di Matteo Maiorano – Ha trascorso gli anni della sua carriera alla guida di alcune delle società più quotate del Mezzogiorno, alternando buone prestazioni ma pagando dazio per via di rendimenti discontinui e divergenze con le società. Raffaele Novelli, fermo dalla parentesi al club francese del Pau, sta seguendo con grande attenzione l’evolversi delle vicende legate alla ripresa degli allenamenti. Autore di un calcio votato all’attacco, il tecnico salernitano è favorevole all’estensione, per i turni di campionato a venire, della regola dei cinque cambi anche ai campionati di B e A.
Mister, consapevoli che il rischio zero non esiste, quale strada imboccare: interruzione dei campionati salvaguardando l’incolumità dei tesserati o tornare a giocare, tutelando interessi economici?
“Il campionato va fermato, giocare sarebbe una forzatura. Calciatori e allenatori non sono sereni, le priorità sono altre: quello che sta accadendo nel mondo pone il problema dello sport in secondo piano, a prescindere dagli investimenti del singolo. Senza tranquillità non c’è spettacolo”.
L’esperimento dei cinque cambi è stato molto utilizzato, nel recente passato, da tecnici (vedi Dionisi all’Imolese) che oggi in B preparano partite sulle tre sostituzioni. Pensa che possa essere estesa la regola ai campionati superiori, per prevenire il rischio infortuni?
“Certamente. Giocare ogni tre giorni, sotto il sole estivo, potrebbe essere sfiancante. Avere a disposizione cinque sostituzioni, per un tecnico, significa poter dare ai giocatori la possibilità di riposare in maniera adeguata”.
Abbiamo esempi emblematici di come alcuni tecnici siano stati bravi nell’interpretare le partite in corsa, determinando esiti di interi campionati: Allegri, camaleontico sotto il profilo tattico, è stato pioniere in serie A di un tipo di gioco che ha trasformato i panchinari in veri e propri titolari aggiunti.
“Ogni tecnico ha le proprie strategie e in linea di massima potremmo assistere a figure che emuleranno l’ex Juve nei prossimi anni. Avere cinque cambi a disposizione significa preparare le partite in maniera totalmente differente: gli stessi atleti, in fase di rifinitura, erano già informati su quali giocatori sarebbero subentrati in corso d’opera, lasciando la strada aperta ad una sola sostituzione. In questo modo la rosa intera sarà coinvolta nella partita”.
In serie C, quali club a suo giudizio meritano il salto di categoria?
“Monza, Vicenza e Reggina credo che saranno promosse in caso di stop. Sono contrario al sorteggio perché non rispecchia i meriti sportivi di squadre che sul campo hanno dimostrato di essere superiori alla concorrenza. Si potrebbe pensare, una volta usciti dalla crisi, di giocare play-off ridotti in campo neutro”.
La Salernitana, prima dello stop, era in piena bagarre play-off.
“I granata possono ambire ancora alla promozione diretta. La differenza tecnica tra seconda e ottava della classe, a diverse giornate dalla fine, è quasi impercettibile”.
Quale calciatore l’ha maggiormente sorpresa quest’anno tra i giovani di C?
“C’è un mediano del Teramo, tale Federico Viero, di cui a breve sentiremo parlare. Dalla C purtroppo non stanno uscendo grandi nomi, perché il tipo di gioco non è più propositivo come accadeva anni fa”.
Ha avuto proposte per tornare in panchina?
“Due, da altrettanti club di C: uno campano e uno calabrese, ma non mi hanno convinto i progetti”.