Editor e agente letterario: alla scoperta di Marcella Brianda.

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Dalla Carlo Delfino Editore alla BieMme, una vita tra libri, autori e case editrici

di Davide Bottiglieri

Classe ‘79, nata a Sassari in terra sarda che adora e da cui non sa e neanche vuole staccarsi.

Ha amato profondamente gli studi nel Liceo Classico della sua città.

Ha fatto a botte, ma alla fine ha vinto lei, con gli studi universitari in Giurisprudenza, che le tornano

ora utilissimi per la parte giuridica della sua attività.

Una volta laureata non ha potuto resistere al richiamo della letteratura e ha bussato alla porta della

prestigiosa casa editrice locale di Carlo Delfino, dietro la quale ha scoperto il mondo dell’editoria

mai più lasciato.

Nel 2023 ha compiuto la maggiore età come editor professionale, mentre è più giovane la sua

attività di agente letterario.

Nel luglio del 2023 la sua agenzia BieMme servizi letterari, fondata in un momento di totale follia,

compirà 7 anni.

Quando guarda l’elenco dei libri usciti dalla rappresentanza della BieMme, e l’elenco delle scrittrici

e degli scrittori che compongono la sua squadra ringrazia se stessa per avere saputo essere folle,

almeno una volta nella vita.

Chi è un agente letterario? Come si colloca nel panorama editoriale?

L’agente letterario è quel professionista che conosce bene il mercato editoriale e le linee editoriali

delle varie case editrici, pertanto sa far incontrare le opere, in base al genere e ai contenuti, con gli

editori che sarebbero più interessati a pubblicarle; inoltre ha le competenze tecniche (conoscenza

della contrattualistica e del diritto d’autore in particolare) per la negoziazione delle proposte

contrattuali per una maggiore tutela degli interessi dell’autore e, in un secondo momento, ha

l’autorizzazione a controllare il corretto adempimento del contratto da parte dell’editore.

Quindi possiamo dire che l’agente letterario si colloca come un intermediario che facilita e

promuove l’incontro tra scrittori e autori e ne tutela i rapporti con la finalità di immettere nel

mercato il “prodotto libro” nella maniera più efficacia possibile.

Perché è così importante la figura di un agente letterario?

Lo è per varie ragioni. Tra le principali c’è quella che spesso gli editori prendono in valutazione

principalmente testi proposti loro dalle agenzie in quanto presumono che su quei testi sia già stata

fatta una valutazione da parte di professionisti, e quindi difficilmente si troveranno a perdere tempo

nel leggere opere di scarso valore. Poi vi sono ragioni collegate alle competenze di cui ho parlato

prima. Un autore può non essere un conoscitore del mercato editoriale e può non individuare quali

siano le Case editrici che fanno al caso suo, così come può senz’altro non avere le conoscenze

giuridiche necessarie per interpretare bene le clausole dei contratti di edizione e questo può portare

nel corso del rapporto con l’editore a delle situazioni anche molto spiacevoli.

Perché l’agente letterario è ancora una figura così poco conosciuta, nel senso che un

esordiente, il più delle volte, non sa che può rivolgersi a un agente letterario?

Non so dar una risposta certa ma faccio un’ipotesi: potrebbe essere che l’attività di un agente

letterario sia abbastanza sconosciuta perché si occupa di cultura (nella forma della scrittura). Sono

convinta che se facessimo il gioco di chiedere a delle persone cos’è un agente letterario quasi

nessuno saprebbe rispondere, se invece chiedessimo alle stesse persone chi è un procuratore

sportivo tutti saprebbero rispondere, eppure in un certo senso fanno la stessa cosa. I miei autori

infatti mi chiamano Jerry e mi cantano “coprimi di soldi”. (Vabbè questa tagliatela ovviamente!)

Qual è la parte più difficile del suo lavoro e quale, invece, quella più gratificante?

La parte più difficile del mio lavoro sono le lunghe, troppo lunghe, estenuanti attese di risposte da

parte degli editori. E poi accettare i “no” non ben motivati (quelli motivati bene invece fanno anche

crescere); la parte più gratificante è quando un mio autore riconosce l’importanza del mio intervento

per arrivare dov’è arrivato e si sente parte di una squadra.

Poesia: tantissimi a scriverla, eppure un mercato così difficile… Perché?

Tantissimi a scriverla su Facebook. Nei social siamo abituati a scorrere velocemente i post e buttare

là il nostro like senza soffermarci più di tanto sui contenuti, e siamo abituati a fare complimentoni

anche laddove non ci sarebbe niente di cui complimentarsi. Non costa niente mettere un like o

scrivere “bellissima”, mentre acquistare un libro costa e sappiamo bene che nel nostro contesto

nazionale i lettori non sono tanti, quindi (faccio l’avvocato del diavolo) se posso godere delle poesie

gratis che trovo in web e gratificare pure il poeta di turno con il mio like perché spendere dei soldi

per comprare un libro di poesia? Come stanno davvero le cose si vede quando il poeta pubblica una

sua raccolta di poesie. Se riesce a vendere un terzo di libri rispetto al numero di like che riceve con

una sola poesia postata in Facebook vuol dire che è davvero bravo!

Cosa non deve mai fare un autore: gli errori più comuni di cui si “macchiano” gli esordienti

A mio avviso gli errori più comuni e compromettenti per gli esordienti sono due:

1) proporre l’inedito agli editori senza averlo prima sottoposto all’editing di un editor

professionista;

2) firmare contratti di cui non ha compreso bene la portata di ogni clausola.

Cosa si intende per tutela legale dell’autore? Quali sono i rischi che corre l’autore e cosa fa

un’agenzia per tutelarlo?

Anche a questa domanda rispondo richiamando le mie argomentazioni sulle competenze dell’agente

letterario. L’autore corre il rischio di non saper decifrare la terminologia tecnica di un contratto

editoriale e con ciò di vincolarsi a norme che magari non gli stanno bene. L’agente con le sue

conoscenze sa prevenire questo tipo di inconveniente. Inoltre ha la facoltà di “controllare” che

l’editore esegua correttamente il contratto, e quindi può sollecitare rendicontazione e saldi e in

generale può ottenere che se qualche clausola dell’accordo tra autore ed editore non stia essendo

rispettata dall’editore quest’ultimo rientri nella condizione di adempimento.

Cosa dovrei fare per essere rappresentato da voi?

Dovrebbe aver scritto un libro o avere un progetto di scrittura e poi dovrebbe scrivere una mail

all’indirizzo dell’agenzia ([email protected]), per spiegarmi in maniera sintetica ma

chiara cosa sta chiedendo alla BieMme.

Come in ogni professione, anche nella sua ci vuole preparazione. Non ci si può improvvisare.

Quanto ha studiato per diventare agente letterario?

Non c’è un percorso formativo specifico per diventare agenti letterari, tuttavia alla luce delle

competenze giuridiche, in materia di letteratura ed editoria che occorrono posso dire che ho studiato

a partire dal primo giorno del primo anno di Liceo Classico, per passare attraverso gli studi in

Giurisprudenza e dopo la laurea approdare in Casa editrice, dove ho acquisito le competenze in

tecniche di redazione e coordinamento editoriale. Lo studio in questo lavoro è continuo e

ininterrotto. Praticamente sono 31 anni che studio per poter svolgere questo lavoro (e così vi ho

anche detto quanti anni ho!).

Con quale delle due parti è più difficile “dialogare”? Gli autori o le case editrici?

Non posso rispondere per categorie. È del tutto relativo. Dipende esclusivamente dalle singole

persone, dal loro carattere, dalla loro sensibilità ed educazione. C’è di tutto, nel bene e nel male, in

entrambe le parti!

L’autore o l’autrice che sogna di poter rappresentare o che avrebbe voluto rappresentare?

Da questo punto di vista sono realizzata, tutte le autrici e gli autori che rappresento sono la

realizzazione di un sogno.

Quello che spero sinceramente è di riuscire ad essere io ad aiutarli a realizzare il nostro sogno di

veder ben pubblicati i loro libri.

La sua posizione sulle case editrici a pagamento.

Domanda di riserva?

Scherzi a parte, mi sento di dire solo che io come agente non posso fare collaborazioni con le case

editrici a pagamento. Del resto non mi permetto di fare di tutta l’erba un fascio. Anche i quel settore

ci sono dei distinguo da fare e se ne potrebbe parlare a lungo, ma mi avete messo il limite di 8000

caratteri e me ne restano soltanto una manciata che preferisco usare per ringraziarvi per questa bella

intervista e per quello che fate con la vostra realtà.

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