Vietri (FdI): «Anziana morta in ambulanza, dopo un anno la Campania è ancora impreparata all’emergenza-Covid»

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​«La morte di un’anziana all’interno di un’ambulanza mentre attendeva di essere ricoverata nell’ospedale Covid di Scafati deve scuotere le coscienze di tutti i cittadini e, a maggior ragione, di quanti ricoprono incarichi politici». È quanto afferma Imma Vietri, dirigente di Fratelli d’Italia. «Trovo assurdo che ci sia ancora questo livello di approssimazione nell’affrontare un’emergenza che nel nostro Paese è in atto ormai da un anno. Il caso della signora deceduta a Scafati è certamente uno dei più gravi. Purtroppo è divenuta prassi ordinaria quella di visitare o curare i pazienti mentre sono in ambulanza perché le procedure per la sistemazione all’interno delle strutture ospedaliere dedicate procedono a rilento. È evidente la mancanza di capacità organizzative nell’ambito sanitario e questo da un lato costringe i medici e gli infermieri a lavorare in condizioni indicibili, dall’altro colpisce la dignità delle persone che sono già alle prese con una dura prova quale quella di aver contratto il virus».

​Per la dirigente di Fratelli d’Italia, che è anche responsabile del dipartimento tutela vittime, «è sconcertante come la regione Campania si sia fatta trovare impreparata dinanzi ad una terza ondata della pandemia che è giunta tutt’altro che inattesa». «Il governatore De Luca – chiede l’esponente di FdI – credeva davvero di poter arginare questa situazione con le sue esternazioni e i suoi rimproveri paternalistici? Sarebbe stato, ed è ancora, il caso di parlare di meno e agire di più per organizzare un sistema sanitario degno di un Paese civile. Se oggi ci troviamo con una carenza acclarata di posti letto, in particolare in terapia sub-intensiva, lo si deve a chi si è preoccupato di tessere le lodi del proprio operato anziché operare davvero. Forse il richiamo a fare meno chiacchiere e più fatti che ripete ai suoi avversari politici, De Luca dovrebbe cominciare a rivolgerlo a se stesso».

​Lo stesso discorso vale per le card rilasciate dalla Regione Campania a chi si è sottoposto a vaccinazione. «L’idea di un passaporto vaccinale non è sbagliata, ma va inserita in un contesto di efficienza. Se si ha certezza sulla quantità di dosi di vaccino disponibili e sui tempi di somministrazione, c’è il rischio – conclude Imma Vietri – di generare discriminazioni tra chi ha completato il percorso di immunizzazione e chi, suo malgrado, non è stato ancora convocato per cominciarlo».

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