Petitto: “Gli elettori hanno sconfitto il Partito Delucratico in Campania”

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di Fabio Croce

Dopo un percorso tormentato nel Pd, l’onorevole Livio Petitto traccia le priorità programmatiche per la seconda parte della consiliatura regionale e, insieme ad altri amministratori, lavora per trasformare la lista civica Davvero in vero e proprio soggetto politico. Petitto si schiera apertamente contro il Governatore De Luca e il Pd; nel contempo, apre a chiunque voglia tutelare il territorio irpino e contribuire al suo rilancio e al suo sviluppo.

Onorevole Petitto, quali sono le sue considerazioni sul recente dato elettorale nazionale e, a seguire, in maniera più circoscritta, su quello regionale e sul dato in Irpinia?
“Il dato elettorale ha sancito in maniera palese la sconfitta del Partito Democratico, per quanto riguarda il livello nazionale, e del Partito delucratico, in Regione Campania. Credo che il dato regionale rispecchi in maniera fedele le ragioni che mi hanno indotto a ridosso dell’appuntamento elettorale di lasciare il PD. In Campania, la Segreteria Nazionale ha commesso il non trascurabile errore di demandare l’esclusiva delle scelte territoriali alla famiglia De Luca, che, nel corso degli anni della mia esperienza amministrativa, ha sempre avuto un atteggiamento irrispettoso, ostativo e avverso nei confronti del territorio irpino. Ne sono una tangibile dimostrazione la vicenda del Biodigestore di Chianche e dell”Ospedale Landolfi di Solofra, ridimensionandone il Pronto Soccorso, che lo stesso De Luca, in campagna elettorale, in un incontro sull’altopiano del Laceno, s’impegnò per un suo potenziamento. Per quanto riguarda le aree interne, si registra allo stesso modo una totale assenza di programmazione, in particolar modo per le infrastrutture e la medicina territoriale.Nel primo di questi ultimi due casi, da un lato, l’importante e prestigioso progetto del collegamento ferroviario Napoli – Bari, dall’altro, il tratto autostradale Contursi – Lioni – Grottaminarda – Termoli, sono interventi infrastrutturali da attribuire al governo nazionale, nel caso specifico al periodo dei governi Renzi e Gentiloni, non a una programmazione regionale.La mia scelta di non proseguire il mio percorso nel PD è maturata dalla totale assenza di una programmazione condivisa e di un dibattito vero su un’azione politica di rilancio delle aree interne, il cui sviluppo è parimenti indispensabile e complementare a quello della fascia costiera. Sempre per quanto riguarda i collegamenti, Avellino è l’unico Capoluogo di Provincia a non essere collegato con il Capoluogo di Regione e l’accorpamento dell’Eav e dell’Air rappresenta l’ennesimo fallimento della politica regionale sui trasporti. Per anni, quando ho ricoperto l’incarico di Assessore ai Trasporti al Comune di Avellino, insieme al mio omologo di Salerno, oggi delegato regionale ai trasporti, nei confronti dell’ex Assessore regionale Vetrella, non sono state poche le divergenze sulle scelte regionali riguardanti la mobilità. Nonostante tutto, però, c’erano occasioni di dibattito e confronto; ora, invece, no. Quando scelte così importanti non sono figlie di una condivisione con i territori, costituiscono dal mio punto di vista un sistema, oltre che un modus operandi, che non sento mio, rispetto al quale mi schiero in aperta contrapposizione. Parallelamente ai tanti aspetti di natura territoriale, un atteggiamento di chiusura fu evidente sin da subito, quando il mio nome fu depennato dalla lista del Pd, il giorno prima della chiusura delle liste, in occasione delle ultime regionali, per chiara indicazione dell’attuale Presidente in carica. Tuttavia, in questi due anni di mandato, ho provato in tutti modi a stabilire un contatto o un dialogo, sempre perché anteponevo l’interesse del mio territorio di riferimento, ma in tutte le circostanze le dinamiche e i pregiudizi di natura correntizia all’interno del PD erano sempre prevalenti sul buon senso e sui rapporti istituzionali. Sulla base di tutto questo, credo abbiano una spiegazione anche i ritardi sui finanziamenti per l’area vasta di Avellino e su tutto il territorio provinciale. Io, tra Avellino e le dinamiche di Partito, mi sono sempre schierato e continuerò a farlo per Avellino e la sua Provincia, che mi hanno onorato e responsabilizzato con il loro consenso”.

Ci stiamo avvicinando progressivamente al giro di boa del mandato elettorale. l’Irpinia ha un potenziale ancora inespresso, soprattutto come si faceva riferimento da un punto di vista infrastrutturale. Cosa si punta a concludere nella seconda parte della consiliatura?
“Non abbiamo iniziato bene. Oltre alle lacune infrastrutturali e ai ritardi sui finanziamenti, si registrano criticità anche su altri fronti, basti citare quella sull’acqua. Il bacino idrico irpino è il più grande del mezzogiorno e tra i più grandi d’Europa. L’acque irpine arrivano a milioni di cittadini. L’accordo tanto decantato in campagna elettorale con la Regione Puglia prevede ristori che saranno gestiti dalla stessa Regione Campania. Nei prossimi giorni, presenterò una mozione attraverso cui chiedo che questi ristori siano destinati a compensare i rincari delle bollette dell’acqua che subiscono le famiglie e le attività produttive della provincia avellinese. Non solo diamo l’acqua agli altri, ma abbiamo anche una delle bollette più care del mezzogiorno d’Italia. Anche sul servizio idrico, ci sono pesanti lacune infrastrutturali. L’Ente Idrico Campano non ha ancora affidato in Irpinia il servizio del ciclo integrato delle acque e, per tal motivo, la stessa Regione Campania sarebbe oggetto di commissariamento. Questo mancato affidamento ha provocato l’impossibilità a partecipare ai bandi PNRR, dai quali si sarebbero potuti ottenere importanti finanziamenti per la manutenzione, il rifacimento e l’ammodernamento delle infrastrutture idriche. Su tutto il territorio provinciale, infatti, registriamo perdite importantissime di ingenti quantitativi di acqua; di conseguenza, intervenire in maniera strutturale sulle condotte idriche, non solo avrebbe migliorato e ottimizzato il servizio, ma avrebbe garantito anche un indotto economico per lo sviluppo delle nostre zone. La problematica inerente il servizio idrico è l’ennesima dimostrazione di una mancanza di discussione e di programmazione. Pesanti criticità si registrano anche su un’altra infrastruttura importante per la nostra provincia, il raccordo SA – AV, i cui lavori di messa in sicurezza si fermano a Mercato San Severino. Proprio a tal proposito, ho avuto un incontro con i vertici dell’Anas, affinché nella prossima programmazione si includa anche il tratto del raccordo stesso che dall’ Ateneo di Fisciano arriva fino ad Avellino. La rete ferroviaria, parimenti, non è collegata all’alta velocità e, per quanto riguarda il versante interno, auspichiamo che la Stazione Hirpinia continui il suo percorso e si rispettino i tempi di consegna. Proprio la Stazione Hirpinia è stata un buon esempio di gioco di squadra da parte della filiera istituzionale irpina. Credo sia importante ricordare che l’opera, tra le più imponenti del mezzogiorno d’Italia, fu appaltata nel periodo risalente al Governo Renzi e Gentiloni. Successivamente, però, durante il periodo del il Ministero Toninelli, si provò a bloccare il progetto, ma grazie alla fermezza delle rappresentanze istituzionali locali e al prezioso contributo nel velocizzare l’iter burocratico, da parte del Sottosegretario Umberto Del Basso De Caro, con il quale mi onoro di avere un legame di profonda amicizia, si riuscì a garantire l’infrastruttura che, sono certo, sarà decisiva per lo sviluppo sociale ed economico della zona interna dell’ Ufita – Baronia”.

Alla luce di queste sue riflessioni, nei confronti della maggioranza regionale, si dichiara indipendente?
“Con il Sindaco di Avellino, Festa, e altri amministratori stiamo rafforzando il progetto politico di Davvero, che da lista civica intendiamo proporlo e affermarlo come vero e proprio soggetto politico, il cui perimetro va oltre la provincia irpina e ha come orizzonte immediato le prossime scadenze elettorali, comprese le europee del 2024 e le regionali dell’anno successivo. Al momento opportuno, valuteremo se federarci con altri soggetti politici e forze territoriali e faremo accordi solo con chi condivide le nostre priorità programmatiche. Il nostro obiettivo è quello di consolidare questo nostro partito, che intende aprirsi a coloro che non accettano la linea del pensiero unico, ma scelgono quella del confronto, della dialettica e della partecipazione. La nostra stella polare è il territorio. Chi ci aiuta a dare risposte concrete per il futuro del nostro territorio, sarà un nostro interlocutore. Proprio su questi presupposti, ho scelto di sostenere alle recenti elezioni politiche l’amico Gianfranco Rotondi che, a prescindere dalla sua appartenenza politica, è sempre stato, nel corso della mia esperienza amministrativa, un interlocutore privilegiato, un garante della filiera istituzionale e un riferimento nei momenti difficili, a prescindere dall’identità politica. Siamo innanzitutto irpini; poi, vengono le appartenenze. Proprio questo mi ha spinto a dare una mano all’amico Gianfranco Rotondi. Certamente non potevo sostenere la candidatura di De Luca; per me, questa campagna elettorale è stata un referendum pro o contro De Luca. Al netto dei risultati, infatti, con la scelta di affidarsi in toto a De Luca, il Partito Democratico, per la seconda volta consecutiva, ha perso in maniera netta in Campania”.

Ci stiamo avvicinando al natalizio, un periodo in cui si tengono eventi importanti e consolidati nel tempo, come Luci d’Artista nella città di Salerno. Dal suo punto di vista, considerate sia la sua esperienza amministrativa sia l’importante finanziamento di fonte regionale, un impegno così ingente di energia elettrica come può conciliarsi con la crisi energetica in atto?
“Mai come in questo momento, ritengo indispensabile che si facciano i conti con la realtà in cui viviamo e il contesto storico che stiamo attraversando. Trovo stridente, al netto dell’importanza di eventi simili, un impiego così imponente di energia elettrica mentre famiglie, attività commerciali e produttive stanno affrontando sacrifici importanti, ipotesi di razionamento e bollette che stanno compromettendo la loro stessa esistenza. Credo sia il momento della sobrietà. Lo considero indispensabile, in quanto solo in questo modo il cittadino, il commerciante e l’imprenditore possono percepire che il sacrificio è comunitario e non riguardi solo la parte attiva del paese.
Si rischia la beffa che, oltre alle utenze private e professionali, i cittadini debbano pagare anche i rincari per l’illuminazione pubblica. Un evento con quelle caratteristiche e con un importante finanziamento regionale è in palese contraddizione con i moniti sulla crisi energetica in corso, ivi compresi quelli che arrivano dai tradizionali monologhi del venerdì pomeriggio. Si possono garantire appuntamenti così consolidati nel tempo in altre forme e in maniera più moderata. I commercianti e i cittadini avrebbero maggiormente compreso le ristrettezze del momento e sarebbero stati maggiormente partecipi di un sacrificio collettivo. Al netto di queste mie considerazioni, trovo ulteriormente contraddittorio che si finanzino con somme sempre più importanti eventi come luci d’artista, mentre in altre realtà regionali, gli appuntamenti natalizi si autofinanziano con la questua dei commercianti, delle associazioni di categoria e degli enti locali, già alle prese con forti problemi di cassa.
Trovo sia importante, pertanto, da amministratore, essere al fianco degli ultimi e di chi sta vivendo una situazione di difficoltà, non sperperando ingenti somme di danaro pubblico per eventi e manifestazioni, indubbiamente importanti, che potrebbero comunque tenersi in altre forme e con un ridimensionamento della spesa pubblica; così come si sono ridimensionati i finanziamenti per gli altri appuntamenti natalizi di tutte le altre province del territorio regionale”.

In merito proprio alla crisi energetica, quali interventi ritiene indispensabili per i nuclei familiari e per le imprese?
“È indubbiamente una crisi pesante, con dinamiche che vanno oltre il livello politico nazionale. Credo sia indispensabile l’intervento immediato del nuovo Governo. Ho apprezzato l’atteggiamento istituzionale e il senso di responsabilità della probabile incaricata alla Presidenza del Consiglio, Giorgia Meloni. Ritengo si debba ricorrere, come ultima ipotesi, anche allo scostamento di bilancio; ma va messo in sicurezza il sistema Paese”.

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