Tenuta Olivola, dalla terra alla tavola

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La scommessa del giovane Luca Cappetta fatta di studio sulla pizza e valorizzazione dei prodotti locali al ristorante 

di Andrea Bignardi

A Camaldoli di Campagna, andando verso Contursi, c’è un agriturismo a conduzione familiare che conquista l’attenzione di chi percorre la strada che attraversa le frazioni alte della città della Chiena.

L’azienda agricola nasce esattamente cinquant’anni fa, nel 1973, ma solo da qualche mese, grazie alla grinta ed alla voglia di innovare di Luca Cappetta, vent’anni, ha scelto di aprire le sue porte a tantissimi visitatori, provando a valorizzare ai fornelli le sue produzioni, davvero vaste come difficilmente accade in zona, potendo contare su un amplissimo terreno coltivato, interamente a sua disposizione per produrre eccellenze del territorio ma anche materie prime di base per portate autoctone.

La pizza, infatti, alla Tenuta Olivola diviene non solo un prodotto di territorio, ma soprattutto un piatto, per certi versi, autarchico: “La stragrande maggioranza degli ingredienti che ci sono sulla nostra pizza, dalla farina sino a praticamente tutto ciò che c’è nel topping – commenta Luca Cappetta – Lo produciamo autonomamente nei nostri campi: dal grano tenero e duro Orobell, fino alle verdure, agli ortaggi ed alle conserve di pomodoro, è tutto interamente autoprodotto”.

E la pizza si fa oggettivamente gustare in modo davvero piacevole in un ampio spazio, casereccio, rustico, senza pretese ma avvolto da tanto verde, colore che domina anche sulla tavola, quando si opta per la proposta di ristorazione. Nei piatti serviti domina la tradizione campagnese, con piatti autentici: matassa con ceci o con fagioli, la lasagna ed i cannelloni con la sfoglia fatta a mano, la polenta, non realizzata con il mais ma con il grano duro, con i fagioli occhionero di Oliveto o di Controne, la frittata con le verdure di stagione, la zucca marinata, le patate cunzate col peperone crusco “cuorn è capra”. Grande l’attenzione – e non poteva essere altrimenti – alla panificazione: dalle freselle, ai biscotti di grano, a fragranti panelle, trovano spazio immancabilmente nel ricco paniere di prodotti servito.

A Pasqua c’è la pastiera di grano, così come sanno di primavera le zeppole di San Giuseppe,  sia classiche che al cioccolato. Di produzione propria anche il vino servito in tavola. 

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