di Marcello D’Ambrosio – “Lo scorso venerdì il PD ha riunito la direzione nazionale per approvare il percorso e il regolamento congressuale. Tortuoso e bizantino. Sembra il gioco dell’oca. L’orizzonte appare oscuro, incerto, come se si attendesse l’ultimo segreto di Fatima. Fate presto, a Roma. Fate presto! Il paziente muore, mentre il medico studia…(sic!)“. Così nella serata di venerdì Nicola Landolfi, presidente dell’assemblea campana del Pd, dirigente di lungo corso con importanti risultati conseguiti e una poderosa esperienza amministrativa al comune e alla provincia di Salerno sul suo profilo Facebook. Lei ha definito bizantino e tortuoso il precorso e il regolamento congressuale che eleggerà il nuovo segretario. Prima di parlare del congresso del Pd, non ritiene bizantino anche il sistema elettorale per l’elezione del presidente della provincia? Il nuovo presidente rappresenterà realmente la volontà degli elettori come espressa nel recentissimo voto politico? “Il nuovo presidente rappresenterà gli amministratori, perché sono loro quelli che votano. Inoltre, siamo convinti che il nostro candidato sia molto popolare e stimato nella nostra provincia“. Lei sostiene che il Pd deve uscire “fuori”, stare nel mondo, vale anche per il Pd salernitano e campano? “Vale per il Pd nazionale. Le realtà regionali e locali possono fare ben poco se non c’è un’inversione di marcia nazionale“. Di recente il Mattino l’ha citata come possibile nuovo segretario regionale, c’è una sua disponibilità in questo senso? “Certo, non mi sottrarrei. Io sono disponibile per tutto quello che il partito riterrà opportuno e necessario“.