Troppo facile dirlo, ma ripartiamo da qui

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di Maria Cristina Folino

La situazione sembra sfuggire di mano ora dopo ora, come ci ricordano le continue mosse e contro-mosse delle direttive e dichiarazioni provenienti dal Governo, dai Ministeri, dalle Autonomie regionali e locali. Si cerca di restringere certe misure precauzionali, adottandone di nuove; anzi, di più: ora dopo ora, spuntano nuovi dubbi su questa pandemia che, probabilmente, sta polarizzando fin troppo l’immaginario collettivo, anche in ambito letterario. Non siamo molto distanti dai tempi di Cambridge Analytica, o dai problemi legati a privacy, dati personali e altre macro-tematiche che di avevano altrettanto scosso l’opinione pubblica. Ora, però, le priorità stanno cambiando: si tratta dell’intero ecosistema – umano, sociale, economico, naturale – che sta cercando risposte, mentre il virus divora sempre più quest’attenzione catalizzata su fatti contingenti, tangibili, a cui stiamo assistendo ogni giorno. E se di ora in ora, da un lato, c’è morte, paura, devastazione, dall’altro ci sono politiche, norme apposite e tanti piccoli contributi che arrivano per darci un segnale di speranza. La tragedia è immane; ma tante piccole luci la stanno rendendo meno buia. Basti pensare al grande sforzo di tutti gli addetti al servizio sanitario, che in Italia e anche nel nostro territorio sembra posare lo sguardo su quanto sta accadendo tra lacrime e segnali di speranza. La ripresa non sarà facile, forse neanche veloce, eppure molti italiani combattono e lottano ogni giorno, senza neanche accorgersene, per portare un sorriso nei volti di chi soffre. Partiamo da questo.

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