Fallimento democrazie occidentali o disegno di nuovi equilibri internazionali? Momento di scelte, non analisi

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FALLIMENTO DELLE DEMOCRAZIE OCCIDENTALI O IL DISEGNO DI NUOVI EQUILIBRI INTERNAZIONALI? È IL MOMENTO DI SCELTE NON DI ANALISI

Di Francesco Morra*
Quanto sta capitando in Afghanistan è la conseguenza di un concetto inequivocabile: l’Occidente ha perso!

Mi appassiona solo fino a un certo punto andare a ritroso tra analisi geopolitiche e ideologiche.

Ora, non è il tempo delle analisi, ora è il tempo di soluzioni urgenti e immediate. In ballo ci sono la vita e i diritti di decine di migliaia di civili, oltre alla battaglia contro il terrorismo.

Gli Stati Uniti, nell’immaginario collettivo, per anni, hanno ricoperto un ruolo di riferimento del mondo democratico, un faro per la tutela, la libertà e per i diritti di tante minoranze.

Tuttavia, così come in tante circostanze del passato, non hanno la copertura del dogma dell’ infallibilità.

Hanno sbagliato e, nel caso di specie, gravemente.

La decisione è stata disarmante, spiazzante; decisamente, un punto di non ritorno nella delicatissima lotta al terrorismo.

Una scelta che ha reso tutti più vulnerabili, ha rafforzato i talebani, ha scoperto il lato debole e ha attestato il fallimento di un ventennio di gestione politica.

A mio modesto avviso, si rischia di commettere due errori di valutazione:

il primo è considerare quanto sta capitando a Kabul, qualcosa di “lontano” da noi. Saremo presto tutti coinvolti, da un lato, in merito alle azioni umanitarie che coinvolgeranno i governi, dall’altro, dalla accentuata vulnerabilità dei nostri territori. I talebani, ottenuto l’Afghanistan, potrebbero non limitarsi ad esso, ma rafforzare la loro azione terroristica e criminale.

Il secondo errore, a mio avviso, è dividersi in buoni e cattivi, Guelfi e Ghibellini.

Credo ci sia altro, rispetto a questa scelta così drastica e repentina. Non ci credo. Non ci voglio credere e non posso crederci.

Possibile che tutto sia accaduto così all’improvviso, senza che questa scelta sia stata lungamente maturata?

Possibile che questa scelta non sia stato il precipitato, tacito o meno, di scelte e posizionamenti internazionali? Mi ha colpito che tra le poche ambasciate tutt’ora ancora operative, ci siano quelle della Russia e della Cina. Le altre sono state costrette e indotte a evacuare.

Non è un segnale di poco conto.

Il riposizionamento in termini di forza, può essere una chiave di lettura. l’Afghanistan, per la sua posizione geografica, può essere stata la prima vittima sacrificale dei nuovi equilibri internazionali.

È presumibile che, dopo anni d’intransigenza a prescindere, si passerà alla trattativa (non il dialogo, cosa altra e diversa) con i talebani. Questo nuovo scenario è un salto nel vuoto, potrà provocare altro sangue e sacrifici, ma temo sarà presumibile.

Ora, che fare? Tutto il possibile per salvare la vita di migliaia di civili, donne e bambini. Le immagini terribili che da giorni contraddistinguono i nostri canali d’informazione non possono lasciarci indifferenti. Toccano le nostre corde sensibili.

Non possiamo voltarci dall’altra parte. È un dovere morale. È una nostra responsabilità. È una priorità assoluta per l’imminente G20. È il momento di un fronte comune.

È il momento delle scelte e non delle analisi.
•sindaco di Pellezzano

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