Piazza della Libertà: la riflessione di Arcan

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“In molti ci state chiedendo di motivare il nostro disappunto per quanto fatto nell’area di Santa Teresa. I motivi sono oggettivi e diversi”. In una nota, l’associazione Arcan di Salerno spiega la sua posizione sull’inaugurazione di Piazza della Libertà.

– “Il presupposto. Quando tra il 2006 e il 2007 si posero le basi per la riqualificazione dell’area di Santa Teresa, quello che si sarebbe dovuto realizzare era stato già deciso politicamente. Negli atti preliminari alla gara di progettazione ad invito, fu chiaramente scritto che in quel luogo sarebbe dovuta sorgere una “grande piazza monumentale ad emiciclo non inferiore ai 30.000 m², avendo a sfondo un edificio retto da un portico non inferiore agli 8 metri con grande parcheggio pubblico sottostante.” Le basi erano già scritte, la scelta di Bofill fu solo un’inevitabile conseguenza di un’ambizione (gli altri due contendenti in gara erano David Chipperfield e Francesco Cellini);

– Calare una forma e delle dimensioni in un contesto a caso ha i suoi problemi. Percorrete l’emiciclo lungo il perimetro esterno e vi accorgerete che il progetto realizzato si incastra a forza alle aree circostanti: se si decide di accedere alla piazza da un lato che non sia l’asse principale, vi troverete a farlo da un paio di rampette di scale che danno su una strada carrabile di servizio con dei marciapiedi di 1,5m, attraverso uno dei grandi portali che nelle intenzioni avrebbero dovuto inquadrare punti simbolici della città. Il risultato non è stato propriamente quello auspicato;- Realizzare un progetto di riqualificazione con l’ambizione di avere una delle piazza affacciate sul mare più grandi d’Europa presuppone che un elemento specifico sia valorizzato: il mare. Paradossalmente, invece, il contatto con il mare resta esclusivamente visivo. In un nessun punto è possibile un rapporto diretto, fisico, con l’acqua, che sia per un muretto o una scogliera;

– Gestione delle acque. Tra piazza della Libertà e molo Manfredi ci sono almeno 50 mila metri quadri di superfici impermeabilizzate. L’acqua non si infiltra, quelle bianche e grigie finiscono direttamente a fogna. Ormai è da qualche anno che nel resto del mondo si progetta per avere dei sistemi di gestione delle acque sostenibili e circolari, in cui le acque meteoriche sono immagazzinate, purificate e riutilizzate. Si risparmia sulle irrigazioni (non sprecando acqua potabile) e si pone un argine ai disastri dovuti agli eventi atmosferici estremi (mediaticamente conosciuti come bombe d’acqua);

– Il verde. In tutto il complesso le aree verdi non solo sono ridotte all’osso ma sono anche qualitativamente insignificanti. In un contesto globale in cui si parla di cambiamenti climatici, isole di calore, biodiversità e forestazione urbana, abbiamo costruito due piastre per cucocere la carne d’estate. Spazi d’ombra, specialmente quelli creati grazie alle chiome degli alberi, non ce ne sono. E i giardini creati, beh…;Non stiamo offrendo, come qualcuno simpaticamente ci ha chiesto, un rendering con una soluzione alternativa. E non stiamo dicendo che questa piazza sarà un (completo) fallimento dal punto di vista dell’utilizzo da parte dei salernitani. Crediamo semplicemente che partire da presupposti diversi e basi condivisibili contribuisca a creare una città migliore per tutti. Si poteva e si doveva fare meglio e speriamo che tutto ciò serva da lezione per il futuro”

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