La festa, il voto, i sondaggi e le polemiche

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Non bastava il Covid, per due anni San Matteo si è dovuto sopportare anche la campagna elettorale. Passi lo scorso anno, quando la festa patronale è coincisa con l’apertura dei seggi per le regionali che portarono il giorno successivo alla vittoria di Vincenzo De Luca. Quest’anno però ci si è superati e alle polemiche legate alla processione, all’ingresso o meno al Comune, al tragitto di San Matteo e ai fuochi pirotecnici, si è piombati direttamente in piazza della Libertà, il simbolo di venti anni di amministrazione De Luca, punto di dispute giudiziarie, amministrative e naturalmente politiche. San Matteo insomma ci è cascato, a sua insaputa, dentro anche attraverso una rapida e concisa trattativa con la Curia, conclusasi a favore di Palazzo di Città. Il tutto mentre in città impazza il toto sondaggi, commissionati qua e là, nel mentre la cittadinanza è in altre faccende affaccendata. Lunedì e martedì l’attenzione sarà tutta rivolta a Santa Teresa, all’ombra del Crescent, in piazza della Libertà, poi, solo dopo, si capirà il reale effetto di ciò sulla campagna elettorale in atto. San Matteo sicuramente perdonerà questi eccessi e in alcuni casi anche l’eccesso di utilizzo del suo nome e della sua festa per giustificare opere e omissioni. In pratica opere, quella della piazza della Libertà. Le omissioni, rispetto ad un taglio del nastro che sarebbe potuto avvenire molto prima o più tardi della campagna elettorale, evitando tutto questo spettacolo politico e soprattutto evitando le strade strette per superare una norma che vieta la propaganda elettorale per l’amministrazione in carica. Norma che è stata segnalata dal deputato del Movimento 5 Stelle, Angelo Tofalo e spedita direttamente all’attenzione del Prefetto di Salerno nel mentre il gruppo Deep ha scritto in Vaticano sollevando l’inopportunità anche considerata la presenza di monsignor Parolin, segretario di Stato di Papa Francesco. A consolare i salernitani sarà la tradizionale ‘milza’, soprattutto per i tantissimi che non riceveranno l’invito dell’Arcivescovo Bellandi che, causa Covid, ha ristretto la piazza, oltre che ad una ‘folla di ministri e deputati’ (alla Bennato), ad altri pochi eletti che potranno gustare – salvo imprevisti e cambi di programma – il concerto di Oren da 100mila euro. San Matteo perdonerà anche questo mentre il popolo si esprimerà il 3 e 4 ottobre. Alla fine, come sostenuto da Antonio Cammarota: “Il vero sondaggio è quello delle urne”. Altro che i prodotti confezionati che girano tra le redazioni e i comitati elettorali con in mezzo agenzie di comunicazioni che, all’occasione, abbinano anche merchandising e numeri. In ultimo, può una città europea mandare al confino una candidata sindaco con annessa lista (Abilitiamo l’autismo h24) che tra l’altro si ispira ad una nobile causa e per l’affermazione di diritti nella rotatoria di Fratte per illustrare il proprio programma e consentire ad altri, che hanno avalli di leader nazionali, di usufruire di piazze ben più grosse, sicure e partecipate? A voi la risposta, anche se la conosciamo già.

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