Conti in rosso a Salerno, sì al “Salva Comuni”. Tra sei mesi tariffe alle stelle

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Da un lato l’adesione ufficiale al decreto “Salvacomuni” per gestire la palude della grave situazione economico-finanziaria in cui è caduto il Comune di Salerno, dall’altro lato un’altra situazione di emergenza che è quella dell’ambiente in città e il verde pubblico che oramai fa assomigliare Salerno più ad un luogo abbandonato a se stesso che ad una città europea e turistica, in piena stagione…estiva. E a proposito di stagione estiva, proprio per mancanza di fondi – a quanto pare – l’Arena Mercatello diventerà…Arena Arbostella: l’evento traslocherà – infatti – per mancanza di fondi proprio nel teatro Arbostella, recentemente rinnovato. Preoccupano questi aspetti e tanti altri, ma soprattutto quello delle casse comunali, che dall’anno prossimo dovranno “chiedere” un sacrificio non indifferente ai cittadini che vedranno le aliquote (soprattutto per Tari e Irpef) salire verso l’alto a dismisura pur di salvare “capra e cavoli” per i prossimi 6 mesi. Come se – ad esempio – la Tari non fosse già una delle più alte di Italia a Salerno, arriva un’altra doccia fredda per i salernitani. Ma la situazione non va giù all’opposizione di Palazzo Guerra, mentre i cittadini esprimono ogni giorno – tra battaglie social e proteste – dissenso per le condizioni in cui versa la città: tra topi a lungomare e blatte in tutta la città, con l’erba che cresce sempre più alta e la foto di una città sempre più stropicciata e ingiallita. Lunedì si terrà una commissione ambiente straordinaria e in presenza a via Seripando e in piazza San Francesco con i consiglieri comunali. Ma a scendere letteralmente in campo sull’ambiente è il presidente del Consiglio comunale che in mattinata ha svestito i panni di “guida” dell’assise comunale e ha rivestito quelli dell’assessore accompagnando proprio Massimiliano Natella, collega all’ambiente, in strada: “Quando le cose non funzionano è facile puntare l’indice. Invece, da buon padre di famiglia, prima ancora che da rappresentante delle istituzioni, ritengo che sia arrivato il momento in cui ognuno debba rimboccarsi le maniche e fare la propria parte. Da giorni ricevo lamentele relative alla città sporca – ha scritto sui social – al decadimento del decoro urbano, all’assenza di manutenzioni che non penalizzano solo il verde pubblico ma anche tanti spazi per i nostri bambini. Nessuno però può essere lasciato solo. Per questo sono sceso personalmente in strada con l’assessore all’Ambiente Massimiliano Natella e il presidente di Salerno Pulita Vincenzo Bennet per monitorare le aree più sporche della città. Siamo stati a Mariconda, Pastena, Mercatello, sul litorale orientale e nelle zone collinari. L’invito che rivolgo a tutti i miei colleghi è di fare lo stesso. Solo insieme si può vincere la sfida del cambiamento. Lasciando alle spalle le accuse e guardando con concretezza al futuro”. Dichiarazioni che sono andate giù alla maggior parte dell’opposizione che tuona: “Dov’è stato fino ad ora?”.

LE REAZIONI
E sia sulle casse che piangono a Palazzo di Città, sia sull’ambiente ci sono proprio i consiglieri di opposizione a puntare il dito contro la maggioranza, sindaco e giunta. A cominciare da Elisabetta Barone, che affida una nota ai social: “Sono mesi che stiamo per strada a verificare la situazione di degrado e abbandono. Abbiamo messo cartelli per segnalare l’abbandono della città al suo declino ed è solo per questo che da qualche giorno, a rimorchio della nostra protesta, il presidente del Consiglio improvvisamente scende in strada per capire come stanno le cose. Ma dove vive? Ma attraversa anche solo un quartiere della città visto che non ci sono zone curate? Stamattina ho saputo che aderiremo intanto al decreto “salvacomuni”, ma che attraverso una mediazione parlamentare abbiamo ottenuto che per questo anno non ci saranno rincari su Tari e IRPEF. Ho replicato che da un anno diciamo che il Comune è in dissesto. Mi è stato detto con un candore incomprensibile che il Comune non è in predissesto perché questo è solo un disavanzo tecnico. Ho risposto che se aderiamo al decreto sostegni è perché evidentemente abbiamo l’acqua alla gola e non abbiamo altra scelta. Il mio interlocutore non ha potuto non ammettere che la scelta è stata obbligata e che se per quest’anno non ci saranno aumenti di Tari e IRPEF è prevedibile che non sarà così nei prossimi anni. Credo che non ci sia altro da fare che sfiduciare sindaco e giunta. Non penso che ci siano i margini per altre risposte”. Fa eco anche il capogruppo del Movimento 5 stelle, Catello Lambiase: “Che il comune di Salerno dovesse aderire al decreto Salvacomuni era una certezza: da Palazzo di Città hanno sperperato risorse ingenti nel passato alla continua ricerca di una immagine che le casse comunali non erano in grado di supportare. Un buon padre di famiglia non dovrebbe mai fare il passo più lungo della gamba, tanto meno per vanagloria. Paghiamo oggi spese folli per opere faraoniche spesso nemmeno portate a termine. E lo stato di completa incuria nella quale versa il verde pubblico ne è solo un’ulteriore conferma; non ci sono i soldi per gestire la manutenzione ordinaria delle opere costruite, dei parchi inaugurati e poi abbandonati a se stessi. Nessun amministratore dotato di senno – ha concluso Lambiase – costruirebbe piazze smisurate sapendo di non poterle nemmeno controllare. Ma la città di Salerno doveva servire ad una narrazione che sta mostrando, oggi, tutte le sue crepe. Ciò che dispiace è che i cittadini debbano ora pagare in tasse ed in minori servizi con l’inevitabile fuga di cittadini e di giovani che sono stanchi di promesse mai mantenute”. Ne è convinta anche la collega pentastellata, Claudia Pecoraro, vicepresidente del Consiglio comunale: “Sono mesi che stiamo dicendo che la situazione è di pre-dissesto economico. Abbiamo sottolineato in tutti i nostri interventi che quello che ci veniva proposto come bilancio era una condizione assolutamente inaccettabile sotto il profilo amministrativo. L’amministrazione che ormai ci governa da 30 anni ha lasciato un debito di oltre 200 milioni di euro ai cittadini e alle cittadine salernitani, un buco che non è stato possibile risolvere solo attraverso le strategie utilizzate fino ad ora, la svendita dei beni comuni e collettivi. Ci hanno giurato che non sarebbe mai successo, e invece oggi accade quello che noi avevamo pronosticato da mesi: ci troviamo con un decreto salvacomuni. La cattiva amministrazione ricadrà nelle tasche dei salernitani, con gravissimo danno. Oltre a pagare la Tari più alta d’Italia dovremo ancora sostenere un aumento anche dell’aliquota Irpef, per colpa di questa amministrazione che continua ad essere votata e sostenuta perché in realtà ha creato un substrato clientelare di sostegno elettorale che impedisce alla cittadinanza di esprimere con libertà la propria volontà. Questa amministrazione va commissionata, il sindaco e la giunta devono dimettersi immediatamente, quello che loro oggi ci presentano è un’eredità creata da loro stessi. Devono andare a casa non sono capaci di amministrare”.

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