Patrick Zaki, iniziativa a Pontecagnano: “violati i suoi diritti”

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Un incontro organizzato per riflettere sulla storia di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università Alma Mater di Bologna arrestato nel febbraio dell’anno scorso per propaganda sovversiva su internet, ora detenuto in carcere al Cairo da oltre 500 giorni. Ad organizzarlo, ieri sera, il circolo locale di ‘Possibile’ presente all’iniziativa con il coordinatore cittadino Alfredo Garofalo al Cafè Carducci nei giardini pubblici di piazza Felice Sabbato a Pontecagnano. Hanno partecipato, insieme a tanti attivisti, anche Tina Marinari, responsabile delle campagne di Amnesty International Italia e Marco Vassalotti, autore del libro “Voglio solo tornare a studiare”. “Storia di Patrick Zaki: studente a Bologna, prigioniero in Egitto” il titolo dell’evento che ha acceso i riflettori sula vicenda che vede Zaki ancora costretto a rimanere in custodia cautelare in carcere per altri 45 giorni. Proprio il comitato locale di Possibile ha chiesto ed ottenuto la cittadinanza onoraria per lo studente “ingiustamente carcerato” ha commentato il coordinatore di Possibile, Alfredo Garofalo. “Queste persone vivono in uno stato di sospensione dei diritti senza potersi difendere, bisogna tenere alta l’attenzione perché riteniamo che la politica abbia il compito di tutelare i diritti umani e civili” ha aggiunto Garofalo. “Dopo oltre 500 giorni di detenzione di Patrick Zaki, dopo oltre cinque anni dall’uccisione di Giulio Regeni abbiamo visto che stare in silenzio non aiuta. Se fossimo stati in silenzio forse oggi al processo per l’assassinio di Giulio, il cui dibattimento avrà inizio il prossimo ottobre, non avremmo quattro imputati e se non avessimo alzato la voce diciotto mesi fa, quando Patrick è stato arrestato, probabilmente oggi sarebbe stato già condannato”. Sono le parole di Tina Marinari, responsabile delle campagne di Amnesty International Italia. Ad illustrare la storia di Patrick Zaki, l’autore Marco Vassalotti che ha rimarcato “l’impegno della casa editrice People fondata da Giuseppe Civati che ha puntato su questo strumento per continuare a parlare della vicenda dello studente di Bologna”.

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