Gerbasio (digital strategist): «Dietro la comunicazione di De Luca c’è solo De Luca. E’ uno sceriffo pop»

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«Dietro la comunicazione di De Luca c’è solo De Luca. Uno tra i migliori ad aver lavorato sulla brand image»

Benedetto Gerbasio, 34 anni, di Buccino, provincia di Salerno, nasce come visual designer ma anno dopo anno è diventato un comunicatore completo. Da otto anni pensa e organizza StrateCo un evento sulle strategie e tecniche della comunicazione che, attraverso dibattiti, analisi di processi e live performance racconta l’evoluzione dell’arte comunicativa. Oggi digital strategist e SMM del Sindaco di Firenze Dario Nardella e responsabile dei canali digitali del Comune di Firenze.

Com’è lavorare a Firenze, a Palazzo Vecchio?

«Bello, bellissimo. Palazzo Vecchio è il cuore politico e civile della città di Firenze, uno dei monumenti simbolo del mondo. Lavorarci da protagonista mi inorgoglisce. Ogni mattina, prima entrare in ufficio, passando dal Cortile Michelozzo o dal Salone dei Cinquecento, alzo la testa verso l’alto e provo uno stupore inspiegabile. Auguro a tutti di provare questa sensazione». 

Digital Strategist di Dario Nardella. Che significa, di cosa ti occupi?

«Il digital strategist opera ed elabora strategie di marketing e comunicazione attraverso il mezzo digitale. La comunicazione politica è un aspetto cruciale della democrazia moderna: è il processo attraverso cui i politici cercano di comunicare con il pubblico, influenzare le opinioni e le scelte degli elettori. Io mi occupo di questo: attraverso la realizzazione e la diffusione social di reel, grafiche, video, riflessioni, racconto il lavoro ordinario e straordinario di Dario Nardella».

Raccontaci di Dario Nardella.

«Dario è un vincente. Un vortice interminabile di idee, un turbinio di cose da fare e da pensare. Rappresenta l’istituzione e il ruolo da primo cittadino con garbo e compostezza. è mediatico, competente, popolare. E’ il Sindaco della città più bella del mondo: non ci diventi a caso!».

Hai fatto impazzire il web con il video del Sindaco Nardella che difende Palazzo Vecchio dagli attivisti di Ultima Generazione. Ora puoi dircelo: era tutto preparato?

«Eravamo in piazza della Signoria a realizzare un video sull’intervento di restauro di Cosimo I de Medici a cavallo e poco dopo è successo quello che tutti sapete e avete visto. La “corsa all’attivista” è diventata virale, e quando un prodotto diventa virale non lo controlli più. Quel video ha fatto il giro del mondo».

Quant’è importante comunicare (nella vita, nella politica)?

«Se svolgi una vita pubblica, politica, imprenditoriale e artistica e non comunichi, scompari. Chi non comunica scompare è da sempre il mio claim. Ovviamente è anche una provocazione: l’unico modo che abbiamo per sopravvivere è comunicare?».

Qualche giorno fa Salvini ha utilizzato l’intelligenza artificiale per parlare in francese. Sei favorevole o contrario?

«Salvini ha utilizzato HeyGen, una piattaforma basata sull’intelligenza artificiale che doppia alla perfezione i video senza modificare il timbro del parlante. Sono sempre favorevole alle evoluzioni e al progresso; tuttavia, non vorrei che questi mezzi sostituiscano la competenza personale. Un vicepremier, in un paese formato, le lingue, dovrebbe conoscerle e non doppiarle su un app».

C’è una chiara emergenza migranti in Italia. Gli sbarchi sono aumentati di circa 10 volte rispetto al 2019. Eppure, nonostante sia stato tema portante di campagna elettorale di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, riescono a nascondere comunicativamente questo processo. Che ne pensi?

«La propaganda della Destra sulle migrazioni è falsa e fallimentare. Sulle coste italiane, oggi, è record di sbarchi di migranti. Questo bagno di realtà ha mutato la comunicazione da ‘voce grossa’ a ‘silenzio’ e fatto infuriare i followers-elettori di Fdl e Lega. Basta pensare che i tweet di Salvini sugli sbarchi sono passati da 805 nel 2020 a 8 nel 2023. Idem per Giorgia Meloni da 207 a 2. Il tema è complesso e vitale (perché ha a che fare con le vite) sarebbe opportuno affrontarlo fuori dai social sempre. Anche in campagna elettorale».

La comunicazione di Vincenzo De Luca, governatore della regione Campania? 

«Vincenzo De Luca è uno dei celebrity leader più seguiti e imitati in Italia. è una miscela esplosiva di doti oratorie, metafore e iperboli, di autoironia e sarcasmo. La stagione pandemica ha esaltato un processo di leaderizzazione già maturo in De Luca. È uno “sceriffo pop” bravissimo a fiutare i temi e ad affrontarli con un tono muscolare che tanto piace al suo pubblico. Dietro la comunicazione di De Luca c’è solo De Luca. Uno tra i migliori ad aver lavorato sulla brand image».

Al Presidente però la comunicazione di Elly Schlein non piace. E a te?

«Elly dosa attentamente la propria esposizione digitale e la frequenza di pubblicazione è molto più bassa rispetto ai suoi colleghi. Questo non significa che sia una politica poco social: parliamo pur sempre di una donna di 38 anni, unica millenial tra i leader di partito italiani. Semplicemente vuole evitare di farsi travolgere dal vortice della rincorsa al tweet che oggi porta i leader politici a trasformarsi di fatto in opinionisti quasi obbligati a esprimersi sui fatti dell’attualità. Ha scelto un profilo più misurato. È brava ad essere leader nel contemporaneo e a polarizzare l’informazione su temi importanti come diritti, donne, lavoro».

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