Zona orientale rugby popolare Salerno: quando sport e diritti si uniscono

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di Matteo Maiorano

Una squadra accessibile davvero a tutti. Questo lo spirito portante della “Zona Orientale rugby popolare Salerno”, società dilettantistica sorta nel 2015 nel quartiere di Pastena. Un sodalizio popolare che va avanti con i soldi che investono nel club i diversi utenti fidelizzati, che inseguono ogni giorno la palla ovale in mezzo al campo. Dal parco del Mercatello, nel 2015, la squadra è passata ad allenarsi presso lo storico impianto Vestuti, mentre le partite ufficiali sono giocate settimanalmente nella vicina Avellino. Una realtà che, nel corso di poco più di tre anni, è cresciuta a vista d’occhio: circa 50 tesserati tra le rappresentative maschile e femminile e un settore giovanile in costruzione.

“Zona Orientale rugby popolare Salerno” non è solo sport: è sociale, aggregazione, attivismo, antirazzismo, antidiscriminazione. “Mischia la diversità, placca il razzismo” è lo slogan che rende unica la società della periferia salernitana.

Domenico De Pascale, tesserato presso la squadra della zona orientale, racconta aneddoti e curiosità sul club rivolgendo il proprio sguardo alle infrastrutture salernitane.

Qual è la vostra storia?

«Siamo una società sportiva dilettantistica nata a Salerno nel 2015, impegnata nell’attività sia sportiva che sociale. La Z.O. rugby popolare Salerno è di recente fondazione ma vanta radici salde ed antiche, ancorate tra i quartieri periferici della nostra città».

In che modo è composto il sodalizio?

«La società è impegnata con la sezione maschile e femminile nei campionati federali della Fir. La prima è iscritta al campionato di C2, mentre la formazione femminile è annoverata tra le squadre della Coppa Italia Seven. Entrambe le competizioni sono quelle d’ingresso imposte dalla federazione. E’ per noi la seconda stagione agonistica: l’anno scorso siamo partiti con le prime gare ufficiali».

Quali invece i vostri principi?

«Il club, fin dalla fondazione, ha stabilito la sua vocazione, unendo i valori insiti nel rugby, particolarmente radicati dal punto di vista umano, alla lotta contro il fenomeno del razzismo, ai focolai fascisti e alla discriminazione di genere. Questi principi dovrebbero essere condivisi da ogni persona, non solo dagli sportivi».

In che modo siete attivi in campo sociale?

«Una delle attività che facciamo in favore dell’integrazione è Fratelli di Sport, al fianco dei minorenni extracomunitari non accompagnati, e per la quale, nel 2017, abbiamo ricevuto un importante riconoscimento dal Coni. In squadra contiamo diversi tesserati. Siamo legati alle realtà che si occupano di combattere il razzismo su tutto il territorio salernitano, non abbiamo nessuna protezione politica in senso lato, né partiti di riferimento. Offriamo, inoltre, gratuitamente la pratica sportiva a chiunque voglia iscriversi presso la nostra società. Non chiediamo quote d’iscrizione ai nostri tesserati: questo è il senso cardine dell’accezione popolare cui si lega la nostra squadra. I contributi sono facoltativi: lo sport è un diritto, non un privilegio e deve essere accessibile a tutti».

Dove svolgete gli allenamenti?

«Pratichiamo esercitazioni il mercoledì e venerdì presso lo stadio Donato Vestuti dalle ore 20. E’ possibile fare riferimento anche alle nostre pagine social per fissare un incontro e conoscere da vicino quelli che sono i paradigmi sportivi della Zeta O. La carenza di strutture è un fattore da non sottovalutare. Per anni abbiamo svolto gli esercizi al parco Mercatello prima di poter avere accesso all’impianto di piazza Renato Casalbore. Giochiamo le nostre partite casalinghe presso la vicina Avellino, sperando, nel giro di pochi anni, di avere la disponibilità di un campo sui cui svolgere anche le gare ufficiali. Questo è un limite per chi vuole intraprendere un percorso nel mondo del rugby: a Salerno sono migliaia gli sportivi di livello amatoriale. E’ indispensabile fare rete con le altre realtà sportive, noi faremo la nostra parte». 

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