PORTUALITA’ TURISTICA: LA “VISION” DELLA REGIONE LAZIO E LA “MANIFESTA INCAPACITA’ ” DELLA REGIONE CAMPANIA

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foto Massimo Pica

È notizia recente che la Giunta Regione Lazio dopo aver approvato, nel 2022, la legge sulla “promozione della formazione, occupazione nei settori della Blue economy”, ha varato con un nuovo Piano dei Porti di Interesse Economico regionale.
Il provvedimento rappresenta una boccata d’ossigeno per la portualità legata alla nautica da diporto, con la previsione di nuovi siti e approdi per imbarcazioni, che si integreranno armoniosamente con l’ambiente circostante, garantendo una capacità tra i 300 ei 500 posti barca.
Il Piano dei Porti del Lazio è quindi un chiaro segnale di come la regione intende procedere nella valorizzazione delle sue coste, non solo per la crescita economica e turistica, ma anche con un occhio di riguardo alla sostenibilità e alla protezione del paesaggio costiero.
E la Campania? Nel 2002, all’indomani della travagliata “devolution” di competenze sul demanio marittimo turistico-ricreativo, con il piano della portualita’ regionale – che prevedeva un rilancio del turismo diportistico e l’efficientamento del trasporto marittimo regionale, aveva fatto ben sperare.
Per quanto riguarda quest’ultimo sono ben note le vicende che hanno segnato l’estate “nera” dei porti cilentani vittime del flop che ha accompagnato l’attivazione delle linee del metrò del Mare a seguito di ben due gare andate “deserte” e di una “rappezzata” copertura per due settimane (sic!) di agosto (ma solo per alcuni scali e, peraltro, con corse saltate!) con mezzi non adeguati al pescaggio che sono anche incorsi in imbarazzanti incagli.
Invece della tanto decantata “eccellenza” nel comparto della portualità turistica si è assistito, causa difficili “concertazioni” con i Comuni costieri, a lungaggini burocratiche e “aggiustamenti” in corso d’opera inerenti la pianificazione delle aree portuali.
Ritardi e “aggiustamenti” si sono poi riverberati negativamente sulla gestione e sui servizi causando non pochi problemi ai concessionari che, spesso e volentieri, ne sono stati, a loro esclusivo danno, “spettatori passivi”.
La Campania è stata l’unica Regione ad adire, nel 2015, la Corte Costituzionale per impedire l’applicazione dell’IVA agevolata nei “Marina Resort” con evidenti danni ai fruitori dei porti turistici;
Dal 1° gennaio 2022 ha trasferito le funzioni amministrative di gestione dei suoi porti ai Comuni (funzioni attualmente “congelate” e non solo a causa della “Direttiva Bolkestein , più volte invocata come “paracadute” delle inefficienze amministrative”e il 20 dicembre 2022 ha approvato il Piano Utilizzo Aree Demaniali Marittime (non ancora operativo!.
Nel PUAD non vi è alcuna menzione sulla gestione degli specchi acquei né riferimento allo sviluppo della nautica da diporto nonostante tali attività rientrino nell’ambito degli utilizzi turistico – ricreativi del demanio marittimo in virtù della Legge n. 494/1993.

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