di Marta Naddei
Di Maio passa agli Esteri, Costa resta all’Ambiente così come Bonafede resta alla Giustizia. Il Pd s’affida al redivivo Lorenzo Guerini, che prende il posto di Elisabetta Trenta alla Difesa, e a Enzo Amendola, il quale dovrà occuparsi di Affari europei; Roberto Speranza va alla Salute.
Cambia tutto agli Interni: sarà la già prefetta di Milano, Luciana Lamorgese, a prendere il posto che fu di Salvini. Una scelta tecnica che lascia già presagire un cambio di rotta nelle attività del Viminale. Ricca e variegata la nuova squadra di Governo che accompagnerà Giuseppe Conte nella sua “avventura” bis alla guida del Paese.
Nel pomeriggio di mercoledì, il premier incaricato si è recato al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per sciogliere la riserva in merito all’incarico affidatogli dal Capo dello Stato e consegnare la lista dei Ministri.
Ha preso forma, da quel momento, quello che, ormai, sulla scorta del recente passato, è stato definito Governo “giallorosso”, nato dall’accordo tra Movimento Cinque Stelle e Partito democratico, dopo la crisi del precedente esecutivo, innescata dall’ormai ex titolare del Viminale, Matteo Salvini che, ora, insieme ai colleghi della Lega, si troverà a dover fare opposizione a coloro che, fino allo scorso agosto, sono stati “sottoscrittori di contratto di governo”.
La pattuglia campana è composta da tre pentastellati e un dem: l’ex vicepremier Luigi Di Maio, passato dal Mise agli Affari esteri; Sergio Costa che ha trovato giusta riconferma all’Ambiente; Vincenzo Spadafora che si occuperà di Sport e giovani ed Enzo Amendola, dirigente del Pd di lungo corso, che approda agli Affari europei.
«Forti di un programma che guarda al futuro – ha detto il premier Conte, al termine del colloquio con Mattarella – dedicheremo con questa squadra le nostre migliori energie, le nostre competenze, la nostra più intensa passione a rendere l’Italia migliore, nell’interesse di tutti i cittadini, da Nord a Sud».