Piero Bagnardi esordisce con Il Signor Blu

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di Davide Bottiglieri

Tutte le avventure sin dalla nascita del Signor Blu. Ambientato in Puglia nel piccolo paesino Rossana Ionica, la storia di Leonardo Blu prende piede. Dalla stramba nascita in ospedale, al primo martoriato giorno d’asilo. Dalle cattive amicizie, alla crisi di matrimonio dei genitori. Figlio di pescatore, il padre tenta in tutti i modi di far diventare Leo un pescatore, in un’epoca dove il mare è casa del pesce plastica. Gli esami sconclusionati della terza media, le avventure con amici in giochi d’azzardo rocambolesche, il primo incidente accaduto il primo giorno di patente, al primo incontro con la ragazza conosciuta sul web. La storia di un ragazzo del sud, costretto a vivere in una infelicità felice. Le cose andranno meglio quando trova lavoro e decide di essere indipendente, fino a quando non succede qualcosa che stravolge di nuovo la sua vita da ventenne. In fondo lui dice di essere talmente sfortunato che al ristorante giapponese, nel biscotto della fortuna ci ha trovato lo scontrino… Una storia amara ma divertentissima, di una cattiveria comica.

– Il tuo libro vanta di una prefazione d’arte. Di chi si tratta e come l’hai ottenuta?

Il grandissimo Ninni Di Lauro, un attore, scrittore, conduttore, giornalista, pittore, sculture e chi più ne ha più ne metta! Ma in primis Ninni era un uomo, buono e gentile, io che ho avuto la fortuna di conoscerlo, se pur nell’ultimo periodo della sua vita ho scoperto un uomo di grande valore, anche malinconico se vogliamo. Sin da subito l’idea della prefazione lui l’ha sposata in pieno e questo è uno dei più bei regali che mi ha fatto!

Come si fa a far ridere, scrivendo?

Penso sia molto più complicato, però la cosa che posso umilmente consigliare e quella di leggere altri libri, uno fra tutti sicuramente il grande Paolo Vilaggio. Secondo me il divertimento nella scrittura è più facile se tende alla satira e alla denuncia sociale principalmente, come appunto “Signor Blu”.

A quali maestri fai riferimento, sia in termini di scrittura che attoriali?

I miei riferimenti alla scrittura sicuramente Paolo Vilaggio come detto prima, sulla recitazione direi i miei idoli d’infanzia Verdone, Benigni, Pieraccioni, ma anche gli attori di una comicità più demenziale tipo Boldi e De Sica. Ne abbiamo avuti di grandi artisti in Italia per fortuna.

Come è cambiata la comicità italiana, a tuo avviso?

La comicità è cambiata quasi in peggio, nel senso che oggi tante cose non si possono più fare e sopratutto dire. Devi stare molto attento su tutto e questo è un grande limite per la comicità.

Infondo farebbe più ridere un povero disgraziato che un santo in paradiso. Ma forse questi schemi si stanno rompendo, vedremo col tempo.

Piero, sei stato il primo autore della Saggese Editori. Ogni tipo di rapporto, anche quello lavorativo, si basa sulla fiducia. In questo caso Francesco ha avuto fiducia nelle tue qualità da scrittore, ma anche tu hai avuto fiducia in lui, dato che sei il suo primo autore, quindi non hai potuto studiarlo in veste di editore. Cosa ti ha spinto ad abbracciare questa reciproca scommessa?

Ci siamo voluti bene sin dall’inizio. In Francesco che ritengo un fratello maggiore, ho visto sin da subito una grande voglia di mettersi in gioco e di stare dalla parte dei giovanissimi, d’altronde da un giovane come lui! Auguro ogni bene a Francesco e ben presto torneremo con il secondo libro. Restate collegati! Un grande abbraccio a tutti voi e buona estate!

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