Calcio italiano, vivai e Salernitana: lo spunto di Crescenzo

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Contro il Monza la peggiore Salernitana, ripartiamo dalle scuole calcio e ben vengano le U23.

Di Davide Bottiglieri

Ciro Crescenzo, classe ‘91, origini salernitane e una vita dedicata al calcio, prima come allenatore, ora come procuratore sportivo nazionale iscritto ai registri ufficiali.
È con cognizione di causa che il dott. Crescenzo ci offre un focus importante sulla situazione calcistica italiana, a ridosso del torneo più importante del mondo, atteso tra sei giorni con i padroni di casa impegnati nella sfida con l’Equador.

-Partiamo dall’ultima partita della Salernitana. Una battuta d’arresto che lascia mugugnare parecchio i tifosi, non solo per i punti lasciati, ma anche per il calcio espresso. Un commento!

Intanto grazie per la sua disponibilità nel farci una sana chiacchierata di calcio. Allora la partita di Monza ha probabilmente visto scendere in campo la peggior Salernitana della stagione, basti pensare al solo dato dei 0 tiri verso la porta difesa da Di Gregorio. Detto questo le battute di arresto sono normali per una squadra che, voglio ricordare, ha come obiettivo la permanenza nella massima Serie, evitando di giocarci il tutto all’ultimo respiro come l’ultimo anno. Fa discutere per noi che vediamo da fuori qualche scelta di Mister Nicola ma, essendo stato un Allenatore anche io, sono sempre dell’idea che è il mister che lavora con i ragazzi settimanalmente, lui sa chi sta bene e chi no, chi è più pronto e chi meno, ma soprattutto, spesso le scelte dipendono anche dallo studio dell’avversario e da come si pensa di affrontarlo. Sicuramente le considerazioni evidenti di questo primo scorcio di campionato sono che: senza una colonna importante ed esperta come Fazio, la difesa non regge come dovrebbe; mentre, scaramanticamente (rido ndr), eviterei di far indossare la fascia di capitano a Mazzocchi, dato che con lui come capitano, abbiamo raccolto 0 punti. Ovviamente si scherza, dato che Pasquale è un elemento fondamentale per la squadra, e io lo stimo veramente tanto.

-Trovi fondate le critiche a Nicola? È giusto metterlo in discussione?

Le critiche nel nostro mondo sono sempre ben accette, perché nessuno è il conoscitore supremo del calcio, e sicuramente, una persona intelligente come Nicola, le valuterà, perché è giusto sempre mettersi in discussione, e cercare di capire se i punti di vista altrui possono essere costruttivi per compiere un salto di qualità per il futuro. Detto questo, per me Nicola non si discute! Tolta la stima che provo nei suoi confronti, dato che l’ho conosciuto 8 anni fa mentre eravamo colleghi in un corso per Allenatori presso la Juventus University, ed è stato un collega umile e disponibile con tutti noi (aveva già allenato il Livorno in Serie A), non vedo nessun allenatore migliore di lui adatto per la Salernitana. Come dice malignamente qualcuno, sicuramente alternative migliori in giro non ci sono. Si parla di Andreazzoli, un grande insegnante di calcio secondo me, ma che per dare il suo giusto contributo, ha bisogno di partire da inizio stagione; o di Ranieri, uno dei migliori in circolazione, e gran conoscitore di calcio a livello internazionale, che ha sempre fatto rendere le sue squadre maggiormente rispetto alle aspettative che si avevano: farebbe molto piacere che lui sposasse la nostra causa, ma secondo me al momento è poco adatto al parco giocatori che abbiamo, presi e adatti alle esigenze calcistiche di Nicola, e che con lui devono continuare a lavorare. Per me Nicola non si discute!

– Giocatori del vivaio lanciati in prima squadra non se ne vedono a Salerno. Mancano giocatori di qualità, coraggio da parte della società o proprio una struttura adeguata allo sviluppo di giovani talenti?

Qui caro mio, andiamo ad aprire il vaso di pandora. Allora, il settore giovanile gestito dalla precedente proprietà e dirigenza non è mai stato all’altezza del blasone della Salernitana, tranne la categoria dei 2005 che si sono sempre fatti rispettare sul territorio nazionale regalando ai nostri colori più soddisfazioni e ottimi piazzamenti in classifica. Con l’arrivo del Presidente Iervolino, le cose stanno cambiando. È normale che è un “anno 0” e che quindi tutte le squadre sono praticamente nuove. La cosa importante è stata la scelta di Colantuono che è un nome importante a livello nazionale, e che quindi sarà capace di creare una rete di lavoro che possa portare importanti prospetti all’interno del Settore Giovanile, per giungere all’obiettivo che questo deve perseguire, che ricordo non è vincere i campionati, (tranne che per la categoria Primavera la quale inizia a dover competere per ottenere promozioni ed evitare retrocessioni, proprio con la mentalità della prima squadra), ma quello di “creare” dei giocatori e farli crescere con l’obiettivo di farli arrivare ad esordire in prima squadra. È utopistico? Si, assolutamente, ma pensate a quanto sarebbe importante anche per il bilancio della società, formare giocatori, farli giocare e poi magari rivenderli ai grandi Club, sempre che nel frattempo non sarà la Salernitana a diventare un grande Club dove i grandi giocatori vorranno venire e non dovranno andare via i nostri talenti. Concludo il pensiero dicendo che gli ultimi grandi nomi usciti dal settore granata sono Molinaro e Danilo D’Ambrosio, il quale secondo me verrà a Salerno nelle prossime stagioni.

– C’è davvero questa riluttanza, in Italia, di lanciare i giovani promesse rispetto all’Estero, dove prodotti del vivaio raggiungono presto le 100 presenze in prima squadra, senza passare anni e anni in categorie minori?

Si, assolutamente. In questo momento però qualcosa sta cambiando. Ci sono elementi delle primavere che gli allenatori delle prime squadre stanno “buttando nella mischia”, ma non solo per regalargli un esordio o un minimo di visibilità per consentire prestiti nelle categorie inferiori, ma proprio perché sono utili al contesto e alle esigenze tattiche di questi allenatori. Ci sono esempi evidenti: oltre la Juventus, dove giocatori come Miretti, Soulé, Iling Jr vengono mandati in campo con chiaro scopo di migliorare le situazioni dedotte da Allegri, mi hanno molto sorpreso Mourinho e Sarri, che hanno lanciato elementi come Volpato, Zalewski o Bove, o dall’altra sponda del Tevere è stato lanciato Romero, o negli anni scorsi Raul Moro, e tutti questi giocatori hanno inciso nei risultati. Passando a squadre di minor blasone, un bell’esempio è lo Spezia, dove fino allo scorso anno giocavano due giocatori spezzini, come Maggiore e Simone Bastoni. Naturalmente, ci vogliono coraggio e allenatori con “attributi”, che ci credano veramente in questi ragazzi. Se poi riescono ad incidere sulla testa di questi giovani, spronandoli alla dedizione e a crederci sempre, i risultati arriveranno senz’altro.

– Sei favorevole o contrario all’introduzione delle squadre U23?

Favorevole! In Italia abbiamo un solo esempio, la Juventus, dove per esempio Fagioli ha fatto tante presenze con loro in Serie C, ed è arrivato in Prestito a Cremona già con una dose giusta di esperienza nel calcio professionistico, tale da risultare decisivo nella cavalcata grigiorossa nella promozione in Serie A, e finalmente pronto anche a prendersi il posto da titolare con Allegri da ben 4 partite consecutive. Facciamo un ulteriore esempio: se l’Inter, avesse avuto la squadra Under 23, avrebbe mandato a giocare lì Satriano, che è un ottimo elemento, e magari in questo lungo periodo senza Lukaku poteva risultare utile ad Inzaghi nelle partite in cui serviva un attaccante dinamico come lui. Invece, non avendo l’Under 23, per consentirgli di giocare lo hanno mandato in prestito ad Empoli, dove sta facendo bene, ma non è a disposizione di Inzaghi.

– L’Italia è la grande assente dei prossimi Mondiali. Il nostro calcio è davvero ai minimi storici?

Questa domanda proprio nella settimana dell’inizio dei mondiali fa davvero male (rido ndr). La nostra nazionale è la grande assente. Ho la mia idea su quanto accaduto, ma è molto categorica, quindi evito di parlarne e rispondo alla domanda. No, il nostro calcio era ai minimi storici 5 anni fa, ora invece siamo campioni d’Europa. Questo non deve farci stare tranquilli però, perché il campionato europeo è alle spalle, e noi dobbiamo continuare la nostra crescita, perché sennò noi restiamo indietro e le altre nazionali continuano a progredire. Tolto il grave incidente di percorso della mancata qualificazione, il secondo accesso consecutivo alle Final Four della UEFA Nations League rappresenta comunque un ottimo risultato che consente una crescita, soprattutto guardando il livello del girone che abbiamo vinto. I talenti stanno tornando a venir fuori dai nostri settori giovanili, e sicuramente la strada verso il futuro potrà darci grandi soddisfazioni.

– Da dove ripartire?

Dalle scuole calcio. Sembra stupido dirlo, ma è così. Abbiamo bisogno di allenatori e istruttori qualificati, perché la crescita di un calciatore deve essere curata minuziosamente, e non basta essere un ex calciatore per formarne uno nuovo. Gli allenatori devono essere formati, aggiornarsi, insegnare ai ragazzi come risolvere le situazioni di gioco, ad essere dei calciatori pensanti, e non a vincere i tornei per le categorie delle scuole calcio soltanto per una gloria effimera. Poi mi rivolgo ai responsabili dei settori giovanili professionistici: non soffermiamoci esclusivamente sui ragazzi pronti fisicamente, ma analizziamo anche i ragazzi meno strutturati, ma con tecnica eccelsa, perché la natura farà il suo corso nella loro crescita e a quel punto potranno risultare importanti per le società. Insomma, diamo spazio al talento.

– L’aumento progressivo dei cartellini dei giocatori, dei bonus ai procuratori e dei premi all’interno dei contratti è un’evoluzione positiva nel mondo del calcio o è un processo che porterà al collasso?

Qui parlo della mia categoria, quindi qualsiasi cosa dirò potrebbe risultare di parte. Il calcio in questo momento vive di una figura importante che è quella di noi procuratori. Cosa siamo noi in realtà? Siamo coloro che gestiscono gli aspetti contrattualistici dei propri assistiti, ma ci siamo evoluti diventando intermediari tra le società per compiere operazioni di mercato. I cd. Bonus, sono compensi che vengono erogati agli Agenti Sportivi per aver compiuto un’operazione di trasferimento di un calciatore tra due società. Soprattutto quando non c’è sincronia di pensiero tra 2 club, ad esempio l’operazione Vlahovic, tra domanda e offerta. Io, personalmente, vedo solo una figura utile, così come nei processi, la figura del mediatore è davvero importante per raggiungere soluzioni che soddisfino le volontà di tre soggetti, e cioè società che vende, società che acquista, e calciatore.

– Come le piccole squadre possono dire la loro in un contesto come questo?

Le squadre meno blasonate lavorano in maniera leggermente diversa. I loro direttori sportivi hanno un rapporto con noi procuratori che si basa molto sulla fiducia reciproca, costruita sull’affidabilità di un agente sportivo. In questi casi, i DS chiamano i procuratori per avere informazioni su determinati calciatori, oppure per sapere se uno dei loro assistiti può essere utile alle esigenze tecnico-tattiche, ma anche economiche, della squadra in questione. Quindi fungiamo anche da osservatori, che vengono incaricati per ricercare il giusto elemento che possa sposare la richiesta dei Direttori. Questo perché, spesso, la rete di osservatori delle “squadre piccole” non è di livello, dato che richiederebbe un notevole sforzo economico delle società.

– Cosa serve alla Salernitana per fare il salto di qualità?

Il grande salto di qualità della Salernitana sarà raggiungere la salvezza con qualche giornata di anticipo. Gli step vanno fatti a piccoli passi. Non si può passare da una salvezza miracolosa, a pensare che di punto in bianco si possa puntare alla Conference League. Magari nel giro di tre o quattro anni, ci si potrà puntare, ma lo sforzo del Presidente Iervolino è notevole soprattutto dal punto di vista “strutturale”: da un lato, come già detto, concentrandosi in maniera decisa sul settore giovanile; dall’altro con il progetto del nuovo centro sportivo, e con la ristrutturazione del tempio Arechi, il quale, con la collaborazione della Regione, del Comune e del Club, sarà uno stadio adatto agli obiettivi che la società si prefigge di raggiungere. Se poi vogliamo parlare dell’assetto squadra in questo momento, dal mio punto di vista sono tre o 4 i giocatori da cui mi aspettavo di più. Senza far nomi, nel rispetto del grande lavoro compiuto da Morgan De Sanctis, sicuramente servirà un difensore centrale della stessa caratura di Fazio, e cioè un grande Leader; poi sicuramente si dovrà puntellare il centrocampo alzando un po’ il livello tecnico e dinamico; mentre in attacco va presa un altro elemento che da Gennaio in poi possa garantire un bottino di almeno cinque goal per raggiungere quanto prima l’ambito traguardo. Tutto questo, tengo ancora una volta a precisare, con Davide Nicola al timone.

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