Obbligo vaccinale per over 50 e super green pass: tutte le novità del CdM

0
332

Il consiglio dei ministri conclusosi poche ore fa sancisce una “mediazione” tra le posizioni delle forze di maggioranza emerse nella cabina di regia. Passa l’obbligo vaccinale per gli over 50, espressione della linea del premier Draghi, vincente sui 5 Stelle contrari all’obbligo. La Lega, riesce a “spuntare” la possibilità di green pass con tampone per alcuni servizi base. Dubbi sull’applicazione delle sanzioni per chi non seguirà le disposizioni di legge. Nuove regole per la quarantena nelle scuole.

Obbligo di vaccino per gli over 50, che potranno andare al lavoro solo se immunizzati o guariti dal Covid. Il governo approva l’ennesimo provvedimento per tentare di fermare la crescita senza fine dei contagi – anche oggi 189mila casi, record dall’inizio della pandemia – ma la maggioranza si divide sull’introduzione dell’obbligo del super pass per accedere ai servizi o entrare nei negozi, con la Lega che dopo aver minacciato l’astensione deve incassare la ‘linea’ imposta del premier Mario Draghi sull’obbligo vaccinale ma ottiene la modifica della norma prevista dalla bozza entrata in Consiglio dei ministri: per andare in banca, dal parrucchiere o alle Poste bastera’ il pass base. Il nuovo decreto passa dunque all’unanimita’, ma arriva al termine di una giornata tesa tra i partiti nella quale le posizioni sono rimaste quelle gia’ emerse nei giorni scorsi. Pd, Forza Italia, Italia Viva e il ministro della Salute Roberto Speranza erano per per estendere l’obbligo vaccinale a tutti i lavoratori mentre sul fronte opposto si e’ ricreato l’asse Lega-Cinquestelle che diede vita al governo gialloverde. Senza un punto d’incontro e’ stato il premier Mario Draghi a trovare una via d’uscita: prima ha imposto, contro la volonta’ della Lega, l’obbligo vaccinale per tutti gli italiani che hanno piu’ di 50 anni, una scelta che non e’ un “compromesso politico”, spiegano fonti di governo ma che serve a ridurre le ospedalizzazioni, visto che sono proprio quelle le classi di eta’ piu’ ricorrenti nelle terapie intensive e nei reparti Covid. E poi ha avallato il compromesso per evitare l’astensione dei ministri di Matteo Salvini: per accedere ai servizi alla persona – dunque parrucchieri ed estetisti – agli uffici pubblici, servizi bancari, postali e finanziari, nei centri commerciali e nei negozi, ad eccezione di quelli “necessari per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie delle persone”, bastera’ il green pass base (quindi ottenibile anche con tampone) e non quello rafforzato, come era previsto dalla bozza del decreto. Una misura che, di fatto, avrebbe lasciato ai no vax la possibilita’ di andare solo in farmacia o nei supermercati. Appena il decreto sara’ pubblicato in Gazzetta Ufficiale, scattera’ l’obbligo del vaccino fino al 15 giugno per tutti coloro che hanno compiuto 50 anni o che li compiranno entro quella data, con l’esenzione solo per chi ha un certificato medico. Chi e’ guarito, invece, dovra’ vaccinarsi obbligatoriamente dopo 6 mesi. La bozza del decreto non prevede pero’ sanzioni e dunque bisognera’ capire come si fara’ ad imporre l’obbligo. Ma per i 50enni scatta anche un altro intervento: dal 15 febbraio si potra’ andare al lavoro solo con il super green pass. Una misura che vale sia per il settore privato che pubblico, compreso chi lavora in ambito giudiziario e i magistrati. La norma non si applica invece per gli avvocati difensori, i testimoni e le parti del processo. Le verifiche spetteranno ai datori di lavoro e chi non ha il super pass sara’ considerato assente ingiustificato fino alla presentazione della certificazione, “con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro e senza conseguenze disciplinari”, ma con la sospensione dello stipendio e di qualunque “altro compenso o emolumento comunque denominato”. Le imprese potranno pero’ sostituire chi non ha il pass rafforzato. In questo caso sono previste sanzioni: chi entra in un luogo di lavoro e non ha il super pass incorre in una sanzione erogata dal prefetto che va da 600 a 1.500 euro. E tornera’ anche l’uso massiccio dello smart working: i ministri Brunetta e Orlando hanno firmato la circolare nella quale si sensibilizzano le amministrazioni pubbliche e i datori di lavoro privati a utilizzare pienamente lo strumento. Con il decreto il governo modifica anche la gestione dei casi covid a scuola. In quelle dell’infanzia, con un positivo si va in quarantena per 10 giorni mentre alle elementari, con un caso si applica la sorveglianza con test al primo e dopo cinque giorni mentre con 2 casi si resta a casa per 10 giorni. In medie e superiori, invece, con due casi si resta in classe (con l’autosorveglianza e utilizzo della Ffp2) con tre casi vanno in Dad per 10 giorni solo i non vaccinati e chi si e’ vaccinato da piu’ di quattro mesi e solo con 4 casi tutta la classe e’ a casa. Un punto, quest’ultimo, che ha visto salire la tensione nell’incontro tra governo e Regioni, con i governatori che volevano la didattica a distanza alle superiori a partire da 3 casi. Critico anche il presidente dell’associazione dei presidi Antonello Giannelli secondo il quale la decisione di distinguere tra vaccinati e non vaccinati “e’ una misura discriminatoria”. Le regioni incassano pero’ dal governo la promessa che il Cts si occupera’ di un’altra loro richiesta, lo stop dei tamponi ai negativi asintomatici che stanno mandando in crisi il sistema e “sottraggono risorse umane per le vaccinazioni e l’attivita’ ordinaria”.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here