Salerno, opere ferme e liti in maggioranza. I ‘tecnici’ finiscono nel mirino

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Il messaggio di Vincenzo De Luca, nel giorno dell’inaugurazione dell’opera di Jorit, era tutto rivolto all’amministrazione comunale di Salerno: “a giugno devono partire le opere pubbliche”. Ed in particolare il ripascimento e il palazzetto dello sport, attualmente ancora ferme. Poi l’avvio del nuovo “Ruggi d’Aragona” e, ancora, il completamento di Porta Ovest. Una dichiarazione che, a differenza delle altre, muove come un ordine, rispetto all’immobilismo e alle tensioni che si vivono all’interno dell’amministrazione Napoli. La mezza giunta tecnica confligge con quella politica e, ancor di più, con gli ex assessori e consiglieri comunali. Nel mirino ci sono due assessori che più degli altri soffrono di uno scollamento con la maggioranza consiliare. Il primo, Michele Brigante, assessore alle opere pubbliche, che pare abbia rotto con il suo predecessore, Mimmo De Maio, attuale consigliere comunale dei Progressisti di Salerno, in odore, tra l’altro, di incarico regionale. Terreno di scontro sarebbero proprio alcune opere pubbliche, bloccate dall’attuale assessore che tiene fermo, a quanto pare, anche l’avvio della fase bis del ripascimento di Salerno. Ma anche lo stesso Palazzetto dello Sport, annunciato con tanto di video dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca, già diversi mesi fa, è praticamente fermo al palo. Vale lo stesso per l’ultimo pezzo di Porta Ovest, già al centro di numerosi contenziosi (l’ultima transazione segna la cifra di oltre un milione di euro), rimasta ancora monca dell’indispensabile innesto dalle gallerie alla viabilità cittadina e alla rete autostradale. Ma ancora, nell’ordine, al vaglio dello stesso assessore Brigante ci sarebbe anche la spinosa vicenda legata ai box di piazza Garibaldi, finita prima davanti al Tar e poi in Consiglio comunale ed oggi nuovamente innanzi alla giustizia amministrativa. L’altro assessore finito al centro di un conflitto tra giunta e consiglieri comunali sarebbe Claudio Tringali, delegato ai vigili urbani e alla trasparenza, posizionato al centro del governo cittadino all’indomani della bufera giudiziaria che ha coinvolto Palazzo di Città nell’ambito dell’inchiesta sulle coop. A quanto pare, oltre a confliggere sul tema della mobilità, l’assessore tecnico pare che non abbia tanta “empatia” con alcuni consiglieri di primo piano della maggioranza Napoli, alcuni dei quali, già più volte, avrebbero manifestato il loro dissenso ai vertici dem e deluchiani. Immobilizzata (politicamente) l’assessore al bilancio Adinolfi che qualche mese fa si è vista bocciare il piano di tagli previsto per far quadrare i conti comunali, già pesantemente compromessi e, attualmente, retti grazie a presunte vendite di beni pubblici, tra cui piazza Mazzini e l’area dello stadio Volpe.
Da sciogliere ancora, oltre il possibile rimpasto della giunta, che potrebbe avvenire, qualora ci fossero i presupposti, non prima dell’estate, c’è il nodo delle deleghe. Quelle non ancora assegnate ma promesse fin dall’inizio di questa consiliatura. Si tratta della cultura, della mobilità e dello sport. Gli identikit sarebbero stati già da tempo individuati: all’ex assessore Willburger la Cultura, a Rocco Galdi la Mobilità e Antonio Fiore lo Sport. Quest’ultima delega contesa anche con il consigliere di Salerno dei Giovani, Pino D’Andrea con lo stesso ex assessore Angelo Caramanno.

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