Moscariello, una vita da talent scout

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di Matteo Maiorano

Per qualcuno può rappresentare un passatempo, per altri una passione, mentre per alcuni è diventato, con il trascorrere degli anni, un vero e proprio stile di vita. Un lavoro che ha garantito grandi soddisfazioni al nostro territorio. Felice Moscariello ha iniziato un po’ così, come tanti altri, per diletto, prima di comprendere l’importanza della propria opera e del proprio lavoro con il quale ha condotto diversi giovani talentuosi dai campetti di periferia alla serie A.

Con Enzo Campione ed Emilio D’Alessio ha accompagnato per mano alcuni elementi da Vietri al Delle Alpi, San Siro e altre arene del nostro calcio. Non del nostro tempo, perché purtroppo gli anni passano ma i gentiluomini restano. Erano gli anni ’70 e a Salerno si respirava calcio per ogni vicolo cittadino.

La Salernitana, che provò in più occasioni il salto di categoria, era la squadra regina del territorio ed il sogno di tanti giovani emergenti di quei tempi. All’oratorio dei salesiani Felice Moscariello organizzava diversi tornei di quartiere, per avvicinare i ragazzi allo sport più bello del mondo. «Ognuno in quegli anni, in diversi punti della città, vedeva nel calcio una sana via di fuga dall’ordinario. Per i ragazzi in particolare significava regalarsi un pomeriggio di svago all’ombra del sole che picchiava forte sull’oratorio».

Moscariello ha poi incontrato quelli che con il trascorrere del tempo sono diventati gli amici di una vita: «Vidi dapprima Campione, poi D’Alessio, con i quali comprendemmo il potenziale che avevamo sotto i nostri occhi».

Molti di quei ragazzi seguirono i loro mentori a Vietri. Laddove iniziò il grande viaggio del Vietriraito. Dopo diversi anni di distanza Moscariello è tornato in via San Giovanni Bosco, dove ha riassaporato gli anni passati tra erba e cemento. Con l’auspicio che un giorno possa rinascere a Salerno un settore giovanile pari a quello costiero. 

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