FRANCESCA BOVE «La mia passione per il teatro»

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«Conciliare testi e scrittura è stata una gran bella sfida, sono sempre alla ricerca di una nuova avventura»

di Luana Izzo*

Francesca, lei è insegnante, cosa pensa del teatro nelle scuole?

“Il teatro è una grande passione che mi ha coinvolto fin da bambina e che, poi, ho condiviso con i miei alunni durante tutta la mia carriera d’insegnante. Ho scelto di fare teatro a scuola perché le sue finalità intrinseche sono strumento per il perseguimento degli obiettivi didattici: il teatro è un insieme di discipline che coinvolgono emotivamente e attraverso le emozioni si apre un canale più stimolante e creativo verso l’apprendimento; fare teatro significa creare un mondo propulsivo di esperienze, delineare percorsi trasversali stimolanti, sviluppare creatività e fantasia, educare alla disciplina fisica, ad una gestione più consapevole del proprio comportamento in relazione a se stessi ed agli altri, acquisire una maggiore capacità socializzante ed una positiva crescita relazionale”.

Come nasce la sua passione per il teatro?

“L’ amore per il teatro è andato ben oltre la mia attività scolastica conducendomi fino alla meravigliosa esperienza di essere parte della compagnia teatrale “Libero e i suoi” diretta da Salvatore Borriello, percorso che mi ha fatto vivere sensazioni uniche. Gli attori raccontano la vita trasmettendo messaggi ed emozioni e chi ascolta ne vive le gioie o le tristezze, le angosce, i drammi o la leggerezza dell’esistenza, la follia o la razionalità, la realtà, il sogno o la fantasia… Uno spettacolo teatrale è fonte di cultura, di conoscenza, di emozioni per chi è spettatore; di altrettante forti emozioni per chi è interprete, il quale avendo la possibilità di calarsi in personaggi dalle mille sfaccettature ne assorbe vizi e virtù e ne diventa parte integrante, allontanando il proprio essere per abbracciare personalità differenti e vivere per qualche momento una realtà nella finzione…è magia!

Oltre al ruolo di attrice quello di autrice e regista, come nasce il suo gruppo teatrale “Le Leggende” a Castel San Giorgio, un gruppo che unisce giovani e meno giovani dimostrando che il teatro abbatte le barriere temporali.

“Accanto all’attrazione forte per il teatro, ho un’altra grande passione: la scrittura. Conciliare teatro e scrittura è stata una gran bella sfida! Ho iniziato a pensare di scrivere testi e, una volta messi i pensieri su carta, è stata immediata l’idea di mettere in scena rappresentazioni, coinvolgendo le amiche da sempre appassionate all’esperienza teatrale. Dunque, anche l’inizio di un lavoro di regia. È nata una nostra compagnia teatrale in occasione della prima rappresentazione di uno spettacolo fiabesco, interpretato da sole donne, ambientato nel mondo delle streghe, la cui trama si dipana intorno ad una leggenda. Da qui l’idea di chiamare la compagnia “Le leggende,” nome scelto anche per ricordare che i membri provengono tutti da una lunga esperienza teatrale e proseguono il percorso con immutata passione ed entusiasmo. Il gruppo storico in seguito si è arricchito di nuovi elementi, quasi tutti con un bagaglio di pratica teatrale maturata in diversi percorsi. È entrata a far parte della compagnia una componente maschile, con il pregio di sapersi adattare con ironia e leggerezza alle mille sfaccettature di noi donne. Siamo un gruppo variegato, ben assortito, dai più giovani ai più adulti, tutti pronti a mettersi alla prova. Il secondo spettacolo andato in scena è stato “Una, tante, nessuna…riflessioni ironiche e non”, un percorso guidato da una voce narrante che racconta la donna nella sua complessa, versatile e multiforme capacità di esistere. Sette scene per sette diversi aspetti della donna (Moglie, madre, social, operaia, alfa, amante, nessuna), raccontati con ironia, ma con forti spunti di riflessione per cercare di entrare con maggiore consapevolezza nell’universo femminile. A questo spettacolo è seguito “Scegliete voi, siete liberi di farlo”, un viaggio attraverso i sentimenti: quelli forti, quelli dolci, quelli che sconvolgono, quelli che accompagnano la vita di tutti noi, gestiti da un venditore di sentimenti, una metafora che invita ad orientare la propria anima verso un percorso di amore universale. Ho diretto anche una nuova compagnia, “Gli Zaffiri”, nello spettacolo “Dice qualcosa l’amore?” ambientato nel periodo risorgimentale, tra i cui attori ho avuto il grande piacere di ritrovare alcuni dei miei alunni e condividere da adulti la stessa intensa passione per il teatro è stata una gioia profonda. I miei spettacoli, già da quelli realizzati con i miei alunni, non sono solo di parole, ho cercato sempre di abbinare alla narrazione scene di movimenti coreografici e di canto. Sono sempre alla ricerca di una nuova avventura, di un nuovo modo di raccontare, di un nuovo aspetto che mi possa affascinare e allora ecco una nuova sfida, un nuovo progetto: scrivere una commedia divertente in dialetto. Speriamo di andare in scena presto!”

*officina teatrale “Primomito”

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