Alle Medaglie d’Oro si potrà consumare il pasto domestico. La decisione del Tar

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Alle “Medaglie d’Oro” di Salerno si potrà consumare il pasto domestico. Il Tar di Salerno ha accolto la sospensiva richiesta dai genitori (assisti dagli avvocati Stefania Vecchio, Pasquale Annunziata e Pasquale Marciano) dei provvedimenti del dirigente scolastico e del collegio docenti dell’istituto “Medaglie d’Oro” che vietavano l’introduzione e il consumo di pasti portati da casa. Nel merito il ricorso sarà discusso il 19 luglio ma fino ad allora i provvedimenti scolastici impugnati, non avranno effetto. “I pasti di preparazione domestica – si legge nel dispositivo –  al pari delle merende del mattino, costituiscono un’estensione dell’attività di preparazione alimentare familiare autogestita, senza intervento di terzi estranei al nucleo familiare; la preparazione di questi è un’attività non assoggettata alle imposizioni delle vigenti normative in materia di igiene dei prodotti alimentari e delle imprese alimentari e relativi controlli ufficiali , non è soggetta a forme di autorizzazione sanitaria, né a forme di controlli sanitari, e ricade completamente sotto la sfera di responsabilità dei genitori o degli esercenti la potestà genitoriale, sia per quanto concerne la preparazione, sia per ciò che attiene la conservazione ed il trasporto dei cibi in ambito scolastico”. “La sola competenza del dirigente e del corpo docente è quella che passa attraverso la vigilanza sui minori, volta ad evitare che vi siano scambi di alimenti, la stessa identica funzione che, presumibilmente, dovrebbero assolvere anche durante gli intervalli del mattino”, scrivono ancora i giudici amministrativi.  Con riferimento alla “carenza di organico” e alla “assenza totale di spazi”, evidenziati dalla dirigenza scolastica, secondo il Tar: “la giurisprudenza ha avuto già modo di osservare come “tale motivazione non è adeguata, in quanto non considera la possibilità che la vigilanza venga svolta con il personale in servizio e che il pasto domestico possa essere consumato negli stessi luoghi della mensa, in quanto “l’autorefezione non comporta – di necessità – una modalità solitaria di consumazione del pasto, dovendosi, per quanto possibile, garantire, da parte dell’Amministrazione scolastica, la consumazione dei pasti degli studenti in un tempo condiviso che favorisca la loro socializzazione” 

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