Samir: «Sfruttato e offeso. Non è possibile che accada ancora tutto questo»

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di Andrea Pellegrino

«La mia colpa è stata quella di essermi ribellato alle offese e allo sfruttamento». E’ ancora provato Samir, il 32enne che lo scorso 30 aprile ha subito una aggressione in via Mercanti, a Salerno, dal suo ex datore di lavoro. Aggressione fisica ma anche verbale, con accuse omofobe e razziste. La sua colpa, appunto, è di aver lasciato quel posto di lavoro – il cui titolare è conosciuto nella zona per il suo ristorante – di punto in bianco dopo mesi e mesi di aggressioni verbali e di sfruttamento. Un contratto di un mese, poi tutto a nero, con un carico di lavoro immane. Samir ha avuto la sfortuna di rincontrarlo alla viglia del primo maggio in via Mercanti. Lì si è scagliato contro il 32enne, continuando a offenderlo per un buon tratto, sotto gli occhi indifferenti di commercianti e passanti. Non solo offese. Ci sono stati anche calci e pugni al punto che Samir è stato costretto a rivolgersi alle cure dei medici del “Ruggi d’Aragona”. Il tutto accompagnato da pesanti commenti omofobi e razzisti. La vicenda è tutta raccolta in una denuncia presentata ai carabinieri di Baronissi e poi raccontata anche alla Digos di Salerno. La Procura di Salerno potrebbe raccogliere le informative per poi aprire ufficialmente un fascicolo. Le accuse potrebbero essere pesanti, oltre alle lesioni refertate al pronto soccorso. Dal 2019 Samir vive a Baronissi dopo essersi sposato con il suo compagno, un artista del posto. Da allora ha cercato lavoro, soprattutto nella ristorazione. Ma il risultato è stato sempre lo stesso: «Accuse e sfruttamento». Ed oggi dopo aver cercato altro è disoccupato.
Nel 2024 siamo ancora a questo?
«Ebbene sì. E non è giusto. Non è possibile che qui in Italia accada ancora tutto ciò. Non è possibile che si venga aggrediti perchè si è avuto il coraggio di dire basta dopo sfruttamento e aggressioni».
Aggressione che è avvenuta in pieno centro e durante l’ora di punta
«Sotto gli occhi di parecchia gente che è rimasta ferma e zitta. L’aggressione è avvenuta su un bel tratto di via Mercanti ma nessuno ha fatto nulla. Le accuse sono state pesanti, mi è stato detto di tutto. Persino all’arrivo delle forze dell’ordine ha continuato ad insultarmi. Così come avveniva quando lavoravo nel ristorante di questa persona che ho lasciato dopo un paio di mesi proprio perché non riuscivo a sopportare quel clima».
Qual è il suo appello?
«Dobbiamo denunciare, così come ho fatto ora io. Dobbiamo ribellarci e dire basta. Così come mi appello alle istituzioni affinché si facciano controlli. Soprattutto a Salerno c’è una situazione di sfruttamento diffuso nel settore della ristorazione. Anche l’ispettorato del lavoro faccia di più contro questa illegalità».
Al fianco di Samir c’è l’Arcigay Salerno con il suo commissario Francesco Napoli: «La storia di Samir parla di un trauma e della solitudine nel vivere questa dolorosa esperienza. Più delle ferite fisiche – commenta – restano quelle emotive ed il disprezzo per la dignità umana che traspare dal racconto. Indigna pensare che in pieno centro nessuno sia intervenuto. A Samir e a tutte le persone vittime di violenza possiamo solo dire che Arcigay c’è e cerca ogni giorno di fare del proprio meglio per la comunità lgbtqia+ del nostro territorio. Ci aspettiamo di poter presto riaprire gli spazi di accoglienza e supporto psicologico che abbiamo sempre fornito gratuitamente»

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