Chiude la Rianimazione di Cava, comune e sindacati contrari

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La chiusura del reparto di Rianimazione dell’ospedale di Cava de’ Tirreni da parte dell’Azienda Sanitaria Ruggi ha provocato la reazione dell’amministrazione comunale metelliana e dei sindacati. Il personale medico, infatti, temporaneamente, sarà impiegato alla nuova emergenza determinata dalla diffusione della variante Omicron del Covid 19 attraverso la riapertura dei moduli di rianimazione e di terapia intensiva presso il Plesso “Giovanni Da Procida” di Salerno. “Nuova doccia gelata per i cittadini di Cava a seguito del provvedimento che porterà nuovamente alla chiusura del Reparto di Rianimazione nel Presidio Ospedaliero metelliano. La necessità dell’Azienda Ruggi è la copertura h24 di una guardia di rianimazione al Da Procida, dove sono state trasferite le attività di Pneumologia e Malattie Infettive Covid. Per l’ennesima volta si è deciso di privare Cava del personale della Rianimazione, costituito da 9 anestesisti, invece che immaginare turni a rotazione coinvolgendo tutti gli anestesisti presenti sui diversi plessi aziendali così da non determinare il blocco delle attività nel Presidio metelliano. È l’ennesima sconfitta per il territorio e la dimostrazione che la politica locale non ha alcun potere e nessuna possibilità di frenare le scelte inadeguate dell’Azienda. Dopo due anni di pandemia e battaglie per la riapertura della Rianimazione, oggi siamo punto e daccapo. Questa scelta potrebbe determinare definitivamente la morte del Presidio che a fatica in questi mesi aveva lavorato duramente per far tornare a regime le attività. Se c’è ancora tempo per cambiare idea, ci sia l’impegno di tutti. Cava, i suoi cittadini e i suoi operatori sanitari, non meritano tutto questo” dichiara Antonio Capezzuto Segretario Generale della Funzione Pubblica CGIL Salerno. Il Sindaco Vincenzo Servalli e l’Assessore alle Politiche per la salute, Armando Lamberti, hanno rappresentato al Direttore D’Amato la ferma contrarietà dell’Amministrazione Comunale a tale decisione che penalizza ancora una volta il Plesso ospedaliero metelliano. “Pur condividendo la forte preoccupazione per la diffusione del contagio e consapevoli della transitorietà della decisione – affermano il Sindaco Servalli e l’Assessore Lamberti – deve essere evidenziata una inadeguata programmazione nel reclutamento del personale necessario per affrontare e superare le criticità dell’intera Azienda Ospedaliera Universitaria e, in particolare di quelle, tante volte evidenziate, del “S. Maria Incoronata dell’Olmo”. Il nostro auspicio – conclude il Sindaco Servalli – è che ci sia un ripensamento sulla decisione adottata e che, in ogni caso venga dichiarata ufficialmente dai vertici aziendali la transitorietà della riduzione del servizio”.

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