Giffoni Film Festival: Francesco Pannofino «è bellissimo stare qui, mi dà un’energia particolare»

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«Ritornare qui a Giffoni è sempre bellissimo, mi dà tanto». Queste le parole di Francesco Pannofino in apertura di dialogo con i ragazzi della sezione Impact del Giffoni Film Festival. «Vedere questi bei giovani che mi guardano con amore, affetto, gratitudine mi dà grande forza. Vuol dire che ho dato qualcosa: se non dai niente non ricevi niente» ha esordito l’attore. La conversazione con i ragazzi di Impact è partita dagli esordi della sua carriera e, tra gli innumerevoli complimenti e applausi, l’attore ha raccontato anche la fatica che c’è dietro a questo mestiere.

«È una gioia per me alleggerire la vita delle persone con la comicità. Questo lavoro non è facile, ma bisogna provarci, soprattutto alla vostra età. Io ho iniziato a 19 anni e non mi sono mai più fermato» ha detto l’attore alla platea di giffoners. Molti si sono mostrati interessati al mestiere dell’attore e hanno chiesto a Pannofino come ci si preparasse per esserlo; «più esperienze si fanno e meglio è. Bisogna sentire dentro sé stessi se si è portati o meno, bisogna sentirsi a proprio agio. E poi c’è la componente fortuna che fa la sua parte» è stata la risposta. Ma l’attore ha anche ricordato ai ragazzi che «fare questo mestiere è massacrante fisicamente, faticosissimo». Il consiglio di Pannofino per i ragazzi che intendono intraprendere questo percorso è «fare tutto quello che capita di fare e dimostrare di saperlo fare. Bisogna dare sempre il meglio di sé stessi anche per due sole battute».

Sulla sua carriera ha poi raccontato alcuni dettagli per condividere la propria esperienza con i più curiosi. Nella serie Boris ad esempio «alcuni meccanismi vengono a coincidere con la realtà. A volte si faceva fatica a distinguere il set vero da quello finto» ha detto Pannofino. L’attore ha poi ricordato il suo personaggio René Ferretti e ha raccontato del nuovo incontro con il suo ruolo nel momento in cui è stata girata la quarta stagione. «Il primo giorno che ci siamo rivisti sul set era come se ci fossimo salutati il giorno prima» ha raccontato «l’atmosfera era identica di quando avevamo lasciato». Il personaggio di René gli ha dato molto incoraggiandolo anche nel rapportarsi con altri ruoli e «fare cose di qualità».

Pannofino non ha poi esitato di parlare della sua carriera da doppiatore e di come questo mestiere sia cambiato con la pandemia e con l’avvento dell’intelligenza artificiale. Ha raccontato la difficoltà del doppiaggio ma anche il rapporto che viene a crearsi con gli attori doppiati: «quando entri nel corpo di una persona con la voce e ne segui la carriera, poi lo senti quasi come un parente. La mia voce però non la sopporto più». L’attore ci ha tenuto, infine, ad accennare allo sciopero di autori e attori in corso a Hollywood: «ci vuole una legge che possa governare il tutto. È impossibile fermare il progresso tecnologico, ma regolarlo è necessario. Rubare l’aspetto o la voce di una persona è un furto».

Francesca Scola

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