L’incompiuta: PalaSalerno, Comune condannato dopo anni a risarcire la società dopo la revoca dell’appalto

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“Il Tribunale di Salerno condanna il convenuto Comune di Salerno – in persona del Sindaco pro tempore – al risarcimento in favore del convenuto Fallimento Delfino Costruzioni SpA – in persona del Curatore Fallimentare – dei danni quantificati
complessivamente in € 376.296,13, oltre interessi moratori”. E’ quanto si legge nella sentenza del tribunale, firmata dal giudice Ornella Mannino, che condanno così il Palazzo di via Roma a risarcire la società a cui era stato affidato l’appalto per la costruzione del Palazzetto dello Sport adiacente lo stadio Arechi di Salerno (PalaSalerno). Quella struttura cominciata e poi lasciata a riempire l’elenco delle “incompiute” in quanto proprio il Comune di Salerno, decise di revocare l’appalto (nel lontano 2005) alla società alla quale era stato precedentemente affidato, con una battaglia legale a colpi di carte bollate, iniziata qualche anno dopo. Motivazione della revoca? Il presunto fallimento proprio della società, che si è difesa – in seguito – puntando il dito contro il Comune per: “diseconomie subite per accadimenti non ascrivibili al proprio comportamento e imputabili, invece, ad inadempienze gravi della sola stazione appaltante”. A darne un’anticipazione è il gruppo social “Figli delle Chiancarelle” in un post sulla propria pagina facebook. In particolare, si legge nella sentenza: “il diffuso e generalizzato anomalo andamento dei lavori era riconducibile a ragioni ad essa (alla Delfino) non addebitabili, ma dovute essenzialmente: alla incompletezza del progetto esecutivo a base di gara; agli errori del progetto esecutivo per la parte relativa alle opere di fondazione; agli errori e omissioni del progetto esecutivo per la parte relativa alle strutture in elevazione in cemento armato, che avevano richiesto continue integrazioni dei grafici progettuali, di varianti in corso d’opera, peraltro consegnate tutte tardivamente rispetto ai tempi di produzione; agli errori e omissioni del progetto esecutivo relativa alle strutture in elevazione in carpenteria metallica che, sottoposte al vaglio di svariati produttori, erano state dichiarate realizzabili solo a fronte di radicali variazioni e di ricalcolazioni. Quindi agli errori di conduzione dell’opera che si erano manifestati con la intempestiva e tardiva disposizione di realizzazione di un palo pilota; a tutti gli innumerevoli e dimostrati impedimenti alla normale conduzione dell’opera”.

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