Salerno, Linea d’Ombra Festival: per la XXVI edizione più di 100 opere in otto giorni

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Linea d’Ombra Festival 2021, XXVI edizione, dal 23 al 30 ottobre, come ogni anno arriva il momento di presentare il frutto del lavoro di mesi di una squadra. La vita di un festival è fatta di continui bilanci, lo sanno bene il presidente e fondatore del festival Giuseppe D’Antonio e il direttore artistico Boris Sollazzo.

L’anno scorso, nonostante Linea d’Ombra Festival fosse stato costretto a chiudere le porte al suo pubblico dopo appena due giorni per le normative Covid, il bilancio fu positivo, perché chi fa festival è abituato a vivere in emergenza. È il paradosso di un paese che di cultura potrebbe vivere agiatamente, ma dove per fare cultura bisogna essere oltremodo creativi.

Ricordare qualche numero dell’edizione 2020 è doveroso, per il grande lavoro di squadra fatto in un momento speriamo unico più che raro.

  • 114 titoli in proiezione;
  • 48 appuntamenti in palinsesto;
  • 619 utenti registrati alla giuria open e 2638 sessioni utente dal 24/10 al 31/10 sulla piattaforma VOD
  • 50 ore di diretta video
  • 000 visualizzazioni dei video eventi sul canale FB
  • 50 ospiti tra cineasti, artisti, critici ed esperti;
  • Oltre 100 testate in rassegna stampa.

Va bene così, finché ci sarà un domani a cui pensare. E quel Domani, che è il tema dell’edizione numero 26 di Linea d’Ombra Festival, accade ora. È necessario da qui guardare avanti e ricostruire, nel caso di un festival, un tessuto connettivo, quella linea, d’ombra ma ben visibile, tra l’offerta culturale e il pubblico. Dopo quanto successo negli ultimi due anni nel mondo, non si può dare per scontato che quello che si offre sia quello di cui lo spirito collettivo abbia bisogno. Il domani è ignoto e l’unico modo per svelarlo è accettare le sfide.

Come hanno detto Giuseppe D’Antonio e Boris Sollazzo presentando il tema dell’anno.

Domani sembra incarnare meglio il senso di qualcosa che non è ancora, ma che ci indica anche dove dobbiamo posare lo sguardo una volta lasciateci alle spalle le macerie di un mondo segnato dalla tragedia della pandemia. Da un lato Domani ci costringe a considerare dove siamo ancora, dall’altro indica una prospettiva verso cui muovere per conservare, certo, ma anche per cambiare, se possibile radicalmente. Domani sembra innescare il senso di una rottura con il passato, la voglia di un cambiamento necessario a seppellire un tempo e una storia, un mondo del quale si sono drammaticamente rivelate fragilità, ritardi, ineguaglianze, errori da sanare, se possibile. Il giorno che verrà ci chiama a un impegno, appunto perché è prossimo e irreversibile, come tutti i cambiamenti che non solo la post-pandemia richiede. Domani sembra ci impegna tutti a uno sguardo più consapevole sul futuro che immancabilmente arriverà”.

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