Fumata nera per i lavoratori: “Pronti ad azioni più dure”

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I lavoratori delle cooperative sociali sono pronti a proteste più dure qualora si verifichino ulteriori slittamenti sulla pubblicazione del bando ‘ponte’ annunciato dall’assessore all’Ambiente Massimiliano Natella per l’affidamento dei servizi di manutenzione del verde sospeso da quasi tre mesi a causa dell’inchiesta giudiziaria scoppiata lo scorso 11 ottobre. La revoca di tutti i servizi in appalto alle otto società cooperative per sbloccare l’iter burocratico per la nuova gara (e la conseguente segnalazione all’Anac) ha suscitato perplessità tra i lavoratori che ora vogliono conoscere il loro futuro. Le procedure attivate dal Comune che ha ritenuto necessario «in ragione delle emergenze investigative evidenziate dalla Autorità Giudiziaria – per la quale non possono ritenersi perduranti i requisiti di affidabilità ed integrità professionale» da parte dei soggetti affidatari degli appalti, rescindere i contratti, certificherebbe anche ulteriori anomalie tra le numerose proroghe avvenute nel tempo in favore delle cooperative sociali come la ‘Eolo’ che, attraverso il progetto “Oltre l’indifferenza” si aggiudicò l’appalto per la pulizia della palazzina del Settore Politiche Sociali ubicato in via La Carnale. La stipula del contratto avvenne nel lontano 1997 e veniva rinnovata di anno in anno – come si legge in una determina del settore Politiche sociali – poiché fondata su di una sostanziale “proroga sine die”. Una convenzione sperimentale per l’inserimento mirato delle fasce deboli al mondo del lavoro, inserita anche nella Programmazione Triennale del Piano di Zona Ambito S5 prima sul FUA e, successivamente, sulla quota di servizi del fondo per la lotta alla povertà. Ma in un provvedimento del direttore Antonino Di Domenico, si apprende che, a seguito della vicenda giudiziaria in corso, sarebbero emerse, inoltre, «irregolarità nel regime di proroga tecnica che si è venuto a configurare nel corso degli anni nel rapporto contrattuale con le società». Motivazioni che hanno spinto l’Ente a cessare ogni rapporto contrattuale dopo 24 anni.

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