Fi, la difficile eredità in terra campana già zeppa di scissioni

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Sarà difficile tenere insieme i pezzi dopo la morte di Silvio Berlusconi. Forza Italia è Berlusconi e alla fine non esiste nessun erede. Forse per scelta dello stesso fondatore. Si temporeggerà, si cercherà una semi organizzazione e semi normalità nei prossimi giorni e anche mesi, poi il processo di autodistruzione sarà inevitabile. Non fosse altro che nessuno come Berlusconi poteva guidare quel movimento diventato partito fatto a sua immagine e somiglianza. Tajani sarà, sostanzialmente, un commissario liquidatore che avrà il compito di traghettare quanti più possibile verso una formazione politica più congeniale e che assicuri più garanzie. 

In Campania più che mai sarà dura. Soprattutto perché di scissioni Forza Italia ne ha subite più di una. Anche  durante l’ultima campagna elettorale quando il partito è stato pressoché dimezzato con gli addii di Carfagna, dei Cesaro e di diversi esponenti forzisti, anche della prima ora. E per quanto Fulvio Martusciello ci abbia provato sulla carta in Campania, anche prima della morte del Cavaliere, resta ben poco. Basti pensare che sguarnita è in Consiglio regionale, con il passaggio di molti (tra cui Stefano Caldoro) in altri gruppi consiliari e con una campagna elettorale (alle ultime amministrative) che ha segnato ancora una volta una debolezza di uomini, mezzi e proposte. Tra Fratelli d’Italia e Renzi, forse, il bottino maggiore che potrebbe provenire dagli orfani berlusconiani. In provincia di Salerno, soprattutto Fdi potrebbe attirare di più, anche se, il partito di Giorgia Meloni, ha le sue responsabilità rispetto ad una morbida opposizione al centrosinistra deluchiano, a partire dalla città di Salerno. 

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