Giunta, il caso dei ‘Progressisti’ legato all’inchiesta

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La formazione della giunta, ieri, era nell’aria. La lista era già pronta sulla scrivania del governatore Vincenzo De Luca alle prime ore del mattino: il placet è arrivato in serata, quasi a sorpresa e soprattutto con esclusioni eccellenti. La maggiore forza politica della maggioranza risultata anche quest’anno alle elezioni amministrative, i ‘Progressisti per Salerno’ messi fuori dal governo cittadino. Sacrificati – a questo punto anche per ragioni legate all’inchiesta giudiziaria sugli appalti truccati e le coop – i vari Mimmo De Maio, vicesindaco uscente, Dario Loffredo (il più votato con 1813 preferenze personali) e l’assessore allo Sport Angelo Caramanno, delega al momento nelle mani del sindaco Enzo Napoli. Una decisione sofferta, trapela vicino agli ambienti più vicini all’area progressista, ma obbligata per evitare possibili ‘scatti’ che avrebbero consentito – in questa fase delicata – l’ingresso in consiglio comunale (che si insedierà non appena terminerà il riconteggio delle schede ancora in corso da parte della commissione elettorale) della prima dei non eletti Alessandra Francese, moglie di Gianluca Izzo finito agli arresti domiciliari, accusato di aver fatto pressioni di voto sui dipendenti della cooperativa ‘San Matteo’ da lui gestita, incastrato da audio circolati su whatsapp e finiti subito nelle mani degli inquirenti durante la prima delle due giornate di voto a Salerno. Una ‘bocciatura’ netta per i Progressisti che rischia di minare la già precaria stabilità di una coalizione di governo, oggi, sempre più debole e di una giunta che parte già zoppicante e che non sarà facile stravolgere così facilmente in corso d’opera. A questo punto, uno dei tre esclusi De Maio, Loffredo e Caramanno potrebbe andare alla presidenza del consiglio comunale. In pole De Maio, già vicesindaco, ma l’esclusione dalle posizioni di governo ha destabilizzato l’ambiente. Tra i riconfermati in giunta, soltanto Gaetana Falcone che prende però – dopo 5 anni – il posto lasciato dalla deputata Eva Avossa alla pubblica istruzione; precedentemente era alle pari opportunità, compito che passa a Paky Memoli (che diventa anche vice-sindaco), la donna più votata alle ultime elezioni con 1451 voti. Paola De Roberto avrà la ‘grana’ dell’assessorato alle politiche sociali: arriva al posto di Nino Savastano, anche lui agli arresti domiciliari e tra i maggiori protagonisti dell’inchiesta che ha portato alla luce il ‘sistema’ delle coop gestite dall’imprenditore Vittorio Zoccola (in carcere) che truccavano, grazie alla fitta rete di rapporti tra politica, funzionari pubblici e cooperative, gli appalti al comune di Salerno. Per Alessandro Ferrara, invece, attività produttive e turismo, l’ambiente va a Massimiliano Natella in rappresentanza dei socialisti guidati al segretario nazionale ed ex assessore comunale e regionale Enzo Maraio, tra i partiti del centrosinistra in netta crescita in termini di consenso. Telefoni bollenti ieri, mentre Enzo Napoli (tra i 29 indagati iscritti dalla procura di Salerno) attendeva sviluppi sui nomi dei tre tecnici individuati per comporre la nuova giunta con un via vai nei pressi del Genio Civile dove il governatore registrava la consueta diretta social del venerdì pomeriggio. E’ passata, dunque, la “linea De Luca” che voleva un governo tecnico di alto profilo per superare l’impasse e rilanciare il cammino di un’amministrazione che sembra già al capolinea del secondo mandato. Ma le pressioni e la rivendicazione di ruoli all’interno dell’esecutivo ha fatto sì che si arrivasse, a conclusione di una lunga giornata, ad una giunta mista tecnico-politica in cui, ovviamente, l’esclusione dei ‘Progressisti’ non è passata inosservata. Michele Brigante – presidente dell’ordine degli ingegneri della provincia di Salerno – designato all’urbanistica e ai lavori pubblici (al posto di De Maio), la professoressa Paola Adinolfi al bilancio (subentra a Della Greca), poi la nuova delega alla sicurezza e alla trasparenza che va al magistrato Claudio Tringali, presidente della prima sezione della Corte d’Appello di Salerno. Rimane vuota la casella dello sport ma anche quella della cultura: per ora farà capo al primo cittadino, ma potrebbe sempre muoversi qualcosa così da assegnare la delicatissima “palla bollente” a qualcuno dei consiglieri comunali.

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