«Ventura sulle orme di Reja: sarà il manager del futuro granata»

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di Matteo Maiorano

L’amicizia nel calcio moderno è merce rara. La custodisce gelosamente Vito Giordano, direttore sportivo che ha fatto le fortune di Cavese e Parma al tempo in cui i ducali si riferirono a lui per la ricerca dei giovani talenti. L’ex ds ha conservato molti rapporti con i vertici del calcio nostrano, che gli vedono riconosciuta la grande professionalità e la bravura da talent scout. Oggi Giordano segue con particolare attenzione il campionato cadetto e i movimenti di mercato delle compagini di B. La Salernitana, in cui Giordano militò per due anni dal ’64 al ’66, è prima in classifica seppur dopo sole due giornate di campionato. 

«I miei complimenti a mister Ventura, valore aggiunto di questa squadra. Sta cercando di costruire un complesso di giovani talenti, partendo dalla riscoperta di Cicerelli». Lotito sta cercando di farsi perdonare gli errori commessi: «Ha un modo di operare tutto suo, è tosto. In questi anni abbiamo visto diverse compagini storiche faticare, su tutte Bari, Avellino e Foggia. Chi in passato ha chiesto un passaggio di consegne, deve guardare in casa propria e capire che Lotito è l’unica alternativa a sé stesso. Portare Ventura a Salerno è il segnale che vuole fare un salto di qualità. Il progetto è a lunga gittata, nel lavoro dell’ex ct rivedo un guru della panchina, quale Edy Reja, un tuttofare del calcio che a Roma gestiva in maniera maniacale ogni aspetto dello spogliatoio. Un manager». 

Sui colpi grossi del mercato di Fabiani, Cerci ed Heurtaux, Giordano non ha dubbi: «Parliamo di calciatori dal valore indiscutibile, che possono dare una grossa mano sotto diversi punti di vista. Il “Messi della B” (Alessio Cerci, NdR) può fare la differenza, anche se scendere di categoria non è mai semplice. Ventura crede molto in lui, rappresenterà quel 30% del potenziale complessivo dei valori di esperienza, credibilità, mentalità. Heurtaux è un difensore estremamente duttile, fuori casa Ventura lo sposterà leggermente avanti per fare di lui un centrocampista di sostegno». In vista del derby resta difficile fare previsioni. La sfida è da tripla: «Il Benevento ha una rosa costruita per salire in A, per Vigorito è come un secondo figlio, tiene alla squadra in maniera viscerale. Difficile pronosticare l’esito di una partita che sarà probabilmente decisa da episodi».

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