Forte, determinata: Roberto Gassi presenta la sua meravigliosa Sophie

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La protagonista nel nuovo romanzo dello scrittore pugliese sbanca il SalTo 2023

di Davide Bottiglieri

Sophie è reduce da un licenziamento e da una separazione difficile. Ormai disoccupata, tenta di sbarcare il lunario cercando un impiego che la aiuti a garantire un futuro più roseo per sua figlia Margot. Un giorno ha la possibilità di fare un colloquio con l’agenzia Il Est Temp. È un lavoro strano, quello che le propongono, un lavoro da cercatrice che fin da subito presenta delle incognite. Dovrà ritrovare quattro orologi, gioielli di rara fattezza e precisione: uno a forma di cervo volante, uno a forma d’ape, uno a forma di farfalla e uno da taschino. La prima persona da cercare è Henry Ergas, il quale le racconta che tutti gli orologi hanno un potere nascosto. Nonostante non sia un impiego cristallino, Sophie non ha niente da perdere e accetta iniziando così una vera e propria lotta contro il tempo che la porterà a essere la pedina di un gioco fatale.

Altro giro, altro colpo messo a segno: Roberto Gassi, scrittore barese e autore della trilogia dell’insetto che ha come protagonista la vita di Erol Ciorba iniziata con la Mosca bianca (2012 Albus Edizioni) e proseguita per Les Flâneurs Edizioni con L’uomo con la testa di scarabeo (Romanzo 2018; Graphic Novel 2023) e La foresta delle farfalle monarca (2021), non delude le aspettative dei fan.

Chiudere una trilogia significa salutare uno o più personaggi che l’hanno accompagnata per anni. Quando ha compreso che era arrivato il momento di separarsi?

Mentre pubblicavo i tre capitoli della trilogia, continuavo a scrivere di altro e quindi non è stato difficile separarsi da quel contesto e dedicarsi a nuovi progetti, cioè nuovi personaggi, ambientazioni, storie da raccontare, soprattutto realizzare romanzi autoconclusivi, nei quali, per quanto possa esserci un finale aperto, lasciando alla fantasia dei lettori e delle lettrici un’eventuale proseguo, l’inizio e la fine sono ben delimitati da un prologo e da un epilogo.

Il suo è un addio o un arrivederci a Erol Ciorba?

Un presunto addio… Perché le cose si trasformano, evolvono, come nel caso del “L’uomo con la testa di scarabeo”, che è diventato una graphic novel, un fumetto, grazie all’opera del designer Domenico de Cosmo e della mia casa editrice Les flaneurs Edizioni, che mi ha dato la possibilità di veicolare il mio lavoro in modo differente dal formato romanzo.

Dopo tanti anni di presentazioni in giro per l’Italia in compagnia di Erol, ha un aneddoto emozionante o singolare da raccontarci?

Ne avrei tanti ma non vorrei dispiacere nessuno raccontandone solo uno. Ogni presentazione è unica, inimitabile, imprevedibile, puoi trovarti davanti a poche persone e tante sedie vuote (se ripenso ai miei inizi), oppure a un nutrito gruppo di lettori e lettrici che supera le aspettative. In ogni caso, se devo fare una confessione, è soprattutto durante le presentazioni con tante sedie vuote che ho capito quanto volessi continuare ad essere uno scrittore.

Come ha lavorato nel lavoro di trasposizione da romanzo a graphic novel?

Il lavoro vero, la realizzazione delle tavole, lo ha fatto Domenico De cosmo, io ho riadattato i dialoghi e alcune passi narrativi ai balloon. Non siamo partiti da una sceneggiatura, abbiamo costruito il fumetto scena dopo scena, immaginandocelo come fosse un film.

Che legame ha con Sophie, la protagonista del suo ultimo romanzo? E quanto è stato difficile mettersi nei panni di un personaggio così diverso da Erol?

“L’uomo del tempo”, il nuovo romanzo, nasce da un soggetto che ho scritto nel 2013 e da un’immagine degli orologi molli di Dalì, “La persistenza della memoria”. Era da tempo che volevo incentrare una storia su personaggi femminili, ho valutato il rischio, l’ho corso. Poi ho chiesto a un manipolo di miei lettrici di leggere la prima stesura, dopo aver ricevuto il loro consenso, che per me è equivalso allo scampare a una condanna senza amnistia, ho deciso di pubblicare. Les Flaneurs Edizioni me ne ha dato ancora una volta la possibilità.

Cambia la storia, ma il riferimento agli insetti resta presente, come fosse una firma, un marchio di fabbrica. Come mai?

Può essere interpretata come una firma e forse lo è, ma semplicemente è l’interesse di chi, come me, è affascinato da questi piccoli esseri che nascondono un universo inversamente proporzionale alla propria grandezza fisica.

Mistero, sovrannaturale, suspense? Quali sono gli ingredienti principali de L’uomo del tempo e cosa deve aspettarsi un lettore?

Un viaggio nella vita di Sophie… Una donna che esce da una separazione difficile, madre e figlia a carico, è appena stata licenziata dalla società presso cui lavorava, e infine, le hanno diagnosticato pochi mesi di vita. L’unica speranza per garantire a sua figlia Margot qualche mese di sostentamento e affitto pagato, è un colloquio presso l’agenzia “Il Est Temp”. Dopo un’estenuante intervista, sarà assunta come cercatrice: dovrà ritrovare tre orologi a forma d’insetto di pregiata manifattura e precisione.

Un viaggio tra Francia e Stati Uniti non privo di imprevisti, complicazioni. Una lotta contro il tempo e non solo…

La determinante della sua forza? L’amore per sua figlia Margot.

Il potere degli orologi? Lo lasciamo scoprire ai lettori e alle lettrici.

I passi onirici che contraddistinguono la mia scrittura?

Ce ne sono, ma ben dosati, costruiti per insinuare in chi legge, quel dubbio che lascia la situazione sospesa tra sogno e realtà.

Sold out al Salone Internazionale del Libro di Torino. Cosa ci racconta di questa esperienza?

Il Salone Internazione del libro 2023 è stato il quarto al quale partecipo, quest’anno dedicato a Lewis Carroll, intitolato “Attraverso lo specchio”, l’evento ha registrato 215.000 visitatori, un risultato da record. Malgrado il maltempo, i treni in ritardo e quelli cancellati, con Les Flaneurs siamo riusciti a conseguire un buon risultato in termini di vendite e di riscontri. Ma il Salone di Torino è molto di più… È un “Network”, un incontro con altri scrittori, autori, editori, agenti letterari e soprattutto lettori e lettrici che anche spingendomi in là con le presentazioni, non riuscirei a raggiungere. Per restare in tema, lo definirei un ritrovarsi oltre lo specchio, in quel mondo fatto di parole e pagine intonse.

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