Urban Style, esprimere se stessi in modo trendy e cool

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Urban style. Non solo outfit da rapper o per chi è sotto gli influssi del fascino delle periferie. Tutto questo è un mito da sfatare: prima di tutto lo “urban style” è un modo di viaggiare, di costruirsi la propria realtà sulla base delle proprie preferenze culturali o del luogo in cui sogna di vivere.

Si ritorna sempre al concetto “siamo quello che vestiamo, mangiamo, cantiamo ed altro”; lo urban style ritorna lì: è semplicemente uno stile di abbigliamento, accessori, arredamento, che si rifà alle atmosfere e allo stile di vita tipici delle grandi metropoli. In pratica, non si viaggia verso il luogo che vorremmo visitare ma è il luogo che vorremmo visitare a seguirci nella nostra giornata, nella nostra casa. Il punto di vista di Giannantonio De Simone, vicedirettore dell’agenzia di moda “Event and Fashion” di Annarita Juliano.

«La caratteristica principale dello urban style è quella di essere trasversale, abbraccia tutti, teenagers, adulti, ragazzi, persino i meno giovani girano per le strade più “casual che mai”: giacche in pelle mentre per per le donne c’è il ritorno delle pajettes anche di giorno; t-shirt stampate oversize; giubbotti multilogo, ma anche il semplice cappellino a visiera piatta della squadra di baseball preferita. La caratteristica principale dello urban style, in gergo tecnico “street fashion”, è quella che nessuno stilista l’ha concepito, perché in questo caso è nato prima l’uovo che la gallina: sono state le persone, con il loro modo di vestire singolare, ad aver ispirato i grandi marchi e case di moda a migliorare, ad affinare, riempiendo di dettagli quanto semplicemente per strada è possibile vedere».

«Non ci sono canoni – continua De Simone, amante dello street fashion – È una moda personale, con cui si esprime se stessi in modo trendy e cool; è generalmente tutto associato alla cultura giovanile ed è più spesso visto nei grandi centri urbani, anche se poi ci sono imprenditori audaci che, avendo vissuto all’estero ed essendone rimasti affascinati, ritornando nei luoghi d’origine cercano di portare un pizzico di quanto hanno vissuto nella propria città. Questo è il caso di “Cultural strike”, azienda di Nocera Inferiore, che propone linee esclusive dei grandi marchi americani e che in poco tempo ha permesso a tanti ragazzi di vestire come se fossero nella loro città ideale. La maggior parte delle più importanti sottoculture giovanili sono state caratterizzate da un particolare stile di abbigliamento, il tutto influenzato dalla musica, soprattutto pop. Culture e sottoculture che poi possono sfociare addirittura nell’homeless style, stile senzatetto, come lo definì il New York Magazine, incoronandolo come stile migliore. Urban Style dunque non è solo per rapper, siamo tutti urban style. E’ il luogo dei sogni che diventa abbigliamento, è l’espressione più pura del proprio retaggio socioculturale».

Adriano Rescigno

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