Unesco: anche costiera amalfitana e centro storico di Napoli classificati “in pericolo: la petizione

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Anche la Costiera Amalfitana e Napoli tra i beni in pericolo Unesco, lanciata una petizione online dalla rete associativa OTEI Turismo sostenibile, Aps GuestItaly ed Aeo. Il coordinatore Agostino Ingenito: “Sono in pericolo come Venezia, ecco perché chiediamo che l’assemblea convocata a Riyad, analizzi le condizioni di questi patrimoni ed individui un percorso univoco per garantire vera salvaguardia contro abusi e opere impattanti” Una rete associativa legata al Turismo sostenibile, lancia una petizione online indirizzata all’Unesco perché inserisca anche la Costiera Amalfitana e il Centro storico di Napoli tra i beni in pericolo, così come si sta discutendo, in questi giorni, per Venezia. “Lanciamo” questa petizione online per sollecitare l’Unesco a inserire anche la Costiera Amalfitana e la città di Napoli, entrambi patrimonio Unesco, tra i beni in pericolo così come si sta discutendo di Venezia in occasione dell’assemblea dell’organismo internazionale delle Nazioni Unite, che si sta svolgendo a Riyad in Arabia Saudita. Come coordinamento nazionale di turismo sostenibile, in sinergia con l’Aps GuestItaly e l’Aeo – Associazione europea ospitalità, coordinate da Agostino Ingenito, chiediamo una verifica delle condizioni in cui si trovano la Costiera Amalfitana, inserita nell’elenco nel 1997 e per la città di Napoli inserita nell’elenco nel 1995, che stanno subendo rischi di perdita di identità, e nel caso soprattutto della Costiera Amalfitana mancate azioni strutturali per la salvaguardia naturalistica. Inoltre l’eccessivo carico antropico, scelte urbanistiche e locali pericolose per la stabilità dei siti naturalistici, ci motivano a chiedere che l’Unesco adotti un modello univoco in grado di valutare i rischi di pericolosità anche in relazione ad attività relative alla costruzione di opere spesso impattanti sull’ambiente con serie ripercussioni. Si tratta di fenomeni pericolosi che soprattutto negli ultimi tempi stanno incidendo non poco anche sulla vivibilità, occorre un’azione formativa ed educativa anche dei residenti, perché si rendano conto di avere un primario ruolo di custodi e non di un mero possesso di una porzione di territori, che per le loro caratteristiche sono stati identificati come patrimoni da salvaguardare. “Chiediamo all’Unesco e ai rappresentanti nazionali di cogliere queste esigenze per sollecitarli ad invertire la rotta anche in merito alle competenze locali, individuando un modello di gestione che possa superare le difficoltà degli enti locali, come nel caso della mancata attivazione del comitato di gestione Unesco del Centro Storico di Napoli e di una non chiara Governance per l’assetto naturalistico della Costiera Amalfitana, che soprattutto negli ultimi tempi sta subendo gravi effetti per il dissesto idrogeologico, malgrado risorse economiche disponibili ma non utilizzate per la messa in sicurezza”.

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