Storia, luci e colori del Mediterraneo nelle ceramiche dell’artista cavese Annamaria Panariello in mostra alla Faenzera di Amalfi

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Sarà visitabile fino al prossimo 30 luglio “La Potier”, la mostra dell’artista Annamaria Panariello (ingresso gratuito), allestita nella Faenzera medievale di Amalfi (via Marino Del Giudice, 40), che fu la fucina del cretaio Andrea da Eboli e che oggi l’amalfitano Rocco Bellogrado, proprietario della cantina “Miseria e Nobiltà”, ha reso fruibile.

La mostra è curata da Peppe Vitale e corredata dalle note critiche di Gabriella Taddeo e Antonella Nigro. Il percorso espositivo si compone di manufatti in ceramica dell’artista e performer cavese Annamaria Panariello, che si ispirano alla tradizione ceramica vietrese arricchendosi di una rielaborazione contemporanea. In mostra oggetti di design di uso quotidiano, tra cui le lampade, impreziositi da decori tradizionali quali il “ciucciariello vietrese” e i pesci del Mare nostrum che costituiscono due figure ricorrenti intorno a cui ruota lo sperimentalismo della vasaia.

L’esposizione è la prima tappa di un progetto artistico itinerante che nei prossimi mesi farà tappa a Vietri sul mare e Ischia.

“È la fascinazione dell’antichità della Faenzera di Amalfi sul torrente Canneto, dove la leggenda racconta operasse nel Medioevo il cretaio Andrea da Eboli, a catalizzare l’attenzione di una vasaia doc come Annamaria Panariello – ha sottolineato Gabriella Taddeo nel suo testo critico – La performer video torna a manipolare e a smaltare l’argilla, torna ad usare una delle tecniche più antiche e complesse come il raku per poi costruire le sue particolarissime ed inedite sculture ceramiche. La sua è una prolungata ed appassionata ricerca che si è andata amplificando da forme della tradizione vietrese come il “ciucciariello” e di ispirazione mediterranea ed universale come il pesce al richiamo più moderno del design, delle metamorfosi degli oggetti d’uso, ad una rilettura direzionata verso il contemporaneo”.

“La nuova mostra di Annamaria Panariello, presso la nota Faenzera amalfitana del XIV secolo, ha un titolo emblematico “La Vasaia”, perché la lavorazione della creta al tornio ha in sé qualcosa di magico, profondamente legato al concetto di creazione, di nascita che, fin dalla notte dei tempi, caratterizza quest’arte – ha sottolineato la critica d’arte Antonella Nigro – Attraverso le mani esperti dell’artista, la materia trova il suo centro ed è proprio intorno a quell’origine che inizia a “roteare” e a formarsi l’opera nella sua compiutezza. Non tutta la creta trova subito il suo punto di equilibrio, occorre la pazienza e il talento dell’artista che, imprimendo movimenti sapienti, accompagna la rotazione facendo scaturire la forma voluta, percependo dall’inizio già la splendida soluzione finale. Annamaria Panariello si concentra su una nuova ricerca e produzione artistica, completamente incentrata sulla creazione del vaso che, reinterpretato nelle forme, novelle e originali e nelle decorazioni cromatiche, inedite ed eleganti, non dimentica di celebrare sempre la sua originaria configurazione, ieri come oggi, simbolo di vita”.​

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