “Focaccia”, oltre ad altri spazi presenti in varie altre parti della città tra cui spicca l’Istituto dei “Salesiani” in via San Giovanni Bosco ma non a gestione virtuale della Provincia.

Parliamo nel dettaglio di sport che necessitano di spazi chiusi proprio per capire quanto la pubblica istruzione, a Salerno, sia influente per la realizzazione delle attività: se anche altre discipline, come ad esempio il tennis o il rugby, si muovono in queste stesse strutture, è per attività scolastica gratuita ma non per l’esecuzione pratica delle proprie attività. 

Un altro esempio interessante è dato dalla Pdo, la squadra di pallamano di Salerno che ha a disposizione una struttura, la “PalaPalumbo”, unica eccezione nel panorama sportivo locale, che vede la costante lotta da parte delle società per ottenere in modo continuativo uno spazio per le proprie attività. 

Da un lato, dunque, abbiamo le strutture pubbliche comunali, sopra elencate, che forniscono una minima copertura per sopperire alla domanda sempre crescente delle società vecchie e giovani del territorio; dall’altro le strutture a gestione provinciale che rappresentano un fortissimo elemento di sostegno per le attività di sviluppo territoriale.

Si parla di sviluppo proprio perché all’interno degli istituti superiori si realizzano, eccezion fatta per quanto registrato al liceo “Severi”, le attività di propaganda ed i campionati giovanili di una buona parte delle squadre salernitane, affollate all’interno di pochissimi istituti poiché la Provincia non risulta restia alla concessione in uso degli spazi ma, come attestato dai vari dirigenti scolastici, poco elastica nella gestione di eventuali fondi (che puntualmente non arrivano o risultano comunque insufficienti) per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture. Basti pensare che l’Istituto “Trani” ha una palestra inagibile da tempo immemore, così come il liceo “Tasso” che ha, di fatto, una palestra ridotta ai minimi termini o l’Istituto alberghiero ed il liceo artistico che hanno pochissimo spazio di manovra. 

Da una parte, quindi, il disagio per l’esecuzione delle attività curriculari, con i docenti di scienze motorie costretti a ridurre drasticamente il raggio d’azione delle proprie attività per evitare che ci possano essere rischi seri per chi frequenta gli istituti; dall’altra il disagio di chi quegli spazi vorrebbe utilizzarli per attività extra-curriculari o per attività societarie con associazioni sportive dilettantistiche ma non può, poiché gli spazi sono pochi e fatiscenti.

La domanda continua a crescere, l’offerta continua a stentare. La parola “fine” su questo capitolo continua a restare un miraggio in un deserto o, per meglio utilizzare una metafora proveniente dal “Vestuti”, una risaia.

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